Neil MacFarquhar – L’ufficio stampa di Hezbollah ti augura buon compleanno

altÈ dai contesti urbani che hanno preso piede le rivoluzioni arabe che stanno rivoluzionando lo scenario politico e sociale dell’intero Medio oriente negli ultimi mesi. Qualche chiave di lettura utile per comprendere dall’interno le società della fascia che va dal Marocco all’Arabia Saudita viene fornita dall’ultima opera di Neil MacFarquhar “L’ufficio stampa di Hezbollah ti augura buon compleanno”, edito da Utet. Il titolo del libro scritto dall’ex corrispondente si rifà ad un messaggio di auguri ricevuto via mail dall’autore a cui Hezbollah augura “tutta la gioia che il tuo cuore può contenere, tutti i sorrisi che una giornata ti può dare, tutte le benedizioni che la vita ti riserverà”. Un messaggio di bellezza disarmante da Hezbollah? Anche questo è possibile in un Medio Oriente ricco di contraddizioni e contrasti, che emergono soprattutto nelle città, cuori pulsanti di un universo che è difficile giudicare in maniera univoca. Scritto ben prima dell’esplosione delle rivolte arabe, il libro mette però a fuoco gli elementi venuti poi drammaticamente alla luce con le proteste di piazza: l’insoddisfazione di giovani e donne verso strutture sociali ingessate, l’eccessiva distanza tra élite e classi popolari, il complesso rapporto tra religione e sistemi laici. MacFarquhar non rinuncia però a mettere in luce l’estrema vitalità dei contesti sociali e culturali di questi paesi, dalla Tunisia allo Yemen quanto mai variegati tra loro, e le specificità dei consumi culturali e persino gastronomici, oltre a soffermarsi sul ruolo decisivo dei media panarabi (Al Jazeera in testa) per la creazione di opinioni pubbliche sempre più mature ad affrontare il cambiamento.

L’autore condisce il racconto con esperienze personali, vicende e incontri che ci restituiscono in pieno la vitalità di città e paesi visitati negli oltre vent’anni di corrispondenza dall’area. Un racconto che inizia dall’infanzia, quando la famiglia si trasferì per qualche anno in Libia, dando all’allora giovanissimo Neil l’opportunità di vivere a cavallo tra la fine del regime di Re Idris e i primi anni di potere di Gheddafi, un momento vibrante che contribuì a suo modo a far sì che il Medio Oriente “esercitasse un’attrazione gravitazionale sulla mia vita”. Un’attrazione che questo libro, come pochi altri, riesce a trasmettere con grazia e precisione ai suoi lettori.