Bollettino Urbact – Maggio 2014

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Editoriale

Il tema del coinvolgimento dei partner locali nella pianificazione e realizzazione di progetti nelle loro città non è nuovo. Sin dal suo inizio più di dieci anni fa, il programma Urbact ha conferito grande importanza a questo aspetto; recentemente, un toolkit per i Gruppi di Supporto Locale di Urbact è stato pubblicato e sarà presto tradotto in quindici lingue europee. Si tratta di una risorsa fondamentale per gli attori urbani che sviluppano progetti coinvolgendo tutti gli stakeholders di riferimento nella progettazione ed esecuzione di politiche ed iniziative urbane.

Il toolkit fornisce loro l’esperienza pratica delle città che hanno avuto l’opportunità di essere coinvolte nelle attività di Urbact. Molti approcci sono stati testati nell’ambito delle attuali reti Urbact, sulla base di temi specifici. La rete USER, guidata dalla città di Grenoble, si concentra sui residenti e sugli utenti che partecipano al miglioramento dell’ambiente in cui vivono, in particolar modo dello spazio pubblico. La rete My Generation@work, coordinato dalla città di Rotterdam, coinvolge i giovani incoraggiandoli a diventare gli attori del policy making a livello locale, con un focus particolare sull’inclusione sociale. La rete guidata dalla città di York Genius: Open sta sviluppando e trasferirà una metodologia per la partecipazione dei cittadini – in quanto utenti – nella pianificazione dei servizi pubblici locali attraverso una piattaforma collaborativa online.
Oggi, la parola “empowerment” è sulla bocca di tutti e modi innovativi e partecipativi sono in fase di esplorazione, a volte identificandosi con processi di co-decisione. In questo contesto, Urbact desidera essere parte di un movimento che aspira a dare ai residenti e agli attori locali l’opportunità di appropriarsi delle questioni locali in quanto di loro interesse, e di trovare soluzioni adatte ai loro bisogni. Il seminario Urbact a Salonicco del giugno 2014 sullo sviluppo locale guidato dalle comunità sarà una chance per rivedere le pratiche esistenti in Europa e preparare la strada per il lavoro del nuovo Programma su questo tema nel periodo 2014-2020.

Emmanuel Moulin
Direttore del Segretariato Urbact

 

URBACT National Dissemination Points: chi sono? Che cosa fanno?

Qualcosa di più di una semplice lista di contact point, gli URBACT National Dissemination Points (NDP) sono un pilastro importante della strategia di comunicazione di Urbact. Abbiamo parlato con Ségolène Pruvot, coordinatrice degli NDP per Urbact per saperne di più su quello che gli NDP fanno e su come sostengono le città e le reti Urbact.

D: Ségolène, potresti darci qualche informazione di contesto sui National Dissemination Points di Urbact? Come sono stati creati e qual è la loro missione?
R: gli NDP sono stati creati sulla base dell’idea che in diversi Paesi c’erano molti attori delle politiche di sviluppo urbano che avrebbero potuto beneficiare degli scambi e dei risultati dei progetti Urbact, ma che non conoscevano l’inglese così bene da accedere direttamente ai materiali postati sul sito ufficiale Urbact. Così, abbiamo cercato delle reti nazionali già presenti online, che lavorano sui temi della pianificazione urbana e che hanno già un pubblico specializzato e una sufficiente visibilità, per disseminare e comunicare meglio Urbact.
La modalità con cui gli NDP sono stati selezionati è stata una Call for tender. Una commissione di valutazione esterna ha scelto quelli che sembravano maggiormente in grado di raggiungere un pubblico che andasse anche oltre alla comunità Urbact. Nei Paesi in cui non esistevano siti web del genere o dove non si sono presentati, i Ministeri hanno deciso di impegnarsi in prima persona, usando i loro siti web istituzionali. Ad oggi, abbiamo 20 Urbact National Dissemination Points attivi!

