National Training Scheme, la parola ai partecipanti: “Progetti migliori grazie allo scambio delle esperienze”

Il National Training Scheme ha rappresentato un lavoro di gruppo capace di favorire l’incontro tra realtà urbane e professionali differenti, rappresentando in piccolo la grande varietà della community italiana di Urbact practionner. Cittalia ha intervistato alcuni dei partecipanti per capire come è possibile coniugare diversi punti di vista sulle realtà urbane nello sviluppo dei progetti Urbact.

Daniela Catanoso (Coordinatrice locale del progetto Sustainable Food in Urban Communities, Comune di Messina)
Catanoso coordina le attività del progetto che promuove l’alimentazione sostenibile nel territorio, la valorizzare dei prodotti locali per il consumo a chilometro zero, la promozione dei Gruppi d’acquisto solidale, l’occupazione in questi settori e il rilancio della coltivazione delle colline abbandonate alle spalle di Messina, dove sorgono ventotto villaggi un tempo dediti all’agricoltura ma oggi spopolati e a rischio dissesto idrogeologico.

Qual è l’utilità del training per orientare il lavoro Local Support Group?
E’ un ciclo formativo fondamentale per chi poi gestirà a livello locale il gruppo di supporto, che consente di uniformare la metodologia e permette di creare sinergia tra pubblico e privato all’interno dello stesso local support group

Quali sono i bisogni formativi dei Local Support Group?
Gli scambi di esperienze con le altre città che partono da realtà molto diverse è fondamentale. Vedere cosa e come viene fatto non solo a livello internazionale ma anche italiano rappresenta uno stimolo soprattutto per le realtà territoriali come la nostra, situata in una regione a Obiettivo Convergenza. Aiuta a superare le divergenze e rendere più competitivo il territorio ed accelerare il processo di sviluppo economico.

altLorenzo Lener (Direttore incubatore di impresa di Novara Enne3, coordinatore del Local Support Group per Novara del Network 4DCities)
Lener partecipa al Local Support Group del progetto che punta a creare un parco scientifico tecnologico per la ricerca transnazionale sulle malattie autoimmuni. Si punta così ad avviare una collaborazione tra università e imprese per trasferire ricerca e migliorare le conoscenze su diagnosi, cura e trattamento delle malattie autoimmuni, da un punto di vista non solo individuale ma di tutta la collettività. Obiettivo del progetto è allo stesso tempo di orientare investimenti pubblici e risorse regionali per attrarre e sviluppare lavoro giovanile altamente qualificato e impostare una matrice di sviluppo territoriale.

In che modo è necessario supportare l’azione del Local Support Group a livello locale?
Per me Urbact rappresenta un’esperienza nuova. In questo momento storico di Novara stiamo sviluppando un progetto che ha bisogno da un lato di essere integrato, grazie al confronto con le altre città e dall’altro ha bisogno di essere comunicato ai suoi cittadini.

Quali sono i temi su cui, a partire dal training, è possibile concentrarsi per rendere il lavoro del Local Support Group e renderlo un valore aggiunto per la città?
Riteniamo che sia necessario partire dal tema del lavoro e in particolare dal dialogo tra ricerca pubblica e interesse imprenditoriale al fine di creare posti di lavoro per persone qualificate, per poi arrivare ad affrontare altre tematiche correlate.
L’attenzione al tema dell’occupazione nell’ambito della ricerca deve essere però integrata con l’attenzione rivolta ad altri aspetti che riguardano l’abitare, il vivere, il socializzare, il muoversi, e che possono essere affrontati più agevolmente grazie al confronto con altri territori che già si sono mossi in questa direzione.

altRaffaella Radoccia, (Presidente INU Abruzzo -Istituto Nazionale Urbanistica, componente del Local support group del network User che vede Pescara tra i partner)

Il progetto punta alla realizzazione di spazi pubblici di qualità grazie ad una pianificazione urbana capace di gestire al meglio i conflitti urbani e organizzare spazi e funzioni per migliorare la qualità della vita urbana

