Tutta la vita in un foglio. Memorie di richiedenti asilo

Raccontare la propria esperienza di vita per fissarne le tappe e cambiarne il profilo, aggiungendo magari qualche piccola certezza. Provare a trasformare la paura in coraggio e guardare al futuro con maggiore speranza: è nato così il libro “Tutta la vita in un foglio – Memorie di richiedenti asilo” realizzato dalla cooperativa sociale Lai-Momo. Storie di uomini, donne, bambini che fuggiti dalle guerre, narrano a più voci le mille peripezie affrontate e chiedono asilo.

La pubblicazione è stata presentata il 10 dicembre a Bologna, proprio il giorno in cui si celebra la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani sottoscritta a Parigi il 10 dicembre 1948. Un codice etico d’importanza fondamentale, il primo documento a sancire, in ogni epoca e in ogni luogo, i diritti che spettano ad ogni essere umano.
Ad organizzare la presentazione del volume, la campagna di comunicazione del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar) del capoluogo emiliano. Nel corso dell’iniziativa è stato, inoltre, proiettato il documentario “Come il peso dell’acqua”, di Giuseppe Battiston, Stefano Liberti, Marco Paolini e Andrea Segre.
Le storie di vita raccolte nel libro “descrivono le preoccupazioni e i timori che hanno vissuto i protagonisti e, al contempo, i motivi per cui non vogliono tornare indietro – ha detto Sandra Federici, direttrice della rivista Africa e Mediterraneo, nonché curatrice della pubblicazione”. Storie travagliate, di grandi dolori e lutti, spesso ad opera di militari o ribelli, poi il desiderio di fuga, la realizzazione di questa attraverso il deserto, la prigionia, il mare. “In tutto questo dolore – racconta Federici – ci sono anche momenti in cui le storie riservano momenti felici da parte di chi le ha scritte”.

Il tema dei diritti sociali per richiedenti e titolari di protezione internazionale rappresenta un ambito particolarmente complesso. Quando si parla di diritti sociali realmente esercitabili da parte di richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale, è necessario, infatti, porre l’attenzione su due livelli distinti, ma complementari al tempo stesso: da una parte i diritti di cui si è titolari e valutare l’adeguatezza dei servizi offerti perché questi siano effettivi; dall’altra occorre esaminare quali siano le reali modalità di accesso a questi servizi e rilevare l’eventuale presenza di ostacoli burocratici, amministrativi, relazionali, culturali che possono rendere più difficile il reale godimento dei diritti stessi. Occorre inoltre fare un po’ di chiarezza sulla confusione che spesso accompagna i termini connessi al flusso migratorio. Rifugiato è, ad esempio, a partire dalla Convenzione di Ginevra del 1951, colui che temendo a ragione di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un determinato gruppo sociale o per le sue opinioni politiche, si trova a dover fuggire dal Paese di origine. Profugo è, invece, colui che è costretto a lasciare la propria terra a causa di guerre, persecuzioni, violazione dei diritti umani e catastrofi, senza tuttavia avere il riconoscimento dello status di rifugiato. Richiedente asilo è colui che, lasciato il proprio Paese ed avendo presentato la domanda di asilo è in attesa di risposta da parte delle autorità dello Stato ospitante in merito al riconoscimento dello status di rifugiato. Sfollato è colui che lascia il proprio territorio a causa di guerre, persecuzioni o calamità naturali, ma rimane all’interno della propria nazione. Migrante economico è colui che lascia il Paese di origine volontariamente, in cerca di migliori condizioni economiche, a differenza di chi migra forzatamente.