Oggi, la maggior parte delle attività degli NDP sono incentrate sulla comunicazione di Urbact e dei suoi risultati. Ogni mese, pubblicano un bollettino che ricalca la newsletter di Urbact, che viene però tradotto nelle lingue nazionali, pubblicato sui rispettivi siti web e mandato ai proprio contatti. Gli NDP, inoltre, gestiscono e animano una pagina del loro sito dedicata ad Urbact, dove presentano le città del loro Paese che sono partner di Urbact e i progetti su cui esse lavorano. Gli NDP producono inoltre nuovi contenuti su queste città, scrivendo articoli, facendo interviste e così via. Alcuni NDP realizzano anche altri tipi di attività, inclusa la partecipazione ad eventi esterni nei rispettivi Paesi dove forniscono informazioni su Urbact, distribuiscono pubblicazioni Urbact, fanno delle presentazioni e animano la comunità Urbact nel loro Paese.

D: Quali sono secondo te i punti di forza degli NDP? Quali sono le azioni che hanno svolto meglio? Quali sono le principali lezioni apprese da questa esperienza?

R: E’ difficile rispondere a questa domanda perchè ogni NDP è diverso dal punto di vista della sua struttura (alcuni sono enti privati, altri sono enti pubblico-privati, alcuni hanno un rapporto stretto con i ministeri o sono essi stessi dei Ministeri) e non abbiamo un unico tipo di accordo che sia comune a tutti loro. Se dovessi scegliere un punto di forza comune a tutti, sarebbe la loro abilità di sviluppare un pubblico specifico in relazione ad Urbact nel loro Paese e lo scambio continuo che hanno con questo pubblico.
Riguardo alle buone pratiche, ce ne sono diverse. Per esempio, una delle buone pratiche più recenti viene dall’NDP tedesco che ha scritto un articolo su Urbact III e lo ha proposto a diversi quotidiani. Due di questi hanno riportato l’articolo, uno in formato cartaceo ed uno in formato elettronico. Questo prova che gli NDP possono raggiungere un pubblico molto più ampio del loro pubblico specifico e che hanno un grande potenziale. Un altro esempio interessante viene dall’NDP sloveno che ha sviluppato una forte relazione con la città di Ljutomer che era parte della rete Urbact Travel Network: ha realizzato una video intervista con i partner di progetto che ha avuto molto successo perché si trattava di una storia sulle persone e sulla città, su come si sono impegnati con il progetto Urbact, su cosa hanno imparato e sul tipo di progetto che hanno sviluppato. Alcuni NDP hanno sviluppato molto i loro strumenti di comunicazione social, non tutti allo stesso modo. Per esempio Cittalia, l’NDP italiano, basa molto la sua comunicazione sulla sua rete online (Twitter, Facebook) per promuovere e disseminare i risultati e gli eventi di Urbact e ciò ha funzionato molto bene.

D: Sul versante opposto, quali sono i limiti che vedi nel lavoro svolto finora dagli NDP? Quali sono i rischi che una missione del genere può incontrare?

R: Uno dei principali limiti è rappresentato dal fatto che ogni NDP è diverso dagli altri, a partire dalla struttura che ospita il contact point fino al tipo di lavoro che svolge e al pubblico di cui dispone. Ciò a volte rende difficile confrontare il loro lavoro e avere una panoramica precisa di quanto lontano si stiano spingendo le loro attività. Un altro problema risiede nel fatto che all’inizio gli NDP non dovevano essere in contatto diretto con le reti Urbact, ma dovevano agire come moltiplicatori delle informazioni che arrivavano dal Segretariato, traducendole e usando i loro canali per condividere le informazioni. Ma in questo modo ci siamo resi conto che non erano abbastanza vicini alla comunità Urbact che è fatta dai componenti dei Gruppi di Supporto Locale e dai partner di progetto i quali sono una fonte di informazione e di notizie molto importante per il livello nazionale. Questa nuova dimensione si è sviluppata negli ultimi anni ed è ancora un “work in progress”. L’NDP spagnolo, ad esempio, ha creato una specifica colonna nel suo bollettino, pubblicando informazioni Urbact importanti che arrivano esclusivamente dalle città spagnole coinvolte in Urbact, come notizie sugli eventi, pubblicazione di risultati e così via. Sfortunatamente, questo tipo di attività è stato sviluppato principalmente per i progetti in corso e molto di meno per quelli che ora sono conclusi.
Un altro punto che a volte si rivela problematico, ma anche in questo caso la situazione varia da Paese a Paese, è la relazione che gli NDP sviluppano con il Ministero incaricato di Urbact, specialmente quando l’NDP non è una struttura affiliata al Ministero o direttamente operante all’interno di un Ministero. In alcuni casi gli NDP non si trovano nella cerchia ristretta degli attori che operano su Urbact e quindi non sempre sono nella posizione migliore per fornire informazioni sul Programma Urbact soprattutto in relazione alle attività degli enti nazionali deputati alla governance del Programma.

