I ragazzi dello Sprar alle Olimpiadi della Lingua Italiana di Riccia, Testa: “Un progetto educativo, culturale e sociale per l’inclusione e l’accoglienza”

Si sono da poco disputate nell’antico borgo di Riccia, un piccolo comune in provincia di Campobasso, le “Olimpiadi della Lingua Italiana“, la competizione nazionale nata da un’idea della professoressa Giuliana Fiorentino, docente di Linguistica Generale presso l’Università del Molise, sulla conoscenza della lingua italiana. Giunta alla sua dodicesima edizione la manifestazione è promossa dall’Università degli Studi del Molise, dall’Istituto Omnicomprensivo di Riccia, dalla Società Internazionale di Linguistica e Filologia Italiana, con il patrocinio della Fondazione “I Lincei per la Scuola”, della Regione Molise e del Comune di Riccia, e con il supporto tecnologico della Molise Dati S.p.A.

I ragazzi si sono confrontati sulle loro conoscenze della lingua italiana sia in campo stilistico che grammaticale: si è gareggiato sull’ortografia, la sintassi, la punteggiatura, la semantica e la morfologia lessicale. Novità di quest’anno è stata la partecipazione non solo dei ragazzi delle numerose scuole italiane sia di primo che di secondo grado, ma anche i ragazzi ospiti dei progetti Sprar e Cas del Molise.

Abbiamo intervistato il sindaco di Riccia, Pietro Testa, che ci ha raccontato di come il comune si prepara ogni anno ad ospitare questa manifestazione riconosciuta a livello nazionale e delle iniziative future che nasceranno coinvolgendo sempre più i ragazzi dello Sprar nella vita della comunità.

Sindaco, in occasione delle “Olimpiadi della lingua italiana” il comune di Riccia vedrà richiamato un gran numero di studenti da tutte le scuole d’Italia e non solo. Come vi siete preparati alla competizione divenuta famosa negli anni a livello nazionale?

Le Olimpiadi della lingua italiana intendono richiamare l’attenzione sulla rilevanza della conoscenza della grammatica per un uso corretto della lingua italiana. Un’iniziativa, dunque, con finalità importanti per il Comune di Riccia che ha deciso di ospitare con grande entusiasmo. La manifestazione organizzata dall’Istituto Omnicomprensivo di Riccia, in stretta collaborazione con il Comune, rappresenta un momento di riflessione e condivisione in cui studenti e docenti di tutta Italia hanno condiviso un progetto basato sull’integrazione e sull’amore per la nostra lingua. Quest’anno la partecipazione alla gara è estesa anche ai ragazzi ospiti di progetti Sprar e Cas del Molise.

Che significato ha assunto questa apertura per la comunità locale?

L’estensione delle Olimpiadi della Lingua Italiana ai ragazzi ospiti dei progetti Sprar e Cas del Molise è vissuta dalla comunità locale come una delle tante azioni che la scuola ha promosso e realizzato con la collaborazione di coloro che lavorano per l’accoglienza e l’integrazione di persone di paesi terzi. Essa infatti non è un’iniziativa singola o un’idea estemporanea, ma parte di un progetto educativo, culturale e sociale che attraverso la conoscenza del “nuovo” promuove e favorisce processi inclusivi. Condividendo con la scuola l’idea che la realizzazione di attività didattico-laboratoriali culturali e sociali in ambito scolastico possa favorire processi di crescita utili allo sviluppo di adeguate competenze sociali e civiche e, di conseguenza, l’integrazione di persone provenienti da “mondi diversi”. Lo Sprar di Riccia lo scorso anno ha formalizzato la collaborazione e la sinergia con l’istituto Omnicomprensivo stipulando una convenzione con la scuola. Nel corso dell’anno scolastico sono stati realizzati diversi progetti formativi che, attraverso il potenziamento delle capacità degli studenti di interagire in contesti multiculturali, multietnici e multireligiosi, hanno promosso indirettamente la pratica dell’inclusione e della cittadinanza attiva per tutti ed hanno migliorato negli stranieri non solo l’acquisizione della lingua italiana, ma la conoscenza “spontanea” della cultura del paese ospitante. La scuola, per la sua funzione formativa ed educativa, è un tutt’uno con la comunità locale che la sostiene nelle varie iniziative a valenza didattica, culturale e sociale che pone in essere e diffonde sia in maniera diretta che mediata. La comunità riccese ha accolto ed apprezzato la partecipazione al progetto dell’istituto omnicomprensivo “Cittadinanza e Costituzione” dei ragazzi dello Sprar di Riccia che con la loro presenza hanno arricchito di vissuti ed esperienze i concetti teorici affrontati. La stessa ha ammirato e si è congratulata, attraverso i genitori rappresentanti delle classi quinte, per l’Albero di Natale che, progettato e realizzato dai ragazzi dello Sprar con gli studenti della scuola, si è aggiudicato il primo premio al concorso natalizio “Un albero a regola d’arte” indetto dalla Proloco.

I beneficiari dello Sprar di Riccia sono stati coinvolti in vari aspetti della vita della comunità cittadina. Ritiene che Riccia sia un esempio di vera integrazione? Quali sono i vostri progetti futuri?

Credo orgogliosamente che Riccia sia un paese accogliente ed inclusivo e che questa sua apertura all’altro la stia dimostrando anche rispetto ai migranti. E’ poco tempo che il progetto Sprar è presente sul nostro territorio, è prematuro fare grandi riflessioni, ma credo che le premesse siano positive ed i primi risultati sono apprezzabili. Le diverse associazioni presenti sul territorio, nel pieno rispetto degli interessi e della disponibilità degli ospiti, hanno coinvolto nelle attività promosse i ragazzi dello Sprar. Non è mancata la loro partecipazione alla celeberrima Sagra dell’Uva, tradizionale sfilata di carri allegorici conosciuta a livello nazionale, all’allestimento degli stand ed alla organizzazione delle festività di San Antonio, alla tavolata di San Giuseppe, anch’essa antica tradizione popolare, alla giornata ecologica “Io mi rifiuto”, al campus “Estate ragazzi” a supporto degli animatori, ed a tante altre attività organizzate in paese, piccole o grandi che siano. Riccia, rispetto ai paesi limitrofi, è un paese di medie dimensioni, dove la gente si conosce tutta, dove è possibile ancora coltivare e mantenere buone relazioni sociali, dove i legami familiari sono solidi ed estesi, dove si dà ancora importanza al rispetto dell’altro, dove è possibile accogliere ed includere, grazie anche alle operose reti informali di aiuto presenti. Le attività progettuali dello Sprar vengono realizzate personalizzandole e adattandole al “progetto individuale” di ogni ospite, cadenzandole nel tempo nel rispetto di quanto offre il territorio perché l’intento è quello di rendere fruibili ai ragazzi dello Sprar i servizi già esistenti, oltre a crearne di nuovi ad hoc, che permettano loro di “recuperare” le distanze con la lingua, la cultura e la comunità locale. Il grande progetto presente e futuro, nel rispetto della progettualità specifica Sprar, è quello di creare una fitta rete locale e lavorare contestualmente, attraverso i servizi progettati, con i ragazzi migranti presenti nello Sprar e con la comunità accogliente, perché l’inclusione parte dalla conoscenza attraverso la relazione. E senza scambio, senza interazione, senza confronto, non c’è relazione. Includere i ragazzi provenienti da paesi terzi non significa rinnegare o ridurre le differenze, la diversità di etnia, di cultura, di religione, ma fare in modo che queste non siano il motivo di impedimento per il loro inserimento e riconoscimento sociale.