Al Cairo pareti verdi idroponiche per ridurre l’effetto isola di calore della metropoli

Con 9 milioni di abitanti ed oltre 15 milioni nell’intera area metropolitana, Il Cairo è la città più popolosa d’Egitto. Complessivamente ricopre un’area di 214 chilometri quadrati ed il territorio urbano comprende anche le due isole di Gezira, con il quartiere di Zamalek e Roda estendendosi fino a Giza. Nel 2009 il vecchio governo decise di intraprendere il piano strategico denominato Cairo 2050 per affrontare alcune delle maggiori sfide riguardanti lo sviluppo urbano: trasporti, connettività, servizi, aree verdi. Politiche messe parzialmente in atto prima della rivoluzione, che tuttavia non riconoscevano il ricco tessuto sociale e culturale, un piano a senso unico frutto di un sistema decisionale top-down. Ad oggi rimane urgente il problema della densità abitativa, dei servizi, delle aree verdi. Il clima della capitale egiziana è di tipo subtropicale, arido, con scarse precipitazioni concentrate nel semestre fresco e lunghissimi periodi di siccità. Nei mesi primaverili i venti caldi del deserto fanno salire il termometro oltre i 37 gradi. Amministratori ed urbanisti si chiedono come poter implementare le aree verdi urbane, parchi e giardini. Una risposta interessante potrebbe venire dalle pareti verdi sperimentali che il team libanese di Green Studios ha realizzato come prototipo proprio nella capitale egiziana. Il progetto è nato per dimostrare le grandi potenzialità dei giardini verticali, che sanno migliorare l’aria e l’aspetto della città occupando pochissimo spazio.
L’idea riproduce l’immagine di un bosco dove gli architetti hanno utilizzato elementi lignei applicati alla parete esterna di un edificio per ricordare tronchi e rami, nonché speciali rampicanti per richiamare le chiome degli alberi. Il muro (divenuto arboreo) misura circa 120 metri quadrati ed è fissato all’edificio con un telaio di acciaio inox. Per proteggere le radici dalle temperature caldissime presenta uno strato di isolamento.

La coltivazione è di tipo idroponico, ovvero il sistema in cui la terra viene sostituita da un piano inerte e l’irrigazione, come pure la fertilizzazione, avvengono attraverso piccoli tubi mimetizzati nella vegetazione. Si tratta di una coltura realizzata direttamente nell’acqua, senza bisogno della terra e le piante riescono a vivere grazie alle loro radici, bagnate continuamente da una corrente dinamica di soluzione nutritiva.
Questo tipo di coltura è possibile poichè l’elemento principale di cui necessita una pianta è l’ossigeno. Con la coltivazione idroponica le piante assorbono il loro nutrimento sotto forma di ioni disciolti in presenza di ossigeno e nell’acqua; importanti per questo sistema sono anche il controllo della temperatura, il tasso di umidità, l’intensità della luce, il livello di CO2, la ventilazione e la genetica della pianta stessa. Tornando al caso studio realizzato nella capitale egiziana, la parte lignea diffonde la luce indiretta in tutta l’area della parete, creando un’atmosfera suggestiva durante la notte, illuminata con lampade nascoste nel telaio. Il bosco stilizzato, oltre a dare una piacevole sensazione visiva, è capace di migliorare la qualità dell’aria in cui è inserito.
In Medio Oriente assistiamo in questi ultimi anni all’installazione di numerosi muri verdi anche negli spazi pubblici, il verde urbano, benché artificiale, può infatti contrastare efficacemente le sfide che derivano dal cambiamento climatico. Un buon esempio replicabile ovunque come strumento di controllo ambientale, visto che i muri verdi danno sostanziali benefici soprattutto in aree ad alta densità urbana, riducendo l’effetto isola di calore e limitando il surriscaldamento dell’ambiente.