Inaugurata a Roma una Casa di seconda accoglienza

A Roma, il 24 ottobre, nella sede del Seminario teologico Scalabriano è stata inaugurata una struttura di seconda accoglienza, una comunità inclusiva dove gli ospiti possano operare insieme per l’inserimento nel tessuto sociale cittadino. Culture, storie personali e percorsi venuti da lontano, ma vicini nella volontà di conoscere, apprendere, qualificarsi e poter lavorare. Qualche numero: 14 i Paesi di provenienza degli ospiti della Casa; dai 10 ai 70 anni di età il gap generazionale; 3 le famiglie; 24 gli ospiti al momento; 31 le persone che possono essere accolte. Il direttore del Centro, Emanuele Selleri al momento dell’inaugurazione ha detto: “Si tratta di persone che hanno già una buona conoscenza del territorio, ma non riescono, al momento, a pagare un affitto in modo continuativo, cosa ancora più difficile per le famiglie con figli”. L’iniziativa promossa dai missionari scalabriani, dall’Elemosineria apostolica, dalla Conferenza episcopale italiana e dalla Fondazione Migrantes. A sottolineare lo stile peculiare di Casa Scalabrini, che consente ad ogni ospite la libertà di esprimere se stesso e di non dimenticare la propria cultura d’origine, hanno pensato il presidente della Commissione per le migrazioni Cei ed il presidente della Fondazione Migrantes (già parroco di San Luca a Largo Preneste, Municipio V di Roma, nella stessa area della struttura appena inaugurata) sottolineando quanto la rete sia fondamentale per la riuscita di progetti come questo. Ad ognuno degli ospiti accolti nella nuova struttura sarà dedicato un percorso personalizzato per conoscere e rispettare la storia di ciascuno, mettere in evidenza le peculiarità di tutti trovando il giusto inserimento. I progetti guardano a forme di avviamento professionale e di interazione con il quartiere, tirocini formativi, nonché un laboratorio sartoriale all’interno della Casa.