Noi domani, un viaggio nella scuola multiculturale
Nell’istituto romano (scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado), al centro dell’Esquilino, una delle zone della Capitale a più alta concentrazione di immigrati, la percentuale di alunni stranieri supera il 45 percento nella primaria e si avvicina al 60 percento nella secondaria. “Sono aumentate, tuttavia, – precisa l’autore- anche le iscrizioni di alunni figli di genitori italiani, provenienti dai quartieri vicini. Segno questo non soltanto di una solidità in un contesto fortemente multietnico ma anche e soprattutto di una capacità attrattiva, di una proposta didattica convincente”. Questo grazie anche alla collaborazione tra genitori e insegnanti. Infatti l’associazione dei genitori è impegnata nel recupero degli spazi comuni dentro e fuori la scuola. L’esperimento “cortili aperti”, così l’hanno chiamato, ha funzionato. Indipendentemente dalla diversità delle provenienze o dalle questioni di integrazione il prendersi cura degli spazi pubblici e della scuola ha unito stranieri e italiani. L’educazione dei figli e l’abbellimento della scuola hanno spinto alla collaborazione.
Da Roma a Palermo il passo è breve . Un’altra significativa esperienza raccontata dall’autore è il caso dell’Istituto Laura Lanza – Baronessa di Carini di Palermo. “Non c’è educazione senza il senso del bello”. E’ questo il programma del preside dell’istituto. Una scuola di 1400 alunni tra asilo, elementari e medie in cui è stato avviato un percorso innovativo: educare alla bellezza. In ogni angolo dell’edificio scolastico, dalle mura ai corridoi, ci sono murales e scritte dipinte dai ragazzi. Tutto questo perché il bello è contagioso, spinge ad avere maggiore cura degli spazi comuni e della scuola. Una scuola aperta che ha adottato un metodo fantasioso per coinvolgere i ragazzi in attività extracurriculari. Ogni aula infatti viene denominata a seconda delle attività svolte dai ragazzi al di fuori dell’orario scolastico. Si va dall’aula Socrate a quella Munari; se la classe Socrate sarà coinvolta in una visita agli scavi archeologici di Selinunte la classe Munari farà invece visita alla galleria di Arte moderna.
Sono tanti gli esempi di scuole “aperte” e multiculturali come dimostra anche l’esperienza dell’istituto Sampierdarena di Genova. L’Istituto ha avviato infatti un corso d’eccellenza, come lo hanno chiamato, ovvero un corso di latino che mette insieme tutte le quinte dell’istituto. Un progetto che ha unito studenti di diverse nazionalità che ritrovano nel latino analogie con la propria lingua. Ma integrazione vuol dire anche sport. Infatti nell’istituto di Genova, considerata la Quito d’Italia per l’alta concentrazione di ecuadoregni, si pratica anche l’ecuavolley: una sorta di pallavolo ecuadoregna praticata nei primi anni Sessanta in Ecuador. Un progetto questo che rientra in un programma condiviso da altre scuole italiane chiamato “Tutte le lingue dello sport”.
Il libro sembra suggerire al lettore una possibile e concreta strada verso l’integrazione e il multiculturalismo nelle scuole del domani: conoscenza, condivisione e cura degli spazi comuni come del resto le sperimentazioni in molte scuole italiane già dimostrano.
Vinicio Ongini Noi domani, un viaggio nella scuola multiculturale, Laterza 2011.