L’agenda urbana in Italia: ritorno al futuro

La conferenza annuale di Urbact rappresenta un’occasione di dibattito sullo stato delle politiche urbane nazionali. Dal blog di Urbact pubblichiamo un contributo dedicato alla nuova agenda urbana italiana e agli sviluppi del prossimo periodo di coesione europeo 2014-2020

 

altVenticinque anni dopo la chiusura del Ministero per i problemi delle aree urbane (1987), l’Italia ha una nuova struttura istituzionale per il coordinamento delle politiche urbane a livello nazionale, il Cipu (Comitato Interministeriale per le Politiche Urbane).
Approvato con un solido sostegno bi-partisan, la creazione del Cipu è probabilmente l’atto più strategico in un processo sostenuto dal governo di Mario Monti, con un ruolo chiave svolto dal ministro Fabrizio Barca e dal suo Ministero per la Coesione Territoriale.

Dopo anni di federalismo regionale, il cambio di direzione del governo nazionale appare strategico, ma anche semantico. Negli ultimi mesi, il governo ha riaffermato la centralità del concetto di coesione territoriale come condizione necessaria per una crescita sostenibile. In questa prospettiva, i ministeri stanno chiaramente scommettendo sul ruolo delle città con il loro potenziale di innovazione e di crescita, ma si trovano ad avere a che fare anche con le tante sfide urbane.
L’approvazione del Piano Città (Programma nazionale per il rinnovo delle zone urbane degradate, del valore di 225 milioni di Euro), il lancio di un invito a presentare proposte per le Smart Cities (parte dell’Agenda digitale per l’Italia, ha l’obiettivo di creare degli ambienti urbani adatti per l’innovazione, la sostenibilità e la crescita) e la creazione di 15 autorità metropolitane rappresentano le principali iniziative urbane che il governo ha lanciato nel quadro del Decreto Sviluppo, che ha seguito il doloroso Decreto “Salva Italia”. Il messaggio era chiaro: dopo la necessaria austerità, le città possono essere i motori per la coesione e la crescita nel paese.
La natura interconnessa di queste prime iniziative dimostra che il governo sta riconoscendo la necessità di una strategia urbana integrata e multidimensionale a livello nazionale: infrastrutture nuove e sostenibili, insieme con interventi di riqualificazione urbana, sono le pre-condizioni per sbloccare il potenziale locale per l’innovazione e la crescita, ma questo dovrebbe essere fatto nel quadro di nuove e più efficaci strutture per la governance metropolitana.
Queste iniziative possono essere gli elementi costitutivi di una nuova agenda urbana nazionale che il CIPU potrebbe coordinare, implementare e arricchire. Con le elezioni politiche dietro l’angolo, è chiaro che la definizione di un programma a lungo termine urbano sarà un compito importante per il prossimo governo. Ma nei prossimi mesi, l’attuale governo può dare un importante contributo per la definizione di questo importante ordine del giorno. Fabrizio Barca e altri ministri interessati avranno il compito di pianificare un utilizzo proficuo delle risorse della programmazione europea 2014/2020 per le città.
Attraverso l’inserimentodei principali strumenti proposti dalla Commissione europea per lo sviluppo urbano sostenibile nei programmi operativi (ITI, CLLD, ecc), il governo attuale ha la grande possibilità di definire l’agenda urbana nazionale per i prossimi decenni. L’approccio integrato e multi-dimensionale può diventare la metodologia di riferimento per le città italiane di domani.
Per rendere tutto ciò possibile, nei prossimi mesi il coordinamento e il coinvolgimento attivo dei diversi livelli di governo del territorio (compreso un ruolo attivo delle città nella progettazione degli accordi di partenariato e dei programmi operativi regionali) sono fondamentali.

Dal 2007, più di 40 città e autorità locali italiane hanno sviluppato dei Piani di Azione Locale integrati nel quadro del programma Urbact, beneficiando dello scambio transnazionale e assicurando il coinvolgimento di diversi attori locali. Nell’ambito delle reti tematiche Urbact, queste città hanno sviluppato strategie trasversali che richiedono interdipendenza tra politiche multisettoriali. Ma troppo spesso a queste città è stato impedito di avviare l’attuazione dei loro piani di azione locali, perché il paradigma attuale dei programmi operativi, basati per la maggior parte su strutture di programma settoriali, rappresenta un ostacolo insormontabile per le strategie locali integrate.
Le loro esperienze, la loro testimonianza potrebbero essere estremamente utili affinché il Cipu e le autorità regionali trovino un modo per far confluire gli approcci integrati per uno sviluppo urbano sostenibile nelle strutture dei programmi operativi per il periodo 2014-2020.
Sono queste le prime grandi sfide che il Cipu dovrà affrontare.

Raffaele Barbato, Responsabile Progetti del Segretariato URBACT