Il rischio determinato dalle produzioni industriali

Tra i rischi non naturali, ma connessi alle attività umane, ricade il rischio generato da alcune produzioni industriali. Il Ministero dell’Ambiente gestisce l’Inventario Nazionale degli Stabilimenti a Rischio di incidente Rilevante. Si tratta di un censimento in continuo aggiornamento degli stabilimenti industriali che utilizzano o detengono sostanze chimiche per le loro attività produttive, con rischio per la popolazione e per l’ambiente circostante.

 

Questi stabilimenti devono sottostare ad una serie di prescrizioni definite nella cosiddetta “Direttiva Seveso II”, recepita in Italia con il Decreto Legislativo n. 334 del 1999 e sue modificazioni e integrazioni .
Secondo il censimento effettuato dal Ministero dell’Ambiente con la collaborazione dell’Ispra nel dicembre 2012, gli stabilimenti suscettibili di causare incidenti anche gravi sono 1.143 in tutta Italia, di cui 587 classificati a maggiore “pericolosità” (art. 8 del D.Lgs. 334/99).
Si parla ovviamente di solo rischio potenziale. Gli effetti sulla salute umana in caso di esposizione a sostanze tossiche rilasciate nell’atmosfera durante l’incidente variano a seconda delle caratteristiche delle sostanze, della loro concentrazione, della durata d’esposizione e dalla dose assorbita, mentre gli effetti sull’ambiente sono legati alla contaminazione del suolo, dell’acqua e dell’atmosfera da parte delle sostanze tossiche.
Le tipologia delle attività più ricorrenti tra gli stabilimenti a rischio sono i depositi di oli minerali, gli stabilimenti chimici e/o petrolchimici e i depositi di gas liquefatti (essenzialmente GPL). Si contano inoltre i depositi di esplosivi, le centrali termoelettriche e le acciaierie.
mappa rischi industriali2Nelle città metropolitane sono 237 gli impianti suscettibili di causare incidente rilevante, di cui 132 catalogati nella categoria ex art. 6/7/8 (la più pericolosa). In assoluto è Milano la città metropolitana maggiormente esposta al rischio potenziale di incidente (69 stabilimenti censiti), soprattutto a causa della localizzazione di molti stabilimenti ubicati nella corona metropolitana (66 stabilimenti nella corona e 3 nel comune centrale); a seguire le città di Napoli (33 stabilimenti), Roma e Venezia (entrambe con 26 stabilimenti).
Se tuttavia si sposta il punto di osservazione nel comune centrale, ovvero lì dove c’è la maggiore densità di popolazione, sono Venezia e Genova i comuni a maggior rischio, con rispettivamente 15 e 14 stabilimenti censiti. La città a minor rischio è invece Reggio Calabria, nella quale è presente un solo stabilimento a rischio di incidente rilevante.
La mappa delle localizzazione degli stabilimenti evidenzia nella città di Milano l’interessamento di una vasta area coinvolta dal fattore di rischio industriale. Se infatti per altre città, come Torino e Bologna la localizzazione degli impianti è circoscritta soprattutto ad una prima fascia di comuni limitrofi alla località centrale, a Milano buona parte del territorio metropolitano risulta suscettibile di incidente, soprattutto la zona est della città metropolitana. Genova, Roma e Venezia sono città nelle quali il rischio è concentrato in alcuni comuni (Genova, Venezia, Roma, Civitavecchia, Fiumicino, Pomezia).