Bollettino Urbact – Gennaio 2013

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Una stimolante conferenza annuale guarda ad Urbact III

alt“Fai la tua parte, condividi la tua esperienza, assicurati che la tua voce sia ascoltata”, ha consigliato Johannes Hahn, Commissario europeo per la Politica regionale che ha aperto la conferenza annuale Urbact “Cities of Tomorrow: Action Today”. Il messaggio non è andato perso tra i 417 esperti urbani, policy makers e funzionari di tutta l’Unione europea che si sono riuniti a Copenhagen lo scorso dicembre per due giorni di intenso scambio di idee e testimonianze di esperti sulle soluzioni alle sfide affrontate dalle città europee.

Ecco i punti salienti.

altUna prova del successo di tutta la conferenza annuale Urbact è stata la partecipazione di Johannes Hahn, commissario europeo per le politiche regionali, come uno dei principali relatori.
Hahn ha dato completo appoggio al programma Urbact, per il presente e il futuro, nell’ambito dei negoziati in corso sul prossimo periodo di finanziamento dell’Europa: “Vi esorto a seguire il processo nei prossimi mesi da vicino e attivamente”, ha detto ai delegati nella sessione plenaria di apertura.

Il piano per la prima capitale del mondo ad impatto zero

E quale città migliore per ospitare l’evento se non Copenhagen? Il suo sindaco Frank Jensen ha annunciato ai delegati che la città ha appena adottato un piano per diventare la prima capitale del mondo ad impatto zero entro il 2025 “perché noi crediamo che la sostenibilità e lo sviluppo urbano siano fondamentali se vogliamo creare occupazione e crescita economica, come pure garantire una migliore qualità della vita ai cittadini”.

La neve da sfondo e le temperature scese sotto i sette gradi non hanno fermato i delegati dal partecipare alla caccia al tesoro tra le attrazioni della città, e più tardi dal viaggiare e cenare all’interno di un porto riqualificato su una nave rompighiaccio.

Fiducia nel ruolo di Urbact

altLa conferenza è giunta in un momento cruciale per lo sviluppo dell’Europa. In un contesto di difficile congiuntura economica, sono in corso i negoziati sul bilancio della Commissione europea per la politica di coesione per il periodo 2014-20 e vi è un ampio dibattito in Europa sull’importanza dei progetti urbani per i fondi di sviluppo regionale.

Al panel politico di discussione sulle risposte dell’Unione europea alle sfide urbane, Claes Nilas segretario di Stato permanente e viceministro presso il ministero danese degli affari urbani, rurali e abitativi nonché presidente del comitato di sorveglianza Urbact, ha detto di avere fiducia che Urbact sia in grado di svolgere questo ruolo. Tale fiducia è stata ribadita da Michael Ralph, consulente per la Commissione europea – Director-General for Regional and Urban Policy, che ha sottolineato l’importanza per l’Unione europea del prossimo capitolo: Urbact III.

Esperienze dal resto del mondo

Jan Olbrycht, componente del Parlamento europeo e presidente dell’intergruppo urbano, ha polemizzato sottolineando che l’Unione europea è composta da Stati membri e non da città. Ma ha aggiunto anche che l’Unione riconosce il ruolo fondamentale delle città. Il progetto di legge sul Fondo europeo per lo sviluppo regionale (Fesr) prevede che solo il 5 per cento dei finanziamenti siano destinati ai progetti urbani. Ma una cifra così bassa non dovrebbe essere motivo di sconcerto: il 5 per cento è la soglia minima, ha affermato, e i paesi potrebbero anche decidere di spendere il 100 per cento dei loro finanziamenti nei progetti urbani se solo lo volessero.
In un’altra sessione plenaria, l’Europa ha imparato dalle esperienze provenienti dal resto del mondo nel panel dal titolo: “European Cities in an Urban World”. Dove una volta l’Europa ha esportato il proprio know-how sulle città, ora ha molto da imparare dal processo di rapida urbanizzazione in Asia e il coinvolgimento dei cittadini nello sviluppo urbano a New York o a Rio de Janeiro.

Buzz e feedback dall’ Urbact Café

altQuesto per quanto riguarda il quadro generale, ma per quanto riguarda la società civile?
Forse il maggior fermento è giunto proprio dal popolare Urbact Café, dove i delegati potevano far sentire la loro voce attraverso lo scambio delle proprie esperienze ed idee intorno ai tavoli designati per ciascuna nazione. Le vivaci discussioni hanno prodotto un prezioso feedback per la prossima fase della strategia di Urbact.

Dopo i progetti e i piani di azione locale, vi è stata una generale richiesta per un maggiore sostegno professionale e pratico da Urbact, in particolare su come fornire consulenza per accedere ai flussi di finanziamento europei per realizzare questi piani, e formare il personale delle città e dei comuni e i rappresentanti eletti.
I partecipanti erano ansiosi di ricevere consigli su diversi aspetti della governance, dall’affrontare l’austerità allo stabilire delle partnership pubblico private.
Hanno inoltre elogiato la Summer University e si è senza dubbio in attesa della prossima edizione che si terrà quest’anno a Vilnius.

