Lo sfruttamento (grave) dei lavoratori stranieri in agricoltura: un’analisi comparata

L’organizzazione produttiva del lavoro agricolo e il frammentario quadro normativo di riferimento, sia a livello nazionale sia europeo, tendono a incidere fortemente sul fenomeno dello sfruttamento dei lavoratori immigrati sempre più spesso correlato anche a forme di tratta degli esseri umani. Questi alcuni dei punti messi in chiaro nell’indagine Lo sfruttamento (grave) dei lavoratori stranieri in agricoltura: un’analisi comparata condotta da Cittalia-Fondazione Anci Ricerche e dalla Fondazione Giuseppe Di Vittorio, in collaborazione con i partner spagnoli e rumeni, nell’ambito del progetto europeo Agree (Agricoltural job rights to end foreign workers exploitation).

Italia, Spagna e Romania sono i tre ambiti di riferimento dell’analisi comparativa realizzata rispettivamente nelle aree dell’Agro pontino (in provincia di Latina), di Maresme e di Montsià e Baix Ebre (Barcellona) e nelle zone rurali della Romania con l’obiettivo di tracciare non solo un quadro di sintesi su similitudini e differenze, con particolare riguardo all’applicazione della normativa europea in materia (Direttiva 52 del 2009), ma anche di definire delle proposte di policy volte al contrasto dello sfruttamento del lavoro nei campi.

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