D: E cosa puoi dirci a proposito delle opportunità? Quali sono le attività che tu pensi che gli NDP possano sviluppare maggiormente in futuro? C’è una lista dei possibili ruoli e delle possibili attività per loro?

R: quello che abbiamo notato guardando alle attività svolte finora è che concentrarsi interamente sui canali online non è abbastanza. Stiamo perciò pensando seriamente di includere nel “menù” degli NDP anche la partecipazione ad eventi esterni, dove gli NDP potrebbero fornire informazioni e sostegno rispetto ad Urbact, distribuire pubblicazioni e così via.
Un’altra opzione possibile, ma che deve essere ancora decisa, è se possano giocare un ruolo nel fornire informazioni circa i bandi che Urbact lancia periodicamente, aiutando anche le reti a trovare partner nei propri Paesi e viceversa.
Potrebbero anche avere un ruolo nel creare ulteriori collegamenti tra la comunità Urbact e le altre città nel loro territorio ed essere degli attori attivi nella comunità urbana, se esiste una rete simile. E trovare nuovi modi per far circolare le informazioni.
Stiamo anche pensando di fare in modo che gli NDP comunichino e informino su Urbact producendo contenuti originali. La comunicazione può essere co-creazione e non dovrebbe limitarsi soltanto alla traduzione. Lavorando con le città, con i dirigenti comunali e city manager, potrebbero sviluppare dei contenuti specifici per il loro Paese, cosa che oggi non avviene.

D: Un’ultima domanda, Ségolène. Sono ormai quasi cinque anni che ti occupi del coordinamento dei National Dissemination Point di Urbact. Come è stata e come è oggi questa esperienza per te?

R: forse la cosa più bella per me è che durante tutti questi anni ho incontrato persone da tutta Europa che sono appassionate di pianificazione urbana e di comunicazione. Si sforzano di raggiungere un pubblico nuovo e di presentare Urbact in un modo nuovo ed interessante. Si tratta di persone che hanno investito tempo ed energia per trovare modalità innovative per comunicare Urbact.
Una grande sfida, in questo contesto, è rappresentata dal fatto che quasi tutta la mia comunicazione con loro è effettuata a distanza. Usiamo appuntamenti telefonici, skype, e-mail, ma il contatto umano non è frequente. Se moltiplichi questo aspetto per 20 NDP, capisci che questa attività può essere particolarmente complicata, ma recentemente abbiamo cominciato ad usare una piattaforma digitale di comunicazione e abbiamo anche iniziato a sviluppare una comunicazione multi-direzionale, per cui le cose stanno cambiano anche da questo punto di vista.
E se c’è qualcosa che ho davvero imparato sulla comunicazione in generale è questa: se davvero vuoi che funzioni, la comunicazione deve essere un processo di co-creazione e deve essere multi-direzionale!

Per saperne di più:
Lista degli URBACT National Dissemination Points – Sito Urbact

Uno sguardo sulle città. Bayonne: Riqualificazione degli edifici e partecipazione dei cittadini con Urbact

Le vecchie città europee riflettono la lunga e articolata storia del continente. La loro bellezza attira visitatori da ogni parte del mondo, rendendo i loro abitanti orgogliosi del loro patrimonio culturale. Tuttavia, vivere in un centro storico è anche una sfida: condizioni di vita non ottimali, ereditate da concetti antichi di organizzazione dello spazio urbano e scontri architettonici col bisogno di provvedere ad un maggior comfort per gli abitanti. Il bisogno di sostenibilità e di performance energetica rappresentano un ulteriore sfida da affrontare nella riqualificazione urbana.

