Bollettino Urbact – Giugno 2013

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Report – Cibo migliore per vite migliori: alimentazione sostenibile in città

altCibo sostenibile e salutare è una questione centrale in Europa e ora un nuovo progetto Urbact si sta occupando proprio di questo vasto tema. Quando recentemente si è scoperto che la carne di cavallo era presente in una vasta gamma di carni conservate, i consumatori si sono arrabbiati e si sono mostrati diffidenti. Questo recente scandalo alimentare che ha colpito l’Europa ha dato un nuovo significato al progetto Urbact Sustainable Food in Urban Communities. Mentre ha inizio la sua fase di attuazione, abbiamo individuato quali sono i suoi obiettivi e quali sono le sfide che si trovano ad affrontare le città partner del progetto.

Secondo Stephanie Mantell, una coordinatrice del progetto dal Lead Partner di Bruxelles, il caso della carne di cavallo sottolinea l’importanza del progetto Sustainable Food. “I consumatori sono preoccupati e si sentono disinformati”, ha sostenuto. “Sono alla ricerca di prodotti alimentari e produttori di cui possono fidarsi. Questo ha accresciuto l’interesse e la consapevolezza sulla provenienza del cibo che mangiamo che è una finestra di opportunità per incoraggiare il passaggio a pratiche alimentari più sostenibili e favorire una filiera più corta e un più trasparente ciclo di approvvigionamenti ”.

Sono questi gli obiettivi dell’ambizioso progetto biennale Urbact, condiviso da dieci città partner. Il progetto esaminerà l’impatto ambientale dei prodotti alimentari in tutte le fasi della catena alimentare per ridurre i livelli di rifiuti alimentari. Esaminerà inoltre il modo in cui i cittadini si sono allontanati dal cibo che mangiano incoraggiandoli a scegliere una dieta di prodotti più sani e coltivati localmente. Infine, se possibile, punterà a coinvolgerli nella fase della produzione.

Un terzo del nostro cibo viene sprecato
La posta in gioco è alta come dimostrano i dati della FAO: il cibo rappresenta oltre il 30% della domanda globale di energia ed è responsabile di oltre il 20% dei gas a effetto serra a livello mondiale. In tutto il mondo, circa un terzo di tutto il cibo prodotto per il consumo umano viene sprecato o perduto durante il processo produttivo.

Il progetto si articola in tre principali aspetti:
• Crescere, che include la facilitazione di coltivazioni in terreni urbani, fattorie e giardini
• Conseguire, attraverso l’analisi della catena di approvvigionamento, la riduzione dei chilometri del cibo e dell’impronta ecologica
• Beneficiare, insegnando alle persone la preparazione del cibo e a mangiare sano, della valorizzazione dei prodotti locali di alta qualità.
Le città partner includono una vasta gamma di differenti situazioni e sfide. A parte il Lead Partner di Bruxelles ci sono anche Bristol (UK), Atene (Grecia), Messina (Italia), Lione (Francia), Gotenburg (Svezia), Oslo (Norvegia), Ourense (Spagna), Vaslui (Romania) e Amersfoort (Olanda).
I partner sono le capitali più densamente popolate e dunque hanno meno possibilità di trasformare gli spazi urbani oltre la coltivazione. Ma ad Atene sono in programma alcune simboliche “strade verdi” mentre a Oslo stanno promuovendo “tetti verdi” ed ulteriori spazi per giardini, i quali non solo danno migliore isolamento agli edifici ma riducono anche l’impronta di carbonio. A Bruxelles si sta introducendo il concetto di “parchi commestibili”, che non sono solo aiuole comunali, ma anche colture di cui i cittadini possono servirsi.

Ri-appropriarsi degli spazi pubblici per il cibo
“Chiaramente non ci stiamo impegnando per diventare autosufficienti a Bruxelles” dice Stephanie Mantell.”Stiamo esplorando i diversi ruoli dell’ agricoltura urbana, non solo l’aspetto della produzione ma anche il simbolico riappropriarsi di spazi pubblici che non vengono altrimenti utilizzati in modo positivo”.

Alcune delle città hanno forti tradizioni alimentari e il progetto cerca di riaffermarle e rafforzarle. Messina, ad esempio, attiva nel movimento Slow Food, vuole contrastare la disoccupazione attraverso la formazione dei giovani nell’arte culinaria delle specialità siciliane per favorire la nascita di nuove imprese start-up nell’ambito della facoltà di Scienze gastronomiche.

