NO TRATTA – Rapporto “Vittime di tratta e richiedenti/titolari di protezione internazionale”

Far emergere i tratti distintivi del fenomeno della tratta delle persone, la percezione e consapevolezza degli stakeholders interessati nonché i fabbisogni formativi degli operatori e dei soggetti coinvolti dalla presa in carico e tutela di vittime di tratta, richiedenti protezione internazionale e rifugiati è l’obiettivo del Rapporto realizzato da Cittalia, Gruppo Abele e On the road “Vittime di tratta e richiedenti/titolari di protezione internazionale” che rientra nell’ambito delle attività del progetto europeo No tratta di cui Cittalia è capofila.

Il Rapporto, nello specifico, contiene un’analisi di tipo qualitativo sulla presenza e sulla percezione delle vittime di tratta tra i beneficiari di protezione internazionale in sette regioni italiane e una analisi comparativa in sette Paesi dell’UE (Italia, Germania, Francia, Regno Unito, Svezia, Belgio e Olanda) al fine di delineare una panoramica complessiva delle caratteristiche del fenomeno della tratta e dell’asilo nel contesto dell’Unione Europea. In particolare lo studio intende ricostruire, per ciascun paese preso in esame, l’intera procedura di protezione internazionale alla luce della normativa vigente, il sistema di accoglienza e protezione delle vittime di tratta nonché le politiche adottate e l’esistenza di strutture ad hoc.
Per quanto riguarda l’Italia, invece, se da un lato, il panorama legislativo su tratta e protezione internazionale è andato negli anni ad articolarsi e a comporsi in maniera frammentata, dall’altro risulta assente sia la letteratura empirica sul tema sia i dati disaggregati. Pertanto una delle azioni del progetto No tratta si è focalizzata sulla connessione tra tratta e asilo a partire dalle esperienze, conoscenze, prassi accumulate e dalle sperimentazioni avviate in alcuni territori campione (Piemonte, Veneto, Toscana, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo e Puglia).
Scarica qui il rapporto di ricerca “Vittime di tratta e richiedenti/titolari di protezione internazionale”