Rete protezione e inclusione sociale, Vecchi: “Riforme strutturali per un welfare di comunità”

“Ringrazio il ministro per aver ripreso questo percorso di confronto inter-istituzionale attraverso il coinvolgimento della Rete di protezione e inclusione sociale che aveva avuto un comprensibile rallentamento a causa della pandemia. I Comuni oggi si trovano a fronteggiare nuovi bisogni con la riconversione dei servizi sociali in un contesto di complessità nuova e impegnativa”. E’ quanto ha rimarcato il delegato Anci al welfare e sindaco di Reggio Emilia, Luca Vecchi nel corso della riunione della Rete della protezione e dell’inclusione sociale presieduta dalla ministra del lavoro e delle politiche sociali, Nunzia Catalfo. Al centro dei lavori l’avvio del confronto e del dibattito sul Piano sociale nazionale e sul Piano degli interventi e i servizi sociali di contrasto alla povertà per il prossimo triennio 2021-2023.
“Apprezziamo – ha proseguito Vecchi – la valutazione del ministero sul proseguimento del percorso per l’identificazione dei livelli essenziali dei servizi, così come l’impegno e l’attenzione nel Fondo sociale sull’infanzia e l’adolescenza: una delle sfide strategiche che il paese deve giocare aumentando la scolarizzazione della fascia 0-6 per contrastare la povertà educativa che spesso è generativa di povertà sociale. Dopo anni di tagli ci troviamo in una nuova fase con una maggiore disponibilità di risorse per le politiche sociali, tuttavia la capacità di spending dei Comuni incontra ancora molti limiti burocratici”.
Accanto al riconoscimento e alla necessità di rafforzare i servizi sociali come fattore di resilienza del territorio, alla necessità di far partire i lavori del nuovo piano sociale nazionale e del nuovo piano per la lotta alla povertà e alla realizzazione di un primo blocco di livelli essenziali – punti messi in evidenza dalla ministra – Vecchi ha aggiunto anche l’importanza di costruire un sistema di welfare community per la tenuta economica e sociale del paese.
“Siamo a vent’anni dalla Legge 328 del 2000, pietra angolare per la costruzione di servizi di welfare di comunità nel nostro paese. In questo difficile momento di pandemia mondiale, in un contesto di rinnovata attenzione al tema delle risorse, – ha concluso il delegato Anci – dobbiamo porre le basi di riforme strutturali non solo per affrontare i prossimi mesi ed uscire da questa emergenza sanitaria ma anche per costruire un sistema di welfare di comunità da qui ad un prossimo futuro”.
Puntare ad interventi di lungo periodo per affrontare e garantire delle risposte ai bisogni delle persone con particolare attenzione al tema dell’housing sociale, dei piccoli Comuni e al rafforzamento dei servizi sociali verso i soggetti più fragili, come le persone senza fissa dimora, sono state le questioni poste al centro del dibattito dalla presidente della Commissione welfare di Anci, Edi Cicchi. “In un momento così difficile – ha spiegato – è importante la riattivazione dei lavori della Rete di protezione e inclusione sociale: obiettivo è quello di lavorare per avere un quadro strategico dei Piani d’intervento non solo sulla povertà ma anche su tutti quei temi legati ai bisogni delle persone: dalla non autosufficienza, alla disabilità e la famiglia”.