Per superare questa sfida, la città di Bayonne (Francia) ha deciso di intraprendere un viaggio partecipando ad Urbact con altri partner da tutta Europa. In questo contesto, il Comune ha dovuto mettere insieme gli stakeholders più importanti e lavorare con loro per redigere un piano di azione locale. Il Gruppo di Supporto Locale creato in questa prospettiva è diventato presto un attore decisivo per mobilitare i cittadini e le organizzazioni locali sull’agenda della riqualificazione urbana. Situata al confine occidentale con la Spagna, la città di Bayonne (popolazione di 46.000 abitanti) si è sviluppata fino alla fine del 19° secolo come un punto di difesa per la Francia. All’inizio del 20° secolo, la città ha perso il suo ruolo militare: i bastioni sono stati distrutti e la città si è espansa oltre le sue mura medievali. Le sue caratteristiche originali hanno lasciato tuttavia una forte impronta sul tessuto urbano del centro storico. L’area è caratterizzata da un’alta densità di abitazioni che spesso non rispettano gli standard di abitabilità: le stanze mancano di luce naturale o di aria fresca, c’è un inquinamento acustico significativo, rischi di incendi, e così via.
Queste caratteristiche hanno contribuito ad una notevole decrescita della popolazione nel centro cittadino tra il 1960 e il 1990. Il numero degli abitanti è sceso sotto i 5.000 nel 1990 nell’area storica, lasciando la maggior parte delle abitazioni totalmente o parzialmente inutilizzate, senza manutenzione e in decadenza. La popolazione che vive ancora nel centro è composta principalmente da persone con bassi salari e da inquilini precari.
L’obiettivo di preservare degli edifici storici in maniera sostenibile ed offrire al contempo buone condizioni di vita per gli abitanti è salito in cima alle priorità del consiglio comunale di Bayonne. Il Comune ha cominciato a sondare le opportunità offerte dall’eco-restauro di edifici antichi, cioè a dire tecniche eco-friendly per rinnovare gli edifici in maniera più efficiente e sostenibile.
Pur avendo poca esperienza con i progetti europei, Bayonne ha deciso di andare oltre e di esplorare questa innovazione nelle sue politiche nel quadro del programma Urbact, coordinando la rete “LINKS” (vedi sotto).

 

LINKS – La bassa tecnologia ereditata dalle vecchie città europee come elemento chiave di performance e sostenibilità (Low tech inherited from the old European cities as a key of performance and sustainability)
• Obiettivo del progetto: riconciliare le qualità del patrimonio storico ed ambientale per ottenere un ambiente con abitazioni sostenibili e attraenti nel cuore delle città per una popolazione diversificata
• Partner: Almería (ES), Anderlecht (BE), Bayonne (FR), Brasov (RO), Budrio (IT), Delft (NL), Kilkenny (IE), Veria (EL)
• Durata: luglio 2010 – febbraio 2013
• Link del progetto: urbact.eu/links

