Contratti di innovazione tecnologica

altÈ stato firmato la scorsa settimana dal ministro dello Sviluppo Economico Scajola, il decreto per avviare i “nuovi contratti di innovazione tecnologica” dando così una spinta al rinnovamento delle imprese e favorendo nuove opportunità per 30 mila ricercatori.

Si tratta di progetti innovativi “fuoriserie” di importo superiore a 10 milioni di euro che potranno realizzarsi attraverso le partnership tra pubblico e privato grazie ad un processo di negoziazione. Le risorse disponibili per il finanziamento di questo nuovo strumento, in grado di consentire alle imprese investimenti per circa 2 miliardi di euro permetteranno a moltissimi ricercatori di lavorare affrontando le sfide tecnologiche del futuro.
Il decreto ministeriale stabilisce un iter dettagliato e tempi molto stretti per l’attivazione dei contratti:  le imprese e gli enti di ricerca sottoscriveranno un accordo con la controparte pubblica e lo stanziamento avverrà attraverso una combinazione di prestito agevolato e contributo diretto alla spesa. Il finanziamento pubblico sarà affiancato da un finanziamento bancario ordinario a tasso di mercato, a garanzia della validità dell’investimento proposto dalle imprese. Il finanziamento pubblico agevolato potrà arrivare a coprire fino all’80% dei costi, mentre nelle regioni del Mezzogiorno, il contributo diretto alla spesa potrà arrivare fino al 40% per le piccole imprese e per gli organismi di ricerca, al 30% per le medie imprese e al 20% per quelle grandi. La combinazione specifica di modalità e intensità agevolate verrà definita per ciascun progetto durante la fase negoziale. Nelle regioni del Sud potrà essere utilizzata anche la sola modalità del contributo diretto alla spesa.

Per il finanziamento pubblico agevolato si potrà contare su una prima dote di risorse finanziarie pari a 1 miliardo di euro, a valere sul “fondo rotativo per il sostegno alle imprese e gli investimenti in ricerca” costituito presso la Cassa Depositi e Prestiti. Altre risorse saranno messe a disposizione del Mezzogiorno con una più significativa incidenza di risorse riservate ai contributi diretti alla spesa.

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