Ourense ospita il festival galiziano della gastronomia e dei mercatini, ma ha già dei terreni agricoli nei villaggi circostanti che sono abbandonati e la città vuole rivitalizzarli. Anche Lione è una capitale gastronomica con 65 mercati di strada. Ma si vuole estendere la cultura del cibo anche ai cittadini svantaggiati.

E Amersfoort, che è stata nominata “capitale olandese del gusto” lo scorso anno, è molto attiva nella valorizzazione delle sue tradizioni alimentari grazie al coinvolgimento delle autorità locali e a iniziative dal basso che puntano a modificare l’uso del territorio per la coltivazione.

Una generazione che non sa più cucinare
A Bristol, al contrario, come in gran parte del Regno Unito, molti cittadini hanno perso il contatto con la cultura del cibo a tal punto che una generazione intera non sa più come cucinare, facendo affidamento su piatti pronti dei supermercati o su fast food, con conseguenze preoccupanti per la salute collettiva come l’aumento dell’obesità. I coordinatori del progetto hanno identificato i “deserti alimentari” della città, zone dove non ci sono prodotti freschi disponibili e vogliono migliorare l’accesso di tutti i cittadini al cibo sostenibile con una serie di iniziative.

Un partner che rappresenta un ottimo esempio per gli altri è Vaslui, identificata come una città food-resilient, in quanto ha mantenuto le sue tradizioni alimentari. Finora solo un grande supermercato ha aperto in città. “Il progetto URBACT aiuta i nostri partner rumeni ad apprezzare di più ciò che già hanno”, dice Stephanie, “e cercare, se possibile, di preservare le proprie tradizioni alimentari. Inoltre contribuisce a dare anche agli altri partner ispirazione.”

I partner scandinavi Oslo e Gotenburg possono avere una stagione di crescita molto più breve, ma sono campioni di alimenti biologici. Nella sua fornitura dei pasti scolastici Gotenburg mira ad avere il 50% di ingredienti biologici e il 100% di carne biologica. Quando i partner hanno partecipato ad una riunione transnazionale a Gotenburg a fine di maggio, hanno visitato le mense scolastiche. “Sono riusciti a raggiungere l’obiettivo del costo di solo 1 euro per alunno per ogni pasto”, dice Stephanie. “Questo ci dà fiducia, vedere che se si dispone di tali decisioni a livello politico si può riuscire a ridurre i costi anche per i pasti biologici.”

Raggiungere le famiglie più povere
Un target particolare di questo progetto in tutte le città partner sono le famiglie a basso reddito che hanno meno possibilità di scelta e sono suscettibili di avere diete povere. “A Bruxelles circa un quarto della popolazione vive sotto la soglia di povertà,” dice Stephanie “quindi questa è davvero una priorità e lavoreremo su questi soggetti per includerli.”

C’è una sovrapposizione tra questo progetto e il progetto Urbact Markets e c’è già stato un contatto con il Lead Partner di Barcellona. Stephanie dice: “Stiamo cercando di utilizzare questo progetto Urbact per avere una migliore visione d’insieme e di ottenere una integrazione più strategica di tutto ciò che sta accadendo.”

I prossimi passi
I workshop transnazionali sono divisi in tre temi: “crescere”, “conseguire” e “beneficiare”. Il prossimo, sul tema “Crescere” si svolgerà a Oslo dal 10 al 12 settembre.
Nel febbraio 2014 Bruxelles ospiterà il convegno intermedio che farà il punto sui risultati dei tre workshop tematici. Poi la seconda serie di seminari si svolgeranno il prossimo anno e saranno così suddivisi: “Crescere” a Messina nel mese di aprile, “Conseguire” a Lione nel mese di giugno e “Beneficiare” a Vaslui nel mese di settembre.
Infine, nel marzo 2015 Atene ospiterà la conferenza finale su tutti i tre temi.

Per approfondire:
Sustainable Food in Urban Communities
Innovative Ways to Produce Food: Inspirations for The Dutch City of Amersfoort – Urbact Blog
Food in Urban Communities blog

Dalla crisi alla scelta: Ripensare il futuro nelle shrinking cities

altCome dare linfa vitale alle cosiddette shirinking cities, ovvero le città in decrescita in termini di popolazione e sviluppo? Questa è la sfida principale affrontata nel Paper “Dalla crisi alla scelta: Ripensare il futuro nelle shrinking cities“, parte di una serie di sei nuovi Report tematici di Urbact “Cities of Tomorrow: Action Today”.

