Urbact e gli Investimenti Territoriali Integrati (ITI)

Quando le città dovrebbero utilizzare l’Investimento Territoriale Integrato?
I nuovi Investimenti Territoriali Integrati costituiscono uno dei pilastri fondamentali del periodo di programmazione 2014-20. Essi sono definiti, in termini di regolamentazione, nel regolamento recante disposizioni comuni e sono parte dell’articolo 7 del regolamento FESR che prevede che almeno il 5% dei fondi europei sia destinato allo sviluppo urbano integrato. E’ possibile applicare altri due metodi per trasmettere l’articolo 7, includendo le forme esistenti di asse verticale utilizzate con grande effetto nei Lander tedeschi ed interi programmi destinati a singole città utilizzati più raramente.

Cosa sono gli Investimenti Territoriali Integrati?

Dal Regolamento UE recante Disposizioni Comuni (n. 1303/2013), articolo 36

1. Qualora una strategia di sviluppo urbano o un’altra strategia territoriale, o un patto territoriale di cui all’articolo 12 (1) del Regolamento FSE, richieda un approccio integrato che coinvolge investimenti dal FSE, FESR o del Fondo di Coesione nell’ambito di più assi prioritari di uno o più programmi operativi, le azioni possono essere svolte attraverso l’ Investimento Territoriale Integrato (“ITI”). Le azioni svolte come ITI possono essere integrate con il sostegno finanziario del FEASR e del FEAMP.

2. Se un ITI è sostenuto dal FSE, FESR o dal Fondo di Coesione, il programma o i programmi operativi relativi devono descrivere l’approccio all’uso dello strumento ITI e la dotazione finanziaria indicativa di ciascun asse prioritario in conformità alle norme specifiche di ciascun Fondo. Quando un ITI è completato con il sostegno finanziario del FEASR e del FEAMP, la dotazione finanziaria indicativa e le misure contemplate dovranno essere definite nel programma o nei programmi in conformità alle norme specifiche di ciascun Fondo in questione.

3. Lo Stato Membro o l’autorità di gestione può incaricare uno o più istituzioni intermedie, compresi enti locali, enti di sviluppo regionale o organizzazioni non governative, per definire la gestione e l’attuazione di un ITI, conformemente alle norme specifiche di ciascun Fondo.

4. Lo Stato Membro o le relative autorità di gestione devono garantire che il sistema di monitoraggio del programma, o dei programmi, preveda l’individuazione delle operazioni e dei risultati delle priorità che contribuiscono ad un ITI.

Questi aspetti dei nuovi strumenti territoriali sono stati discussi al meeting URBACT tenutosi a Roma l’11 settembre dove il pubblico di invitati delle città, le relative autorità di gestione e i rappresentanti degli Stati membri hanno analizzato le intenzioni riguardo l’utilizzo dei nuovi strumenti dell’ articolo 7 e in che modo queste possono essere organizzate a livello urbano. Il nuovo strumento dell’articolo 7 al centro del dibattito è stato l’Investimento Territoriale Integrato o ITI.

Allora, quando una città dovrebbe utilizzare il nuovo Investimento Territoriale Integrato?

La risposta più semplice per le città URBACT, è che se possono dovrebbero usarlo. Quindi, se il programma operativo FESR consente l’utilizzo di un ITI e se la città è stata proposta nell’ambito del programma, allora ha senso per la città approfittare della nuova disposizione. Si stima che 10 miliardi di euro di sostegno comunitario potrebbero essere spesi attraverso il nuovo meccanismo e ben due terzi degli Stati membri intendono usufruirne. Il risultato finale non sarà noto fino al termine dei negoziati tra Commissione e Stati Membri.

Ogni Stato Membro darà risposte al nuovo articolo 7 a modo suo. Alcuni avranno solo poche grandi città ritenute adatte – questo sarà il caso dei Paesi Bassi, dove le quattro città più grandi saranno le cosiddette città dell’ Articolo 7. In altri, come in Francia, la rete sarà lanciata in modo più esteso e ci saranno 10-12 ITI solo nell’ Ile de France e ben 50 città coinvolte in tutto il Paese. In generale le autorità nazionali e / o regionali avranno già preso la decisione sull’utilizzo o meno dell’ITI o altre disposizioni ai sensi dell’articolo 7 (asse verticale o interi programmi). Queste stesse città avranno anche i requisiti per essere membri del nuovo Network per lo Sviluppo Urbano che agirà da forum per lo scambio e le altre attività mobilitate attraverso gli incontri a livello comunitario.

Se la vostra città è una di quelle individuate per un ITI, allora l’ovvio passo successivo è quello di ottenerlo, dopo aver avuto una prima discussione con l’Autorità di Gestione del FESR.

