Il caso del sistema agroalimentare urbano

Il preoccupante scenario del cambiamento climatico ha introdotto grandi sfide per le città dal punto di vista della qualità della vita e delle opportunità che l’ambiente urbano può offrire ai suoi residenti. Il sistema della filiera agroalimentare urbana può fornire metodi per aiutare le città ad affrontare la riduzione dell’emissione di gas serra e l’uso delle energie rinnovabili attraverso sistemi integrati di rigenerazione urbana sostenibile. Diverse città di tutta Europa hanno cominciato a preoccuparsi dell’impatto delle loro politiche locali riguardanti la filiera della produzione e del consumo del cibo. Nelle zone urbane la proporzione dell’energia utile è spesso sovrastimata perchè contenuta in statistiche con valore nazionale e non locale. Se invece la lente diventa l’approccio basato sul consumo, ne scaturisce un’immagine diversa. Il settore del cibo da solo conta il 30% della domanda di consumo globale di energia e produce oltre il 20% dei gas serra (dati FAO 2011).

Gli esempi delle reti URBACT Markets e Sustainable Food in Urban Communities propongono idee utili per valorizzare il potenziale del piccolo commercio locale e delle comunità territoriali lungo tutta la filiera della produzione e del consumo per cambiare le abitudini quotidiane attraverso pratiche sostenibili per l’ambiente. Se queste pratiche si diffondessero in un grande numero di città, l’effetto finale produrrebbe un impatto considerevole per un’Europa urbana più sostenibile.

URBACT Markets

I mercati di Londra incrementano il ruolo del sistema agroalimentare nell’introduzione delle pratiche a basso consumo di gas. A Londra, partner della rete URBACT Markets, alcuni mercati tra i quali Borough market, hanno sviluppato con successo delle strategie contro lo spreco e hanno incoraggiato il riciclo, il compostaggio e l’eliminazione degli scarti non differenziati o con packaging non biodegradabile. Le associazioni londinesi dei venditori dei mercati aderiscono alle regole stabilite dal “UK Farmers’ Retail and Markets Association”, che guida tutte le associazioni dei produttori locali. Uno dei criteri è che i prodotti venduti nei mercati cittadini di Londra devono essere stati seminati, cresciuti, prodotti, raccolti o cucinati non più lontano di 100 miglia dal territorio di Londra detto M25 (La Regione). Attualmente sono accreditati con queste caratteristiche 13 mercati contadini. 

I Nuovi Mercati di Covent Garden (un mercato all’ingrosso di Londra) si sono attivati per aiutare le persone, consegnando a domicilio i prodotti del mercato. Questo significa creare una relazione di fiducia tra piccoli produttori, coltivatori e compagnie di trasporto dei prodotti e promuovere un sistema consolidato di consegne. NCMA lavorerà al loro fianco per mappare la presenza dei trasportatori presenti entro un raggio di 10 miglia e successivamente per incoraggiare le relazioni lavorative tra questi settori della filiera enogastronomica. Allo stesso modo, i venditori di strada che regolarmente comprano dai mercati all’ingrosso sono stimolati a consolidare dei gruppi d’acquisto basati sul raggruppamento per interessi nel business dei vari prodotti locali e poi ad acquistare quantitativi più grandi: ciò risulta in una pratica più conveniente economicamente e logisticamente dal momento che riduce il numero di trasporti totali. 

Marky Markets è un esempio di realtà più ristretta: è una società indipendente che prende gli ordini dalle piccole compagnie di produzione a Km zero e dai ristoranti e compra dai grandi mercati all’ingrosso utilizzando il trasporto pubblico oppure biciclette elettriche in affitto. Questa società lavora appena fuori da un pub a Soho, il quartiere multietnico di Londra. 

“New Covent Garden Market” ha anche un progetto scolastico che ha l’intento di incrementare la cultura del buon cibo tra le persone e dare un’esperienza diretta ai giovani di come viene prodotto e distribuito il cibo. Lavorando in partenariato con il Wandsworth Council, è riuscito a mettere insieme le visite alle aziende, quelle al mercato all’ingrosso e una sfida di giardinaggio sostenibile nelle scuole. 

Sustainable Food in Urban Communities: promuovere un settore agro-alimentare a bassa emissione di gas serra e l’efficienza energetica

La rete URBACT Sustainable Food in urban communities è incentrata sullo sviluppo di una bassa emissione di gas serra e sull’efficienza energetica del settore agroalimentare. La popolazione urbana tende a perdere il contatto con la produzione agroalimentare e la cultura gastronomica urbana si sta spostando sempre più verso i fast food, cibi lavorati o distribuiti dalle grandi catene di supermercati che non sono radicati nelle realtà di quartiere. Molti consumatori, specialmente quelli meno attenti, mangiano pochissima frutta e verdura perchè ha costi troppo alti e perchè non fa parte della loro dieta o delle loro abitudini. L’attuale sistema gastronomico non può soddisfare la domanda di sostenibilità urbana. Produce un significativo impatto ambientale, ma anche una disparità sociale in termini di accesso ad una nutrizione bilanciata e sostenibile nelle città.

Il network si concentra su:

• Coltivazione di frutta e verdura in città, nei giardini, nei parchi, nei giardini pensili, nei balconi, nei posti abbandonati, con attenzione ai controlli e all’incremento della fertilità della terra.

• Trasporti più sostenibili dei prodotti per avere un minor impatto ambientale

• Consapevolezza nel godersi del cibo più sostenibile (prodotti locali, senza pesticidi, stagionali e prodotti freschi) e nello stesso tempo promozione di diete più equilibrate (riducendo l’apporto di proteine animali e cibo sofisticato), mediante l’utilizzo di prodotti che coniughino i criteri di impatto ambientale e di sostenibilità (con delle certificazioni) e attraverso la prevenzione degli sprechi (di cibo e dell’imballaggio).

Keyfacts :

Lead partner Bruxelles Regione Capitale

• Altre città partner: Bristol, Amersfoort, Atene, Messina, Ourense, Oslo, Lione, Gothenburg, Vaslui

Cosa si può osservare?

Come si può notare da entrambi gli esempi e in particolare attraverso il caso dei mercati ortofrutticoli urbani, questo settore riesce a creare un connubio tra gli interventi ambientali sia a livello territoriale sia su una scala più ampia. Per esempio, le strategie di riduzione degli sprechi hanno un impatto positivo sulla pulizia e sulla salute dell’ecosistema locale e contemporaneamente contribiuscono a diminuire lo spreco a livello urbano e regionale. Il riciclo e il compostaggio possono ottenere risultati simili. Migliorare la logistica attraverso una pianificazione più funzionale della distribuzione del cibo da vendere nei mercati cittadini (sistemazione e imballaggio) può anche ridurre il traffico e diminuire l’inquinamento atmosferico e acustico del territorio. 

Per maggiori informazioni sulla rigenerazione sostenibile nelle aree urbane, si può leggere l’intero articolo da URBACT Tribune 2014 e seguire passo dopo passo i lavori sul profilo Twitter @URBACT e l’hashtag #SustRegen

Articolo di Darinka Czschke e Nils Scheffler

 

Per saperne di più:

The URBACT Tribune 2014 – URBACT publication 

URBACT Capitalisation – URBACT website