Tre esempi su come fare giornalismo di qualità contro l’odio in rete
L’informazione corre sempre più veloce sui binari dei nuovi strumenti di comunicazione soprattutto attraverso i social network. “Uno dei nostri problemi è che viviamo in un’epoca in cui le notizie vengono fagocitate molto rapidamente e spesso non c’è tempo di approfondire”, sostiene il direttore di Ethical journalism network Aidan White. Un rischio che genera spesso la diffusione di informazioni e notizie errate che incitano all’odio e alla discriminazione in rete.
Hate speech is not freedom of expression and should not have place in the media #WPFD2016 @IPCng @EdetOjo
— Lanre Arogundade (@lanreipc) May 3, 2016
A partire da queste considerazioni, con l’obiettivo di promuovere il confronto su tecniche e modalità di contrasto all’odio su siti e social network, nell’ambito del progetto europeo Prism, si svolgeranno due appuntamenti formativi rivolti ai giornalisti rispettivamente il 7 e l’11 maggio a Dogliani nel corso del Festival della Televisione e dei Nuovi Media e a Napoli presso il Palazzo delle arti (scarica il programma di Dogliani e Napoli). I due eventi sono organizzati in collaborazione con gli Ordini regionali dei giornalisti.
Sabato 7 a @FestivaldellaTv di Dogliani formazione ai giornalisti del progetto Prism su contrasto #hatespeech https://t.co/BjclJT3w3Q
— PRISM (@prism_eu) May 2, 2016
Ma quali sono le strategie e gli strumenti utilizzati dai media per contrastare i discorsi d’odio in rete? Prendiamo in esame tre interessanti iniziative: il progetto del laboratorio di giornalismo per i rifugiati promosso dal progetto Sprar di Bologna, il caso del giornale belga “Le Bienvenu” e la strategia per un giornalismo etico promossa da Ethical journalism network.
“Legal proceedings are too weak in many countries to address challenges of online hatespeech” M. Ettema @coe #UNAOCBaku2016 #spreadnohate
— UNAOC (@UNAOC) April 26, 2016
Dallo Sprar di Bologna: il laboratorio di giornalismo per rifugiati e richiedenti asilo
Da oggetto di notizia a soggetto della notizia stessa. Così il laboratorio di giornalismo Temporary journalist sovverte i punti di vista. Sono gli stessi rifugiati e richiedenti asilo accolti nel progetto Sprar di Bologna a fare informazione. “Il progetto, che fa parte del programma 2016 della campagna di comunicazione Bologna cares! – si legge sul sito – nasce dall’idea di far collaborare giornalisti professionisti e richiedenti asilo attraverso uno scambio di informazioni, di esperienze e di professionalità” per realizzare dei veri e propri servizi giornalistici grazie alla collaborazione con due televisioni locali: TRC e Nettuno TV. Dallo sport a incontri istituzionali, da interviste a piccoli reportage si cercherà così di smontare luoghi comuni e stereotipi entrando, attraverso il piccolo schermo, nelle case degli italiani.
#Bologna, laboratorio di giornalismo per richiedenti asilo con @rete_sprar @AngelaGallo1 https://t.co/ckEmidFNmW pic.twitter.com/rlTYDDnjnR
— Carta di Roma (@cartadiroma) April 26, 2016
Le Bienvenu, il giornale che promuove una visione positiva di rifugiati e migranti
Con una tiratura di circa 100mila copie sarà distribuito nelle stazioni di Bruxelles e della Vallonia (Bruxelles-Midi, Bruxelles-Central, Bruxelles-Nord, Bruxelles-Luxembourg, Arlon, Charleroi-Sud, Liège-Guillemins, Mons, Namur et Ottignies), presso le sedi di associazioni e sindacati, Le Bienvenu un giornale completamente gratuito che punta a smontare le bufale sull’accoglienza e i luoghi comuni su rifugiati e migranti promuovendone un’immagine positiva. Attraverso reportage, buone pratiche di inclusione e collaborazione tra residenti e rifugiati, cambia la prospettiva dell’informazione promossa dal giornale disponibile anche online. Un progetto che, sostenuto da associazioni e organizzazioni non governative, vuole rimarcare il ruolo decisivo della stampa nella “costruzione dell’immagine dei rifugiati” e della sua influenza sull’opinione pubblica.
#LeBienvenu, giornale che promuove visione positiva #rifugiati @valigiablu @CorriereSociale https://t.co/Pds1nNImWD pic.twitter.com/nNstRVYRzW
— ReteSprar (@rete_sprar) May 2, 2016
Ethical journalism network, un vademecum per una comunicazione responsabile
Ma in che modo il giornalista può contribuire a contrastare concretamente l’hate speech? A dare una risposta è il direttore di Ethical journalism network Aidan White in un video su youtube in cui parla di cinque pratici e semplici modi con cui i giornalisti possono garantire una giusta e corretta informazione contro i discorsi d’odio in rete (1. status of the speaker, 2. content of the speech, 3. goals, 4. political, social, economic conditions, 5. reach of the speech).
Guarda il video – The EJN 5 Point Test For Hate Speech
In particolare, per White è necessario prestare attenzione allo “status” di chi parla, se si tratta di un politico o di un leader in grado di influenzare l’opinione pubblica o meno. Il giornalista deve essere in grado di valutare le intenzioni dello speaker e il contenuto stesso del discorso. Da non sottovalutare per il direttore di EJN è anche il contesto politico, economico e sociale di riferimento. In particolari momenti storici quando è la paura e l’insicurezza a dominare, i discorsi d’odio riescono a fare maggiore presa sull’opinione pubblica “accendendo la fiamma dell’intolleranza e della violenza”. Infine, da non dimenticare, è la capacità di diffusione dei discorsi di incitamento all’odio che, attraverso la rete e i social network, possono raggiungere un vasto pubblico amplificando così il messaggio di odio e violenza.
How can broadcasters tell the story of #migration & #refugees ethically? @JackieLongc4 https://t.co/ZVS35MUPs8 #PressFreedom #WPFD16
— Ethical Journalism (@EJNetwork) May 3, 2016
In proposito Ethical journalism network ha elaborato una sorta di vademecum per i giornalisti in cui si richiama ai principi dell’ “accuratezza, indipendenza, imparzialità, umanità e trasparenza” per promuovere un giornalismo di qualità e una comunicazione pubblica responsabile. Principi questi rimarcati da White anche nel corso del panel sul contrasto all’hate speech nell’ambito del World press freedom day in programma ad Helsinki dal 2 al 4 maggio.
The EJN five point test for #hatespeech is available in English, French and Arabic. #WPFD2016 #PressFreedom pic.twitter.com/NJdQbp8xB4
— Ethical Journalism (@EJNetwork) May 3, 2016
Angela Gallo
Twitter: @AngelaGallo1
Sul tema leggi anche:
- No all’odio, no all’intolleranza sul web. Al via la campagna di comunicazione del progetto Prism
- No hate speech, le strategie contro i discorsi d’odio in rete
- Discorsi d’odio e social media. Criticità, strategie e pratiche d’intervento (Ricerca Cittalia)
- No hate speech, ricerca e campagna Cittalia e Arci contro i discorsi d’odio in rete (articolo pubblicato su Il Sole 24ore)