Sei seminari in cappelli colorati

altLe lezioni apprese dai progetti Urbact sono state il tema al centro di sei seminari:
How can cities create more jobs; How can cities foster active inclusion through social innovation; How can cities fight against the socio-spatiale divide; How can cities manage demographic change; How can cities improve buildings’ energy efficiency; How can cities develop low-carbon environments through better mobility and accessibility.
E’ stata un’altra occasione per i delegati di partecipare ai dibattiti. I coordinatori dei seminari indossavano dei cappelli appariscenti di differenti colori a seconda del tema da affrontare, i partecipanti sono stati invitati a fare la propria scelta e a seguire il cappello giusto per far parte di uno specifico gruppo tematico.
In questi workshop, sulla base dei risultati dei progetti Urbact e di altri studi, gli esperti e i ricercatori hanno identificato le chiavi di volta delle sfide che le città si trovano ad affrontare.

Messaggi per riflettere

altL’eurodeputato Jan Olbrycht ha sottolineato, nella sessione di apertura, che le città devono prendere in considerazione i tre pilastri dello sviluppo sostenibile – crescita intelligente, verde e sostenibile – come la sovrapposizione di idee che devono essere affrontate con un approccio olistico.
E’ stato uno dei tanti messaggi che ha fatto riflettere e che i delegati hanno portato via con sé al termine di una esperienza gratificante nell’ambito della conferenza.

Per saperne di più, tutti i materiali, tra cui i workshop di presentazione e report sono disponibili sul sito web della conferenza annuale di Urbact.
Urbact Annual Conference.

Per saperne di più:
Post-event Materials – Urbact Annual Conference website
Annual Conference Output – European Cities in an Urban World – URBACT website
Annual Conference Output – EU responses to urban challenges – URBACT website
Annual Conference Output – Report on the URBACT Café – URBACT website

Lavorare con i Rom: che cosa può insegnarci Bruce Springsteen?

altIl 12 luglio – appena due settimane dopo il gruppo di lavoro tematico Roma-Net a Torrent – mi sono recato a Vienna per vedere un concerto: una performance dal vivo di un uomo di 64 anni, che ha creato una vera magia per quasi quattro ore davanti a 50.000 persone! Anche se non si trattava della prima volta che avevo visto Bruce Springsteen dal vivo, questo concerto ha avuto un impatto più forte su di me. Una cosa non da poco, per un artista che è stato sotto i riflettori per più di 40 anni! Ma che cosa ha a che fare tutto ciò con l’integrazione dei Rom? Bruce Springsteen ha condiviso la sua magia con una comunità di 50.000 persone quella notte. Quindi penso che il “Boss” potrebbe avere un paio di cose da dire a coloro che lavorano con le comunità rom:

Regola n°1: ama quello che fai
È chiaro che a Springsteen e ad ogni singolo componente della sua band piace quello che fanno. Anche se suonare per più di 3 ore non-stop è faticoso e richiede grande concentrazione, il pubblico non se ne è accorto nemmeno per un momento: per tutto il tempo, la band ha suonato della musica fantastica che ha creato un’atmosfera gioiosa.
Lavorare con le comunità Rom è un compito difficile, con molte sfide da affrontare giorno dopo giorno. L’unico modo per farlo davvero bene è amare quello che fate. Senza questa passione, non è possibile lavorare con la dedizione necessaria, soprattutto quando alcuni problemi sembrano così difficili e quasi insormontabili.

Regola n°2: credi in quello che fai
Non c’è dubbio – Springsteen crede in maniera convinta di avere una missione in questo mondo: ha usato la sua musica per migliorare la vita di quante più persone possibile, per motivarle, ispirarle, darle gioia e fiducia! E lui fa esattamente questo, ogni giorno, concerto dopo concerto, disco dopo disco.
Anche lavorare con le comunità rom richiede una grande fiducia e convinzione in ciò che si sta cercando di ottenere, non c’è dubbio! Ma quando abbiamo la possibilità di avere un impatto positivo sulla vita di tante persone, ogni piccolo successo ci fa capire che ne è valsa la pena.

Regola n°3: incidere positivamente sulla comunità con cui si sta lavorando stando con loro il più possibile
A Vienna, una “passerella” è stata posizionata sulla parte anteriore del palco principale, permettendo a Springsteen di camminare in mezzo al pubblico. E lui lo ha fatto piuttosto spesso: ha cantato la maggior parte delle canzoni lì, con i fan entusiasti che potevano vederlo da vicino, stringergli la mano e partecipare alla sua musica. Con ogni sua mossa ha mandato un messaggio chiaro: “Io sono come voi, anzi, io sono uno di voi.”
A volte, coloro che lavorano con i rom si accorgono che sotto la pressione dei compiti quotidiani, delle questioni amministrative, dei progetti e delle scadenze hanno sempre meno tempo che possono passare realmente con le comunità con cui stanno lavorando. Ciò non va bene. Se si vuole avere un impatto reale, si dovrebbe passare più tempo possibile a parlare e a camminare con la comunità rom.