Elaborato dal dott. Schlappa e dal prof. William J V Neill, il rapporto fa appello a un nuovo realismo per sostenere la rigenerazione urbana delle aree afflitte da declino socio-economico e per un cambiamento radicale nell’approccio alla rinascita delle shirinking cities.

Background
La tematica delle “città in declino” sta salendo in cima all’agenda politica europea. Sono città che fanno i conti con bilanci in rosso, crescita della disoccupazione e abbandono da parte dei giovani in età lavorativa, sono caratterizzate dalla presenza di edifici e terreni inutilizzati e da infrastrutture sovradimensionate rispetto alla popolazione residente.
Basandosi su un’ampia gamma di casi studio e partendo dai database più aggiornati, il gruppo di lavoro Urbact “Shrinking cities: sfide e opportunità” lanciato a inizio 2012 ha analizzato le opportunità di crescita sostenibile per le città in declino. Il gruppo di lavoro ha unito i risultati emersi dei progetti Urbact alle informazioni ricavate da un’ampia gamma di stakeholders da tutta Europa. Il risultato finale della riflessione comune è stata la produzione di un report tematico.
“Esaminiamo come sviluppare prospettive realistiche di scelte strategiche per le shrinking cities e definiamo le azioni, i requisiti e le buone pratiche per ripensare un futuro sostenibile”, spiegano gli autori del report.

Sviluppo di nuove opzioni strategiche nel contesto dello shrinkage
Il Paper si apre con una presentazione delle dinamiche e delle dimensioni dei problemi di decrescita che condizionano la rigenerazione urbana contemporanea.
Il dott. Hans Schlappa e il prof. William J V Neill spiegano “per iniziare, proponiamo di sostenere con maggior realismo la rigenerazione urbana delle aree afflitte da declino socio-economico, mutando completamente l’approccio verso la rinascita delle shirinking cities. In secondo luogo proponiamo un modello di strategia di sviluppo che riconosca la necessità degli amministratori di uscire fuori da una situazione di costrizione, con una scelta molto limitata, e incoraggiamo un processo di strategia emergente che coinvolga la popolazione locale e crei opzioni di sviluppo realistiche”.
Gli autori sostengono che le città devono imparare a concepire lo sviluppo urbano sostenibile come un processo continuo di cambio ciclico, piuttosto che pensare allo sviluppo socio-economico come a una progressione lineare e prevedibile dallo status quo a un futuro migliore.

Il caso di Detroit e Altena
Due casi studio diversi sono stati illustrati nel report, uno viene presentato come esempio negativo, l’altro come buona pratica. Il caso di Detroit è descritto come esempio da non seguire per la gestione dello shrinkage; nel report si sottolineano i rischi che corrono anche le città di grandi dimensioni e sviluppo economico. L’esempio di Detroit mostra le conseguenze drammatiche che possono risultare da una eccessiva enfasi sullo sviluppo economico e dall’ inefficace apporto di politiche regionali di sviluppo urbano e rigenerazione.
Dall’altra parte, dal progetto Urbact OP-ACT emergono idee su come gestire il declino delle città in modo integrato. Gli autori spiegano “molte città in declino in Europa sono città di dimensioni medio piccole, per questo motivo abbiamo scelto la città di Altena per illustrare una strategia vincente di gestione dello shrinkage in modo sostenibile, con pochissime risorse aggiunte.”

Ripensare un futuro in un contesto di decrescita
Continuando con la presentazione di casi studio, il report esamina in linea generale le prospettive realistiche di sviluppo strategico delle shrinking cities. Il paper riporta i requisiti del procedimento in generale, così come la lista degli elementi necessari per ripensare l’obiettivo e il futuro di una città in declino. Le shrinking cities, come noto, sono tenute a sviluppare una nuova prospettiva per il futuro. In questo senso, gli autori mettono in discussione il concetto di sviluppo che ha generato prosperità e crescita in passato, e mostra come le città possono creare nuove prospettive costruite sull’impegno cittadino e non solo su considerazioni di tipo economico.

