La dignità della persona in ogni condizione sociale e culturale

altIl 30 maggio ricorrerà la IX “Giornata Nazionale del Sollievo” promossa dal Ministero della Salute, dalla Conferenza delle Regioni, dalle Province Autonome e dalla Fondazione nazionale Gigi Ghirotti. Un evento volto a “promuovere e testimoniare, attraverso idonea informazione e tramite iniziative di sensibilizzazione e solidarietà, la cultura del sollievo dalla sofferenza fisica e morale in favore di tutti coloro che stanno ultimando il proprio percorso vitale non potendo più giovarsi di cure destinate alla guarigione”. La finalità della Giornata è dunque quella di favorire una rinnovata cultura del sollievo in tutti i territori e in tutte le condizioni abbattendo le barriere culturali, psicologiche e legislative. Il 30 maggio sono in programma manifestazioni in molte città italiane, promosse dalle strutture sanitarie e da associazioni di volontariato a sostegno della centralità della persona sofferente e della sua dignità. Tra tutte ricordiamo quella promossa a Roma dal Policlinico Universitario Agostino Gemelli e dalla Fondazione Ghirotti, che premierà i vincitori del concorso “Un ospedale con più sollievo” patrocinato dai Ministeri della Pubblica Istruzione e della Salute, riservato agli alunni della quinta classe della scuola primaria, della terza classe della scuola secondaria di primo grado e delle classi del primo biennio della scuola superiore, nonché a tutti gli alunni delle scuole ospedaliere.

E proprio in questi giorni è stato presentato il IV Studio della Fondazione Ghirotti intitolato “Dar voce alla sofferenza” in collaborazione con la Conferenza delle Regioni, delle Province autonome e con il patrocinio del Ministero della Salute.
Nel 2009, infatti, in diversi ospedali italiani sono state distribuite a cura degli Assessorati regionali le “Schede del sollievo”. Le cartelle pervenute, considerate valide sono 23.353, provenienti da 11 regioni, buona la partecipazione delle regioni del Nord, sottorappresentate invece quelle del Centro-Sud. La prima domanda del questionario si riferiva a cosa desidera la persona ricoverata e come risultato, con un dato del 42%, è stato risposto “la presenza di persone care”, seguito da “desiderio di sentire meno dolore (38%). Evidentemente nell’esperienza del ricovero convergono sia i bisogni di guarigione, di sollievo dal dolore, di ripristino di una condizione di salute, sia la necessità di vicinanza delle persone care (fattori questi amplificati dalla stessa condizione di permanenza in ospedale, lontano dai luoghi della quotidianità). Gli altri frequenti auspici sono risultati essere: avere informazioni sulle terapie (34%); non essere di peso ai familiari (34%); avere maggiore autosufficienza nel muoversi (32%); essere rassicurati e tranquillizzati (31%). Ad eccezione del desiderio di ricevere rassicurazione, che mantiene una frequenza costante in tutte le classi di età, gli altri bisogni presentano variazioni anche rilevanti, come nel caso della speranza di avere vicino le persone care (più è giovane la persona ricoverata e più è frequente questo bisogno) e con tendenza contraria appartiene alla popolazione anziana il desiderio di non gravare sulle persone care con la propria condizione di ricovero in ospedale. Ricevere informazioni sulle terapie ha invece una maggiore incidenza nella classe di età intermedia, ovvero tra i 45 ed i 59 anni, che è anche quella con il maggior livello di istruzione. La seconda domanda invitava a valutare il livello della propria sofferenza indicandolo su una scheda numerica da 0 a 10. Un altro quesito era infine rivolto allo studio del disagio/agio psicologico legato ai vari, significativi momenti che scandiscono la “giornata tipo” durante il ricovero e le risposte hanno messo in evidenza come il maggior disagio sia presente durante la notte e al risveglio, in particolare per le persone sole.

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