Di cosa hanno bisogno i partecipanti del Local Support Group sul piano formativo?
Il Local support group di User è un gruppo disomogeneo, costituito da soggetti forti a livello sociale ed economico, perché esperti e buoni conoscitori del territorio: rappresentanti di settore, di ordini professionali e associazioni di cittadini, alcuni anche dotati di strumenti formativi interni, che non hanno bisogno di acquisire competenze tecniche. Il bisogno formativo necessario è specifico e focalizzato sul significato di fare rete su scala europea. Altro bisogno formativo riguarda l’upgrade sulla progettazione e sulla gestione di un progetto europeo nel suo insieme.

In che modo il training può essere utile alla realizzazione dei progetti in corso?
In vari modi, a partire dal confronto con le altre esperienze che offrono spunti importanti nonostante la diversità dei territori. In secondo luogo è fondamentale la messa in rete delle esperienze, il conoscersi per poi attivare ulteriori scambi, backup informativi e formativi.
In che modo verrà valorizzato e condiviso quanto acquisito durante il training con gli altri componenti del Local Support Group?
L’Inu ha una sua struttura di formazione e potrebbe sicuramente dare diffusione dei contenuti acquisiti durante il training agli altri componenti del Local support group

altMarco Bozzola (Assessore all’urbanistica del Comune di Novara)
Nell’ambito di 4DCities, l’assessore ricopre un ruolo di coordinamento istituzionale, che punta a garantire la coerenza dell’azione del progetto con il resto degli obiettivi dell’amministrazione comunale nei temi al centro del progetto Urbact

Come si compone il Local Support Group di Novara e quali sono le sue particolarità?
La fisionomia del Local support group presenta caratteristiche intersettoriali. Vi partecipano infatti componenti istituzionali di ogni grado e livello dalla Regione all’ente locale, l’Università con le tre facoltà di medicina, farmacia e biotecnologie, aziende che producono nel settore della ricerca biomedica, per esempio in materia di chimica sostenibile, chimica farmaceutica, ricerca sui materiali. Il raccordo tra il mondo istituzionale, quello produttivo e quello della ricerca si sviluppa nell’incubatore di impresa, favorendo la possibilità per i giovani di sviluppare brevetti finalizzati al mondo del mercato. Tra i componenti del gruppo sono presenti anche le associazioni dei pazienti, le associazione dei volontari ospedalieri, fino al mondo della finanza che sta supportando l’iniziativa.
Il progetto prevede dei momenti di confronto in cui solo raramente vengono chiamati a partecipare tutti i soggetti coinvolti, prediligendo seminari e incontri settoriali, ad esempio sul tema di trasformazione urbana, recupero risorse e informazione pubblica specifici, rispetto ad incontri di raccordo istituzionale.
Il Comune di Novara fa parte di una rete informatica che attraverso l’accesso del Comune al cloud di Google permette di realizzare scambi e verifica dei risultati.

Qual è l’utilità del National Training Scheme?
Fondamentale, decisivo. Io sono personalmente coinvolto nel training sulle rappresentanze elettive perché anche gli amministratori stessi hanno bisogno di formarsi in questa direzione. Questo ti aiuta in generale a porti come elemento di raccordo tra portatori di interessi diversi e articolati, a valorizzare l’integralità di un approccio rispetto a problemi complessi, a focalizzare bene scopi e obiettivi da porre alla discussione, cercando di spostare il punto di vista stakeholder dal suo interesse particolare all’oggetto dell’iniziativa, così da rendere ogni stakeholder in grado di portare una proposizione più che una condizione. Questi momenti servono a fare chiarezza sull’obiettivo comune e a capire le priorità.

