Un senso al futuro. Una visione condivisa: il Piano Strategico Metropolitano di Bologna

Da Diario Metropolitano – Il Piano Strategico diventa Metropolitano e Bologna è la prima tra le città metropolitane ad essersi dotata di un Piano di questo tipo anche se il processo di pianificazione precede la L. 56/14. Per questo Bologna è un caso interessante da esaminare e per questo l’esperienza bolognese può offrire utili suggerimenti alle città che, dopo gli Statuti, saranno impegnate nella definizione dei loro Piani Strategici Metropolitani. Ne parliamo con Daniele Donati – Presidente del Comitato Scientifico del Piano Strategico Metropolitano di Bologna

Come si è strutturato il percorso che ha portato al piano strategico metropolitano?

Il processo che ha portato alla creazione del Piano Strategico Metropolitano (PSM) di Bologna si è avviato a ottobre 2011 e si è concluso a luglio 2013 con la presentazione del Documento di Piano. Questo Piano nasce quindi, prima della L. 56/2014, dalla volontà del Comune e della Provincia di Bologna dicoinvolgere cittadini e portatori di interesse per definire gli orientamenti principali dello sviluppo del territorio metropolitano.

Il PSM di Bologna ha due caratteristiche distintive, anzitutto nasce in un tempo di crisi con l’intento di ripensare il futuro dell’area metropolitana bolognese, inoltre è il primo Piano concepito secondo l’ottica metropolitana poi indicata dalla L. 56/14.
Il percorso che ha portato al Piano Strategico Metropolitano ha preso avvio con il coinvolgimento dei principali stakeholder del territorio (a partire dagli amministratori comunali) e con la nomina di un gruppo di esperti ai quali è stato affidato il compito di ideare e guidare la progettazione, definendo le indicazioni metodologiche per la corretta realizzazione del processo stesso.
Successivamente è stato redatto un Manifesto nel quale sono stati definiti i pilastri del Piano strategico, riferimento per tutti gli attori coinvolti e da coinvolgere nel processo di pianificazione. Inoltre sono state definite ‘le regole del gioco’ attraverso la formalizzazione delle prime indicazioni metodologiche.
Il percorso di coinvolgimento, confronto e scambio si è realizzato attraverso 3 Forum e 4 Tavoli.I Forum sono stati i momenti pubblici organizzati con l’intendo specifico di raccontare alla cittadinanza l’evoluzione dei lavori; i Tavoli, invece, hanno affrontato 4 temi-chiave: economia(Tavolo innovazione e sviluppo), territorio (Tavolo ambiente assetti urbani e mobilità), cultura (Tavolo conoscenza educazione e cultura) e welfare (Tavolo benessere e coesione sociale).
I lavori dei Tavoli sono stati preceduti da approfondite analisi relative a circa venti diverse tematiche; queste analisi sono state il punto di partenza della discussione dei Tavoli come base conoscitiva di partenza necessaria per inquadrare i temi e favorire la progettualità.

Chi sono gli attori che hanno contribuito a definire il Piano Strategico Metropolitano?

Gli attori principali che hanno realizzato il Piano Strategico Metropolitano sono stati organizzati in:

– Comitato promotore. Presieduto dal Sindaco di Bologna e dalla Presidente della provincia era composto da tutti i più importanti stakeholder della città metropolitana tra cui i comuni e le unioni di comuni della provincia di Bologna;

– Comitato scientifico. Composto da esperti di alto livello e studiosi di materie affini ai contenuti del Piano Strategico Metropolitano ha avuto il compito di definire e validare il percorso, oltre che di definire la metodologia di lavoro;

– Collegio tecnico. Formato da dirigenti e funzionari del Comune di Bologna e della Provincia, scelti per la loro funzione e le loro competenze, quale punto di riferimento metodologico e organizzativo del Comitato Promotore. Il compito di questo collegio è stato quello di raccordare il Comitato Scientifico ed i membri del Comitato Promotore, dirigendo anche l’azione della Segreteria Tecnica;

– Segreteria tecnica. E’ stata la sede operativa dedicata alla organizzazione e alla predisposizione dei materiali del PSM. Essa cura, in particolare l’organizzazione dei Tavoli di Progettazione, dei Forum e delle iniziative ad essi collegate, nonché la gestione del sito web.

Oltre a questi sono stati attori del Piano Strategico Metropolitano i tanti stakeholder (associazioni e organizzazioni) che hanno preso parte agli eventi organizzati (Forum) e ai lavori dei Tavoli.

Quali sono gli esiti principali del processo di ideazione del Piano?

Dalle attività realizzate all’interno dei Tavoli sono nate 800 idee-progetto riorganizzate in 15 assi strategici. Queste 800 proposte sono state selezionate e riaccorpate in 66 progetti che il Comitato Promotore ha sottoscritto nel corso del Terzo Forum attraverso la firma del Patto Metropolitano.
Ogni progetto è articolato in precise sezioni: Indicazioni relative alle caratteristiche di strategicità del progetto; Sezione che raccoglie la descrizione del progetto; Sezione nella quale si descrivono gli elementi di specificità del progetto; Sezione che rappresenta il quadro economico e di sostenibilità finanziaria; Sezione nella quale si indicano i collegamenti eventuali con altri progetti dello stesso gruppo di lavoro.

Che consigli si possono offrire alle città che sono ora alle prese con la realizzazione del loro Piano Strategico Metropolitano?

Il primo consiglio è di avviare questo processo di coinvolgimento e di confronto a partire da un’idea forte di ciò che dovrà essere la futura città metropolitana, aperti ad ascoltare e recepire le proposte che escono dal confronto ma essendo orientati su una visione complessiva precisa, e quindi sui limiti e le priorità;
E’ molto importante definire regole chiare e leggere che guidino tutte le azioni del processo di pianificazione e che consentano di concordare con gli attori coinvolti sul senso dell’adesione e sulle modalità di partecipazione. La scelta di Bologna è stata quella di indicare e formalizzare un metodo di lavoro attraverso vari documenti in successione;
Il processo che ha portato al Piano Strategico Metropolitano è stata l’occasione per realizzare una grande azione di ascolto della città capoluogo e degli altri territori. Questo percorso, però, è durato ben un anno e mezzo, un tempo troppo lungo rispetto a quanto prevede la L. 56/2014 che stabilisce che il Piano Strategico sia un atto di indirizzo dell’amministrazione con durata triennale. Per questo, a valle dell’esperienza fatta, il consiglio è quello di selezionare maggiormente i portatori di interesse da coinvolgere finalizzando fin da subito la discussione anche grazie ad una visione già chiara di città metropolitana.

Per approfondimenti:
psmbologna.it