Condividere la conoscenza e farne buon uso: il valore aggiunto del lavoro in partenariato
Attraverso il lavoro con i partner, sia a livello europeo che con le città coinvolte nella rete LINKS e a livello locale mediante il coinvolgimento di un’ampia gamma di stakeholders nel Gruppo di Supporto Locale, Bayonne è stata capace di affrontare le principali questioni relative al rinnovamento del centro storico della città. Avendo l’obiettivo di trovare le soluzioni tecniche migliori e più sostenibili che avrebbero migliorato le condizioni di vita degli abitanti del centro cittadino, Bayonne ha dato inizialmente una forte dimensione tecnica al suo lavoro nell’ambito della rete LINKS. Il Gruppo di Supporto Locale di Bayonne è stato creato per favorire un approccio integrato rispetto alla sfida affrontata, con 3 sotto-gruppi: sociale, economico ed ambientale. Il Comune è riuscito a mettere insieme rappresentanti del dipartimento incaricato per l’Agenda 21 locale, un’organizzazione locale che ha l’obiettivo di disseminare informazioni sull’efficienza energetica (Espace Energie Info), l’agenzia nazionale per il miglioramento dell’habitat (ANAH), l’associazione nazionale delle città d’arte e storiche, la Camera dell’Artigianato, la Cassa Depositi e Prestiti – una banca nazionale che sostiene lo sviluppo locale – oltre ad un ampio numero di associazioni/reti locali di attori del settore edilizio.
Rispetto a questo periodo iniziale, Marion Thenet, vice Presidente della Rete delle Compagnie che rispettano l’ambiente e componente del Gruppo di Supporto Locale, ricorda: “il problema con il Gruppo di Supporto Locale di Bayonne all’inizio consisteva nel fatto che non era chiaro quali fossero i nostri obiettivi, cosa volevamo fare concretamente. Ci incontravamo e discutevamo ma non riuscivamo a vedere i benefici che avrebbe dovuto portare il progetto in termini di risultati finali”.
Parallelamente, Bayonne e tutti i partner della rete si stavano impegnano in quello che è un passaggio fondamentale del metodo Urbact: lo studio di base. Da produrre all’inizio del ciclo di vita della rete, lo studio di base mira a stabilire lo stato dell’arte rispetto alla sfida di policy affrontata dalla rete e la conoscenza esistente sul tema in oggetto, così come a delineare i profili e le posizioni dei partner in relazione alla sfida affrontata.
L’esercizio iniziale dello studio di base ha permesso ai partner della rete di condividere la conoscenza, gli studi e le pratiche esistenti sul tema dell’eco-restauro ad un ritmo molto veloce. Questa fase si è dimostrata di fondamentale importanza per l’approccio di policy di Bayonne, quando il team di progetto ha realizzato che non si trovava tanto nella situazione di chi doveva sviluppare soluzioni tecniche per l’eco-restauro del centro storico, quanto piuttosto si trovava in una fase in cui doveva incorporare la conoscenza disponibile sul tema a livello europeo nella propria politica locale.
Un altro momento fondamentale è stato quando la rappresentante politica coinvolta in LINKS in quel tempo, Martine Bisauta, Assessore responsabile per lo sviluppo sostenibile e la partecipazione dei cittadini, ha fornito una road map molto serrata per il lavoro di Bayonne in LINKS: “Restaurare gli edifici è importante, ma i cittadini dovrebbero venire prima”. L’eco-restauro e la costruzione di un centro storico “a prova di futuro” erano in cima all’agenda comunale. Ma i cittadini e i professionisti sapevano troppo poco di questo argomento. E dovevano essere informati!
Frédérique Calvanus, Lead partner della rete LINKS nel Comune di Bayonne e coordinatore del Gruppo di Supporto Locale, spiega questo cambiamento: “LINKS non consisteva più nel trovare le migliori soluzioni tecniche per l’eco-restauro, ma nel portare e disseminare quelle soluzioni a tutti gli stakeholders, tanto ai professionisti del settore del restauro quanto agli ingegneri edili del Comune, quanto agli abitanti del centro della città. La sfida del Gruppo di Supporto Locale è diventata quindi come far ciò in maniera interessante e innovativa”.

Il Gruppo di Supporto Locale alla guida di azioni per attivare gli abitanti e gli attori urbani nel settore edilizio

