Urbact III e le città italiane: le nuove opportunità per uno sviluppo urbano integrato e condiviso

52 reti tematiche, più di 500 città da 28 Stati, 3 bandi europei, 350 piani d’azione, 5000 stakeholder da tutta Europa: Urbact III punta a superare i numeri delle call precedenti, promuovendo nuove tipologie di progetti che puntano ulteriormente ad accelerare i processi di sviluppo urbano attivati nelle città finora coinvolte. L’importanza per l’Italia del principale strumento europeo dedicato alle città è testimoniato dalla presenza di oltre un centinaio fra esperti, amministratori e funzionari locali presenti all’Infoday nazionale organizzato a Roma il 13 e 14 novembre dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, in collaborazione con il segretariato di Urbact e Cittalia.

Con oltre cinquanta città partecipanti al programma negli ultimi anni, l’Italia è il paese dell’Ue che ha maggiormente partecipato al programma sin dal suo lancio, che ha costituito una prosecuzione del lavoro, avviato con programmi come Urban, di sostegno allo sviluppo urbano attraverso il potenziamento di azioni e competenze delle amministrazioni locali. Tuttavia, come ricordato in più occasioni, Urbact non rappresenta una panacea per tutti i problemi e gli ostacoli che si frappongono sulla strada del governo positivo dei processi urbani ma contribuisce a rendere più efficiente l’azione di amministrazioni capaci di guardare al futuro con una programmazione condivisa e partecipata, grazie al coinvolgimento dei saperi e delle reti esistenti sui territori che si rivelano sempre più utili per proiettarsi su scala internazionale e trovare risposte comuni ai problemi urbani.

Innovazione, inclusione, mobilità urbana, sostenibilità ambientale, economica e sociale: sono queste alcune delle priorità del nuovo programma Urbact, che migliora la sua formula e diversifica le possibilità di adesione per le città, a partire da un’analisi attenta di ciò che ha funzionato maggiormente negli ultimi anni.
Favorire l’integrazione tra differenti opportunità finanziare per garantire concretezza e sostenibilità agli interventi promossi dai piani d’azione locale è una delle priorità emerse dal programma che come pochi ha aumentato la sua dotazione finanziaria complessiva del 40% rispetto all’edizione precedente, per un totale di 74 milioni di euro.

La principale novità è costituita dalla diversificazione del tipo di network finanzabili dal programma: alle oramai tradizionali reti tematiche per la pianificazione di piani d’azione locale, si aggiungono i transfer network, che puntano a trasferire una buona pratica da una città ad un gruppo limitato di altre, e gli implementation network, che accompagnano l’azione di città con progetti già cantierabili in ambiti specifici.
Per queste ultime due tipologie di network restano ancora da definire dotazione finanziaria e durata dei network, mentre per le reti tradizionali è già stato deciso che i capofila potranno essere solo città (e quindi non altre tipologie di partner come Regioni, centri di ricerca o municipalità) e i partenariati potranno contenere dagli 8 ai 12 partner.
Il primo bando dedicato ai partenariati di tipo classico sarà pubblicato a inizio 2015 mentre per gli altri bandi bisognerà attendere quasi fino alla fine dell’anno, così da far coincidere le tempistiche di presentazione di tali bandi con quelli di presentazione dei Programmi operativi regionali.

Le città saranno quindi ancora più protagoniste di Urbact: l’80% dei partecipanti ai partenariati dovrà infatti essere composta da città, di grandi, medie o piccole dimensioni. In ogni network potranno esserci al massimo tre partner non urbani e dovrà esserci un equilibrio fra città del nord o del sud del continente, o fra quelle più o meno svantaggiate. La quota di co-finanziamento nazionale richiesto cambierà proprio in ragione di questo criterio: il programma finanzierà all’85% città provenienti da regioni Obiettivo Convergenza, al 70% città provenienti da città di regioni Obiettivo Competitività. Il finanziamento complessivo per ogni partenariato sarà tra i 600mila e i 750mila euro, a seconda dell’ampiezza del partenariato e delle attività proposte.

Coinvolgere le città sin dall’elaborazione delle nuove strategie d’azione è l’obiettivo del segretariato di Urbact, che considera Urbact III ancora un work in progress a cui è possibile contribuire con proposte e suggerimenti utili a partire proprio dall’esperienza delle città che hanno già preso parte al programma negli ultimi anni.
Particolarmente utili a riguardo le indicazioni emerse dalla giornata dedicata alla finalizzazione dei Piani d’azione locali, che il 13 novembre ha coinvolto amministratori e funzionari locali in un dialogo con esperti e stakeholder locali, per individuare le modalità migliori di promozione di quanto si sta realizzando nelle città partecipanti a Urbact II.

Chiarezza e partecipazione sono le parole d’ordine che le amministrazioni locali devono perseguire se intendono realmente favorire il coinvolgimento dei residenti attorno ai Piani d’azione locale, che rappresentano il culmine di processi partecipativi locali spesso inediti e con effetti positivi sull’intera azione amministrativa.
Dare concretezza al metodo Urbact, trasformando visioni e suggestioni emerse dal confronto con altre città europee in spunti reali d’azione è la priorità che va perseguita in questa fase di passaggio tra il secondo e il terzo programma Urbact.

Soprattutto nell’attuale congiuntura economica, particolarmente gravosa per le casse delle amministrazioni locali, Urbact offre possibilità di messa in rete di esperienze locali e sapere condiviso ma anche uno strumento per giungere a quella pianificazione di medio e lungo periodo che spesso è mancata soprattutto a livello locale.
Più di tutto, Urbact continua a rappresentare un’occasione di formazione e scambio continuo per il personale delle amministrazioni locali e per gli amministratori stessi: un modo per ripensare non solo a quello che la città può fare per i suoi cittadini ma anche a quello che i tecnici urbani possono fare per la città.