L’ambiente fisico e l’adattamento dei servizi
Nel report si discutono anche le sfide associate all’ambiente, in particolare favorendo l’utilizzo anche temporaneo di terreni e costruzioni, qualora ciò segni una differenza significativa per la situazione socio-economica e per la qualità della vita della città.
Nel penultimo capitolo gli autori affrontano il tema dei servizi. “In questa parte ci focalizziamo sui problemi derivanti dall’invecchiamento della popolazione, dato che le città in decrescita tendono ad avere un’alta percentuale di persone anziane residenti, ma affrontiamo anche il tema più generale della riforma dei servizi, l’economia sociale, l’innovazione sociale e la coproduzione di servizi di welfare. Proviamo anche a dimostrare come le città “giovani” sostengano un ambiente urbano di alta qualità dove i residenti possono godere di una vita sicura, sana, socialmente ed economicamente gratificante”.

Concludono gli autori “Nonostante le profonde difficoltà sollevate dalle persone che vivono e lavorano nelle shrinking cities, il report dimostra che il declino urbano e il cambio demografico stanno alimentando gli sforzi verso la modernizzazione e l’innovazione. Le shrinking cities sono città in transizione. I residenti di queste città devono imparare a superare l’idea dello status quo e costruire una nuova visione positiva del futuro della loro città, una città che potrebbe essere ridimensionata rispetto al passato ma che può essere anche migliore sotto vari punti di vista.

Esprimi i tuoi bisogni e parlaci delle tue aspettative sul futuro Programma Urbact

Urbact continuerà a sostenere lo sviluppo urbano sostenibile e integrato in Europa anche nel prossimo periodo di programmazione 2014-2020. Nella prospettiva del prossimo programma, oggi è di fondamentale importanza riflettere su come il programma Urbact possa migliorare la sua azione di sostegno alle città, aiutandole ad affrontare le tante sfide che si trovano di fronte e a sviluppare delle efficaci politiche urbane. Ti invitiamo a manifestare le tue idee, esigenze ed aspettative sul futuro Programma Urbact. Contribuisci adesso.

Le bozze di regolamento della Cooperazione Territoriale Europea che governeranno il futuro Programma Urbact affermano che “il FESR sostiene la cooperazione inter-regionale per rafforzare l’efficacia della politica di coesione nel promuovere lo scambio di esperienze riguardanti l’identificazione, il trasferimento e la disseminazione di buone pratiche sullo sviluppo urbano sostenibile, compresa la relazione urbano-rurale”.

Un gruppo di lavoro congiunto per il Programma è stato creato con gli Stati membri che hanno manifestato interesse e dalla Commissione ed è presieduto dall’Autorità di Gestione Francese. Il primo incontro ha avuto luogo nel novembre 2012 e altri cinque meeting si svolgeranno prima della fine del 2013 per discutere le questioni principali relative al prossimo periodo di programmazione e per delineare il futuro programma operativo.

Alla fine dell’anno scorso le principali richieste delle città sono state raccolte dagli Stati membri e partner sulla base di un questionario preparato dal Segretariato Urbact. Questo input ha rappresentato la principale fonte di informazione per identificare i bisogni e le aspettative delle città e della autorità nazionali.

Questa consultazione sarà approfondita attraverso degli scambi con le reti e associazioni di città e con altre organizzazioni ed enti che lavorano nel campo dello sviluppo urbano sostenibile. Siamo pertanto lieti di ricevere i tuoi commenti o domande. Una pagina web disponibile a questo link consente agli stakeholders interessati di fornire i loro contributi e di ricevere dei feedback attraverso una formulario di contatto.
• Quali sono le più importanti sfide urbane che le città si trovano a dover fronteggiare oggi? Come possono le reti di scambio trans-nazionali sostenere le città di fronte a queste sfide?
• Che tipo di capacità e abilità dovrebbero essere rafforzate a livello locale per trasformare le lezioni apprese tramite i progetti Urbact in azioni concrete (es. in termini di amministrazione urbana, di strumenti di policy, di aree tematiche legate alle questioni urbane)? Come può il programma soddisfare queste esigenze in termini di attività di capacity-building?
• Quali sono gli ostacoli principali per le città rispetto alla loro partecipazione al programma Urbact?
 

Per saperne di più:
Il futuro programma Urbact e il formulario di contatto – dal sito Urbact