Idee ed esempi concreti sono venuti dalla Summer University Urbact per i Gruppi di Supporto Locale, organizzata nell’agosto 2011 a Cracovia, in Polonia. Per i rappresentanti di Bayonne, questo evento ha rappresentato una importante esperienza di apprendimento e un’occasione per trovare soluzioni innovative ad antichi problemi. Frédérique Calvanus, il leader della rete, si è sentita autorizzata a testare delle cose che non aveva mai provato prima, per lavorare in maniera diversa. “Per chi svolge una carriera nella pubblica amministrazione, un evento come la Summer University di Urbact è una grande boccata di ossigeno”. Il risultato è stata una serie di azioni pilota dedicate alla formazione e alla disseminazione sugli approcci e sulle tecniche per l’eco-restauro, avendo come destinatari diverse categorie di stakeholders. Una volta testate con successo, queste attività sarebbero diventate parte del Piano di Azione Locale di Bayonne. Dal punto di vista di Marion Thenet, questo aspetto rappresenta il fattore chiave per il successo del Gruppo di Supporto Locale di Bayonne: “ho partecipato a molti gruppi simili dove c’era molto bla bla bla, ma non succedeva niente. Ho scelto di giocare un ruolo attivo nel Gruppo di Supporto Locale di Bayonne perché abbiamo fatto cose concrete per la comunità, con modalità innovative e appealing. Ed ha funzionato!”. Le azioni pilota sono state così avviate dal Gruppo di Supporto Locale, puntando a raggiungere gli abitanti e i vari attori della catena dell'”agenda dell’eco-restauro”.
Caffè tematici sono stati organizzati, sulla base dell’esperienza della “Boutique del Patrimonio Culturale”, un centro documentale che ha fornito sostegno tecnico ai cittadini per la preservazione degli edifici storici che è anche un componente del Gruppo di Supporto Locale. Al fine di considerare anche il lato dell’offerta rispetto al tema dell’eco-restauro, sono state invitate anche le maestranze per spiegare i benefici di questo approccio alla riqualificazione.
Il Gruppo di Supporto Locale ha organizzato dei moduli molto concisi per le maestranze e per i lavoratori del settore edilizio di prima mattina, prima che andassero a lavorare. Tecniche specifiche e materiali sono stati introdotti da professionisti esperti a seconda del tema del Caffè.
La mancanza di una formazione specifica è stata identificata anche come un ostacolo allo sviluppo di “un’agenda per l’eco-restauro”. Il Gruppo di Supporto Locale ha quindi organizzato diversi seminari di formazione, le “Journées Form’action”, combinando moduli teorici e scambi su casi pratici. Attraverso questi seminari, il Comune ha favorito una maggiore consapevolezza, tra i professionisti del settore edilizio, circa il valore aggiunto della formazione, e allo stesso tempo è riuscito a coinvolgere degli stakeholders che spesso sono difficili da raggiungere. Tutte queste iniziative hanno potuto essere lanciate grazie alle nuove dinamiche di partenariato emerse nel Gruppo di Supporto Locale, badandosi sull’esperienza, sulle conoscenze e sul know-how dei suoi componenti.
Il Gruppo di Supporto Locale è così diventato una sorta di “living lab”. Nicolas Duvallet, rappresentante di Espace Info Energie, considera questa dimensione collaborativa come uno dei principali valori aggiunti dell’esperienza Urbact: “la struttura per la quale lavoro fa molta animazione e disseminazione per il pubblico generalista nel campo dell’efficienza energetica e del vivere sostenibile. Attraverso il Gruppo di Supporto Locale creato per la rete LINKS, ho scoperto il valore aggiunto del partenariato, lavorando insieme ad altri soggetti per fare qualcosa di più grande. Prima ciascuno di noi lavorava da solo, ora collaboriamo per migliorare le cose, informare sempre più persone e raggiungere nuove categorie di stakeholders!”
Marion Thenet ha apprezzato molto l’approccio pilota: “il Gruppo di Supporto Locale di Bayonne è riuscito a trovare modi nuovi e innovative per comunicare con le persone. Abbiamo organizzato più eventi perché le iniziative pilota hanno portato dei risultati molto buoni. Il nostro primo “Positive Energy Day” ha attirato molti partecipanti nonostante la pioggia e…uno scarso interesse generale tra i cittadini rispetto al tema dell’efficienza energetica. Con le attività intraprese grazie alla rete LINKS, Bayonne è riuscita ad invertire questa tendenza!”.

