I grandi colossi dell’energia

Due casi nazionali: Enel ha costituito una squadra di super esperti nella finanza del carbonio ed Eni si è alleata con il Mit di Boston (Massachussets Institute of Technology) per lo sviluppo congiunto di tecnologie solari. Intanto Bp e Shell puntano sui combustibili alternativi al petrolio che non aggravano l’effetto-serra. L’inglese Bp sviluppa con il grande polo chimico statunitense, Du Pont, la benzina al biobutanolo, un derivato dalla sintesi di prodotti di origine naturale, che consente di dare al carburante un numero di ottani più alto aumentando la quantità di biocarburanti nelle miscele di benzina e superando in questo modo l’attuale limite del 10% posto dall’alcool. L’anglo-olandese Shell sostiene l’importanza di poter conciliare la produzione di combustibili di origine vegetale con il fabbisogno di cibo, come nel caso dell’alcool ottenuto dal mais, poiché questi combustibili di origine vegetale saranno essenziali per contribuire a soddisfare le future esigenze energetiche mondiali. Gli ecologisti temono che per produrre alcool per motori, vengano utilizzate derrate sottratte all’alimentazione.

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