L’Italia cambiata dai ragazzini – Nuovi amministratori, nuovi Comuni

Un viaggio per l’Italia dei giovani amministratori. Da Nord a Sud Giacomo D’Arrigo racconta l’esperienza e le buone pratiche realizzate dagli amministratori locali under 35 nel suo libro “L’Italia cambiata dai ragazzini – Nuovi amministratori, nuovi Comuni” edito da Marsilio. E’ composto da 22mila giovani amministratori, ovvero il 20 per cento del totale degli amministratori locali, l’esercito del cambiamento. Giovani che decidono di spendere parte del proprio tempo per lo sviluppo del territorio e il bene comune. “Tra gli amministratori locali, i giovani sono le energie più fresche e innovative, quelle che contribuiscono al cambiamento dei comuni e delle rispettive comunità”, scrive l’autore che passa in rassegna le migliori pratiche realizzate a livello locale.

Economia e sviluppo, integrazione, ambiente ed energia, cultura, innovazione, partecipazione e civismo sono le direttrici lungo le quali si snoda il racconto di D’Arrigo.

Economia e sviluppo

Sotto la voce Economia e sviluppo, l’autore riporta la storia di quattro piccoli comuni, Gualdo Tadino, Bolsena, Dogliani e Frigento che hanno in comune il particolare approccio rispetto allo sviluppo e valorizzazione del territorio. A Gualdo Tadino, comune a sud di Perugia con circa 16mila abitanti, l’amministrazione ha realizzato un piano di rilancio del territorio “Patto sociale per lo sviluppo del territorio” che ha visto la collaborazione di associazioni di categoria, istituti di credito e cittadini. Il risultato dell’iniziativa ha portato alla nascita di più di 40 nuove imprese con un aumento dell’occupazione. Bolsena, invece, 27 chilometri da Viterbo, ha una sana situazione economica come emerge dalla testimonianza dell’assessore Andrea Di Sorte. Il comune ha cercato di limitare al massimo la pressione fiscale sui cittadini, infatti dal 1999 le tasse locali non subiscono aumenti. Mentre è stato avviato un progetto di “credito solidale” a Dogliani grazie alla collaborazione tra amministrazione, la locale banca cooperativa e il consorzio dei servizi sociali. L’iniziativa ha l’obiettivo di sostenere le famiglie in difficoltà economica e sociale garantendo l’accesso al credito attraverso micro-prestiti. Infine c’è il caso di Frigento, in provincia di Avellino, colpita da una dura crisi industriale per via della chiusura dell’unica fabbrica che produceva autobus, l’Irisbus. Grazie ad un massiccio programma di investimenti nel territorio, l’area comincia di nuovo a prendere fiato grazie anche ad un accordo con il Ministero delle Infrastrutture e Ferrovie dello Stato per l’apertura della fermata “Irpinia” sulla tratta ad alta velocità Napoli-Bari.

Integrazione, Ambiente ed energia
Non c’è sviluppo economico del territorio se non vi è integrazione tra le forze sociali. Lo sa bene l’assessore di Novellara (provincia di Reggio Emilia) Youssef Salmi che ha promosso un modello di integrazione e convivenza tra le diverse comunità presenti sul territorio e fondato l’associazione araba di cultura e solidarietà “Badr”. La storia dell’assessore è anche testimonianza di una sensibile crescita in termini percentuali di giovani amministratori di origine straniera presenti nei comuni italiani. Basti pensare al sindaco del Comune di Modolo a 50 chilometri da Oristano, Omar Hassan, di origine egiziane, che è anche alla giuda della consulta Anci dei piccoli comuni di tutta l’isola. Storie di integrazione ma anche di impegno delle amministrazioni nella promozione di progetti volti a combattere ogni forma di razzismo. Su iniziativa di Reggio Emilia, con il patrocinio del Consiglio d’Europa, è stata avviata infatti la rete delle “Città del dialogo” che ad oggi comprende 23 città che collaborano sui temi dell’integrazione. Tra i comuni aderenti quello più a sud è Pizzo (Reggio Calabria) guidato da un giovane amministratore Gianluca Gallipo.