Un’esperienza di rete che ha portato a risultati tangibili
Come risultato dell’esperienza LINKS, Bayonne ha prodotto un Piano d’Azione per l’eco-restauro del suo centro storico che è allineato con le esigenze dei principali stakeholders. Inoltre, le azioni pilota sono state testate, migliorate e realizzate. Col coinvolgimento dei cittadini e utenti attraverso le azioni del Gruppo di Supporto Locale, il Comune di Bayonne è ora riconosciuto come una forza trainante del cambiamento in questo campo. Marion Thenet riconosce: “il coinvolgimento in LINKS ha cambiato molto il modo in cui il Comune era percepito. Il messaggio che i rappresentanti del Comune hanno mandato attraverso questo progetto è che volevano fare le cose insieme ai cittadini e per i cittadini, realizzando azioni concrete e positive”.
Far parte di un progetto europeo ha portato dei cambiamenti nel team di lavoro del Comune. I partner, lavorando con tanti stakeholders diversi, hanno incoraggiato un approccio più trasparente, aperto e partecipativo: “il Comune è stato in grado di de-clustizzare le sue attività nel nome di un progetto europeo. Abbiamo diversificato le nostre attività nel campo dell’eco-restauro (lavorando su tematiche di non diretta competenza del Comune, per esempio la formazione, facilitando una dinamica partecipativa)”, spiega Frédérique. Ciò porta frutti anche per altri progetti!
Fino a non molto tempo fa, l’uso di spazi pubblici nel centro della città rappresentava una questione molto delicata per il Comune, con posizioni divergenti e contrastanti tra gli stessi Servizi comunali. Usando l’esperienza Urbact in termini di approccio partecipativo e di lavoro in partenariato, è stata creata una tavola rotonda su questo tema. “Abbiamo cominciato dicendo che nessuna posizione è sbagliata”, dice Frédérique. In seguito, abbiamo applicato il metodo Urbact, il Comune ha contrattato due esperti esterni (un architetto e un sociologo) per formulare uno studio di base su questo tema. Ciò ha consentito a tutti i servizi di condividere un background comune e di valutare meglio le loro posizioni. Hanno cominciato a lavorare insieme a questo studio per costruire un approccio interno integrato sul tema in oggetto, sia in termini di analisi (uso e appropriazione dello spazio pubblico) che di progetti (che tipo di progetti possono essere proposti per animarlo e per coinvolgere i cittadini).
In generale, il caso di Bayonne prova che tutti i componenti del Gruppo di Supporto Locale ci hanno guadagnato qualcosa: l’allargamento della loro rete e la capacità di lavorare in partenariato, così come la partecipazione ad azioni concrete o il miglioramento dell’immagine dell’istituzione locale. Oltretutto, il Piano di Azione Locale è in fase di implementazione parziale mediante i fondi del Comune. Con il suo coinvolgimento in Urbact, Bayonne ha accettato una grande sfida: guidare una rete di città europee per migliorare la qualità della vita nei centri storici e creare un’edilizia confortevole e sostenibile. Lungo questo percorso, non solo il progetto è stato modificato ripartendo da zero ma una nuova dinamica partecipativa è stata creata coinvolgendo i portatori di interesse locali. Grazie a questa esperienza, Bayonne ora sta continuamente facendo progressi!

Per saperne di più:

LINKS network Results – Sito Urbact

Zoom on Bayonne– Sito Urbact

LINKS project mini-site– Sito Urbact

Bayonne ULSG Landscape– Documento di progetto

Urbact III sotto i riflettori: la consultazione pubblica è online

La bozza finale del Programma Operativo Urbact III è pronta. Il più ampio pubblico dell’Ue può ora dire la sua sul futuro di Urbact. La consultazione pubblica sulla versione finale della bozza del Programma Operativo Urbact III è stata lanciata a metà aprile e sarà aperta fino al 13 maggio.

Il vostro feedback sulle seguenti questioni è di fondamentale importanza per il Segretariato Urbact:
Quali sono le sfide urbane più importanti che si trovano a dover affrontare le città come la tua? Come possono le reti di scambio transnazionale sostenere le città nell’affrontare queste sfide?
Che tipo di capacità e competenze dovrebbero essere rafforzare a livello locale per traslare le lezioni delle reti Urbact in azioni concrete (es. in termini di city management, di strumenti di policy, aree di policy legate ai temi urbani, ecc.)?
Come può il Programma venire incontro a questi bisogni in termini di attività di capacity building?
Quali sono i principali ostacoli alla partecipazione delle città nel Programma Urbact?
Puoi condividere il tuo punto di vista con il Segretariato Urbact compilando questo formulario online.
La tua opinione è importante!