EfficienCity

A prima vista EfficienCity sembra un colorato videogioco, ma il microcosmo creato dalla divisione britannica di Greenpeace, in realtà è una proposta di tecnologie sostenibili già disponibili, un modello web che potrebbe essere realizzato. Questo prototipo, con tanto di fedele riproduzione dei rumori ambientali, propone la simulazione di un centro abitato suddiviso in tre sobborghi: Est, Sud ed Ovest. Aree con strutture ed attività specifiche, il traffico, moderatamente contenuto, la zona residenziale, l’ospedale, la spiaggia, le attività sportive, la ferrovia e tutto quanto possa esservi in una qualsiasi altra realtà urbana. A differenza dell’effettivo transito stradale però, cliccando per le vie di EfficienCity si può accedere a contenuti multimediali che spiegano le caratteristiche della porzione cittadina osservata. Questo modello di città è infatti la traduzione in pixel di una serie di “case-studies” concreti, realizzati sul territorio anglosassone, con l’unica concessione lasciata alla fantasia , di essere riuniti in una stessa esperienza urbana. E così, in questo piano regolatore del tutto peculiare troviamo fianco a fianco il progetto BedZed e le case di Park Viev a Southampton, lo stadio del Manchester City (alimentato da una grande turbina eolica) e i numerosi pannelli fotovoltaici dell’Università di Edimburgo, l’impianto a biomasse in uso nella città danese di Avedore per produrre elettricità e calore, nonché le birrerie reali che idealmente adoperano gli scarti del luppolo per alimentare i propri generatori di energia. Il cuore della città è il sistema integrato di cogenerazione dell’energia, una soluzione che aumenta la resa degli impianti e permette di abbattere le dispersioni improduttive. Nella centrale termoelettrica, l’energia termica e quella elettrica, vengono generate contemporaneamente da un medesimo combustibile iniziale. E proprio la cogenerazione in Danimarca è riuscita a dimostrare come gli sprechi diminuiscano del 95%. Uno studio di Greenpeace ha invece calcolato che la resa delle centrali inglesi si aggira, a tale riguardo, intorno al 38% della complessiva energia prodotta. Il dato significativo non è però questo quanto la dispersione del quasi 80% dell’energia potenziale generata dai combustibili fossili, nel percorso che va dalle centrali alle abitazioni, a causa soprattutto della compresenza di due sistemi energetici distinti, uno per l’elettricità e l’altro per il riscaldamento. La città sostenibile ideale può diventare uno spunto di riflessione per ciascuno di noi, certamente un arricchimento orientato alle buone prassi ed è a portata di click.

Per approfondimenti