Anche la tutela dell’ambiente e l’efficienza energetica sono tra le priorità dei giovani amministratori italiani. Così nel volume trova spazio la storia del piccolo comune di Carovilli, a 23 chilometri da Isernia, grazie all’impegno della consigliera Nadia Falasca. Il comune è al centro di un progetto pilota unico in Italia che coinvolge 14 centri molisani nei quali l’Enel s.p.a. sta testando “Enel smart city”. Si tratta di un’iniziativa che vede il coinvolgimento dell’amministrazione e dei cittadini per valutare e definire il giusto quantitativo di energia , rispetto a quanto ne viene prodotta, per abbattere i costi e gli sprechi.

Cultura e innovazione
“In Italia tutto è cultura” scrive l’autore e tanti sono gli esempi di Comuni impegnati nella promozione della cultura. Come Firenze, che nel giugno del 2012, è riuscita ad aprire al pubblico la Torre di Arnolfo che svetta da Palazzo Vecchio per 95 metri. Il monumento, edificato tra il Duecento e il Trecento, è stato la prigione di Cosimo il Vecchio e Savonarola, un’apertura che rientra in un più ampio progetto di raddoppio di spazi museali fruibili al pubblico, come testimonia il sindaco Renzi. Inoltre è stato possibile salvare anche il teatro della Pergola grazie ad una partnership con la Cassa di risparmio di Firenze che ha permesso di evitarne la chiusura. Non solo Firenze, ma anche Monterotondo, un comune di 45mila abitanti, punta sulla cultura. Grazie all’impegno dei suoi giovani amministratori, il comune ha dato il via all’istituzione culturale Monterotondo (ICM), uno strumento amministrativo ad hoc finalizzato allo sviluppo del settore culturale. Anche il tema dell’innovazione trova spazio nelle iniziative dei Comuni, come il caso di Potenza, tra i tanti. Potenza ha promosso il concorso “PotenzaApp” che punta a coinvolgere i cittadini, imprese, associazioni, comunità di sviluppatori, nella definizione di progetti per la città che vadano verso la strada della promozione dello sviluppo tecnologico del territorio.

Partecipazione e civismo
Spazio anche a casi di partecipazione civica e collaborazione tra cittadini e amministrazione nel volume. Ad esempio a Roma, in quello che era indicato come il XVII municipio, la giovane amministratrice Francesca Elia ha messo in atto quanto previsto nel regolamento di partecipazione dei cittadini sulle scelte di trasformazione urbana. Al centro dell’esperienza l’ex deposito Atac “Vittoria” che l’azienda municipale mette in vendita. Grazie all’impegno della consigliera nasce il Laboratorio di progettazione partecipata che coinvolge cittadini e amministratori per elaborare insieme una proposta di riqualificazione dell’area. Mentre Capannori nel 2012 ha lanciato il progetto “Dire, Fare, Partecipare” con l’obiettivo di definire un bilancio socio-partecipativo che include i cittadini nelle scelte di governo. Infine, tra i tanti casi, vi è quello di Bologna che in collaborazione con l’associazione Labsus – Laboratorio per la sussidiarietà ha coinvolto i cittadini nella cura dei beni comuni. Si tratta della presa in carico del territorio come forma matura di partecipazione e cittadinanza verso un modello di amministrazione condivisa.

Queste storie dimostrano come “La bravura di queste nuove leve – scrive D’Arrigo – non proviene (solo) dalla loro giovane età, ma dalla capacità di realizzare idee e percorsi nuovi”. E’ una generazione che ha scelto di percorrere ogni giorno la strada di una politica come funzione sociale insostituibile per cambiare il Paese.