Quali modalità comunicative o formative state immaginando per valorizzare e condividere sul piano locale quanto trasmesso a livello nazionale dal training?
Per valorizzare e condividere le esperienze verranno promossi eventi collettivi, di cui l’amministrazione ha fatto largo uso negli ultimi due anni, non tanto per raccogliere il consenso quanto per accrescere la consapevolezza che hanno i cittadini del fatto che i processi di trasformazione stanno procedendo in una certa direzione. Il contributo di tutti che emerge negli elementi collettivi è come una benzina che alimenta il processo.
Tutti gli strumenti di divulgazione e disseminazione delle esperienze vanno utilizzati, come ad esempio la pubblicazione dell’esperienza di Novara nell’ambito della seconda call. Per l’incubatore stiamo pensando alla realizzazione di un portale specifico di monitoraggio e di attivazione del confronto, per riportare le esperienze di tutti, soprattutto quelle esperienze che hanno una attinenza che ci è servita a sviluppare il nostro progetto, così da non perdere quel tessuto di stakeholders che hanno contribuito a formare il progetto.

altGermana Di Falco, formatrice National Training Scheme di Urbact
Trainer ed esperta di europrogettazione ed economia e finanza per l’arte, Germana Di Falco ha guidato i partecipanti nelle diverse fasi del National Training Scheme, dalla definizione del ruolo degli stakeholders fino alla realizzazione di simulazioni e casi di studio basati su situazioni e problematiche realmente affrontate dai progetti Urbact a livello locale

Quali sono i bisogni formativi dei partecipanti del Local Support Group?

Ci sono due categorie di soggetti in aula: quelli che hanno già un’esperienza pregressa di partecipazione e quelli che si avvicinano con Urbact alla progettazione partecipata dello sviluppo urbano. Per i primi il bisogno formativo forte è quello di capire come valorizzare la rete Urbact, con le altre città europee per innovare dei processi a livello locale che magari sono già stati capaci di gestire in passato. Per questi soggetti la parte più importante è come governare al meglio le attività transnazionali per fare un ulteriore salto in avanti nella loro capacità di governare lo sviluppo urbano nelle loro città. Per esempio è il caso del progetto “My generation” di Torino: il loro progetto prende le mosse da una serie di altre esperienze realizzate con fondi nazionali e comunitari. La loro esigenza non è capire come funziona il meccanismo dei progetti europei, né essere formati su come si governa la partecipazione al livello locale. Il loro bisogno formativo riguarda invece piuttosto capire come acquisire risorse e spunti dalla rete delle città partner e come valorizzarle al meglio.
Della seconda categoria di partecipanti fanno parte quanti grazie ad Urbact si avvicinano per la prima volta sia alla gestione urbana partecipata, sia alla gestione di progetti europei. Tra di loro io ho percepito una fame di strumenti per analizzare i problemi, selezionare gli stakeholder, ma anche su come mettere in fila i diversi step, considerando la necessità di rispettare le regole della commissione europea sulla rendicontazione, verbalizzazione delle attività, monitoraggio.
Sta emergendo l’importanza del ruolo di Cittalia come punto di disseminazione nazionale ed è importantissimo che le varie città proprio perché con livelli di maturità diversa interagiscano tra di loro. Utile anche l’esperienza dei progetti chiusi della prima e seconda call e investire nella formazione tra pari, facendo in modo che oltre alle attività promosse dal segretariato, siano organizzate anche attività di scambio tra le città, in modo che si possano arricchire da chi ha più esperienza e da chi ha esperienza in settori di sviluppo urbano diversi.

Qual è l’utilità del training in corso?
Lo scambio tra pari è una metodologia didattica che funziona: è utile sentire l’esperienza di chi ha vissuto l’esperienza sulla propria pelle piuttosto che sentire una lezione con un approccio didattico.
Ci sono poi differenze tra i consulenti, quindi soggetti esterni, coinvolti dai comuni. L’utilità del loro ruolo è che spesso operano su più progetti. La maggior parte delle persone sono invece funzionari pubblici o referenti di stakeholder parastatali. Per chi lavora nel pubblico l’occasione di confrontarsi sui progetti europei rappresenta una grande sfida per l’innovazione delle procedure e il rafforzamento delle capacità amministrative.

Interviste realizzate da Francesca Zotta