Regola n°4: le persone credono in te – credi anche tu in loro
Il “Boss” si fida dei suoi fan e pensa che alla fine faranno la cosa giusta. Ed è così. A un certo punto durante il concerto, un paio di ragazzi molto entusiasti sono saltati sul palco. Invece di chiamare gli uomini della sicurezza, Springsteen li ha salutati con un sorriso, gli ha stretto la mano e li ha fatti camminare intorno al palco. Dopo un paio di secondi i due hanno lasciato il palco spontaneamente.
Si tratta di un’analogia eccellente per descrivere come dovremmo tutti lavorare con i rom. È impossibile lavorare con le comunità Rom senza fidarsi di loro. Ma, come dimostra l’esempio: quanto più si è aperti e si dà fiducia alle persone, tanto più le persone restituiranno quella fiducia.

Regola n°5: ascoltare le persone
Un concerto non è un programma a richiesta – le canzoni suonate sono accuratamente selezionate. I fan del Boss sanno che se vogliono fare una richiesta devono scrivere il titolo della canzone su un grosso pezzo di cartone e arrivare vicini al palco in modo che il “Boss” possa prendere nota di quel pezzo (insieme a tanti altri) e, magari, suonarlo! Non può suonare ogni canzone richiesta, ma ad ogni concerto ne fa almeno qualcuna.
Se volete aiutare sul serio le comunità rom, passare del tempo insieme a loro è solo un buon inizio – bisogna anche ascoltarli davvero. Bisogna provare a capirli e a capire la loro cultura e le loro esigenze. È inoltre necessario trovare dei modi creativi – anche se è difficile – per discutere e scambiarsi opinioni circa i loro pensieri, le loro idee, paure e desideri ed essere onesti su ciò che si può e non si può fare per loro e con loro. A Torrent, abbiamo visto come il Gruppo di Supporto Locale ha usato alcuni dei processi di pianificazione sviluppati attraverso il progetto Roma-Net per trovare dei modi davvero innovativi per aiutare i rom a condividere apertamente le loro idee.

Regola n°6: servire la propria comunità, ma una volta ogni tanto, realizzare alcuni sogni
Ad un certo punto al concerto di Vienna, Springsteen ha fatto salire sul palco una giovane ragazza dal pubblico e ha ballato con lei. Poi ha chiamato un ragazzo, gli ha dato il microfono e lo ha fatto cantare di fronte a 50.000 persone! Dagli sguardi sui volti dei due ragazzi, era evidente che per loro si era avverato un sogno in quel momento! Il Boss sa bene che deve accontentare tutto il pubblico – ma di tanto in tanto può anche far realizzare alcuni sogni senza danneggiare gli interessi di tutta la comunità. E lo fa, perché lo sa: momenti come questi sono davvero motivanti per tutti i membri della comunità.
Lavorare con la comunità rom è un’esperienza simile: dobbiamo essere consapevoli delle esigenze di tutta la comunità, ma nel modificare e migliorare il nostro modo di lavorare con le comunità Rom per soddisfare le loro esigenze ed essere culturalmente sensibili, noi possiamo effettivamente cambiare non solo la vita dei Rom, ma anche quella di tutta la comunità. Più siamo in grado di effettuare questi cambiamenti e di vederne i risultati positivi, più la comunità nel suo insieme sentirà il desiderio di entrare in contatto con le popolazioni rom e di aiutarla, a sua volta, a cambiare.

Bruce Springsteen (e la E-Street Band) ha fatto magie a Vienna – come senza dubbio in ogni altro luogo del suo tour. Qualcuno potrebbe dire che è facile per lui, dal momento che i concerti sono visti solo da persone che sono già suoi fan. Ma Springsteen proviene da un ambiente sociale difficile e ci sarebbero state un milione di ragioni perché lui non arrivasse dove si trova ora. Solo grazie alla passione, alla determinazione, all’impegno e alla dedizione, nonché alla capacità di raccontare col cuore storie avvincenti del suo passato attraverso i suoi testi, ha gradualmente guadagnato la fiducia di milioni di persone. Springsteen motiva, ispira e consola la sua “comunità” con fiducia, con entusiasmo e con un’energia che nasconde la sua età. Proprio come quelli di noi che sono impegnati a sostenere la causa dei rom nelle città di tutta l’UE, il “Boss” sa che aiutare le persone, lavorare con e per una comunità è un servizio bello e gratificante e rappresenta qualcosa in cui essere orgogliosi di essere coinvolti.

di Béla Kézy, Nagykálló

Roma Net ha organizzato la conferenza finale dal 15 al 17 gennaio a Budapest e Nagykálló.