L’ esperienza avuta sul contributo degli Stati membri in un recente seminario che si è svolto a Roma l’11 settembre, ha evidenziato che circa due terzi di loro useranno gli ITI in qualche modo. Tuttavia, la stragrande maggioranza sta delegando solo il minimo livello di funzioni. In particolare, essi delegano il diritto della città riguardo la selezione delle operazioni. Questo lascia tutto il resto della attività di programmazione, compresi i controlli di ammissibilità, il monitoraggio, i pagamenti e la valutazione nelle mani dell’Autorità di Gestione.

Tuttavia, anche in questa forma, l’ITI offre molti vantaggi per la città. Ancora più importante, mette la città al posto di guida. La città può assemblare un pacchetto coerente di progetti legati ad una strategia globale e avendo la comprensiva aspettativa che questi saranno approvati. Con il sistema di offerta tradizionale, solo alcuni dei progetti otterrebbe l’approvazione e la coerenza del pacchetto potrebbe essere compromessa. Questa capacità di pianificare l’implementazione è un grande vantaggio dell’ ITI. Offre anche la possibilità di avere un unico pacchetto di progetti finanziati di priorità differenti del programma principale del FESR, da altri programmi (compresi i Programmi Europei di Cooperazione Territoriale come Interreg) e da altri fondi, in particolare il Fondo Sociale Europeo, e nel caso, dal Fondo di Coesione, che finanzia grandi progetti nel settore dell’ambiente e dell’energia. Quest’ultimo caso potrebbe essere particolarmente utile per completare un grande investimento con altri progetti, al fine di massimizzare i benefici di un’ area locale. Tuttavia, come con tutti gli aspetti dei Fondi strutturali, il diavolo è nei dettagli.

Tipologie di ITI

Prima di tutto ci sono ITI urbani e non urbani. Questo articolo si concentrerà sull’ITI urbano perché URBACT è un programma rivolto alle città. In secondo luogo essi possono assumere forme diverse, per questo la Commissione Europea sta conducendo uno studio per esaminare le quattro diverse tipologie:

  1. ITI Aree metropolitane in cui un’area metropolitana si consolida venendo trattata come un singolo ITI. Alcune delle proposte ITI della Polonia seguono questo approccio e sono state concepite per compensare la mancanza di un livello governativo metropolitano. Nel caso di Wroclaw l’ITI sarà gestito a livello locale dalla città stessa. Altri Comuni parteciperanno in qualità di partner dell’ITI, attraverso una commissione costituita da sindaci.
  2. Focus sui quartieri degradati: questo è il modo in cui l’approccio integrato era stato sviluppato a livello europeo nell’ambito dei programmi URBAN I e II ed è stata successivamente integrato nel periodo 2007-13. Gli ITI offrono il potenziale non solo per affrontare i problemi legati alla povertà, ma anche di concentrare gli investimenti su aree di opportunità delle quali le popolazioni locali possono beneficiare. In particolare, l’ITI può permettere di coordinare risorse del FESR e del FSE in modo più efficace che attraverso programmi mono-fondo. L’articolo 7 di Rotterdam si concentrerà sui quartieri svantaggiati. Rotterdam è in una posizione unica per essere l’ Autorità di Gestione della Regione più popolosa dei Paesi Bassi e ha molta esperienza nella gestione dei fondi.
  3. ITI Urbano-Rurali. Oltre ad essere utilizzato in un contesto metropolitano può essere utilizzato per rafforzare legami urbano-rurali all’interno di un’area urbana funzionale.

L’ ITI di Göteborg lavorerà con la città di Göteborg e le sue autorità confinanti.

Immagine: ITI Goteborg.

  1. ITI transfrontalieri sono esempi rari a causa delle difficoltà nell’ operare in diversi Stati membri. Esempi ben noti in Europa riguardano Basilea, Francoforte, Lille, e Ginevra. Questi ITI offrono la possibilità di finanziare progetti transfrontalieri e anche per collegare l’ INTERREG un tipo di attività transfrontaliera con i progetti dei programmi FESR e FSE tradizionali.

In che modo Urbact sarà di supporto agli ITI? 

Il nuovo programma operativo URBACT III offre un potenziale supporto per gli ITI accanto agli altri approcci dell’ Articolo 7 così come altri strumenti territoriali, come la Comunità di Sviluppo Locale. Il nuovo programma conterrà due nuovi tipi di reti che potrebbero essere rilevanti insieme alla prosecuzione delle reti per la definizione di Piani di Azione Locali che sono attualmente in fase di sperimentazione in URBACT II.

Le reti per il trasferimento delle conoscenze (Transfer Network) consentiranno alle città di imparare da una “città donatrice” come svolgere una determinata attività. Ci sono attualmente sei transfer networks pilota in fase di sperimentazione su argomenti diversi, come quello per il riutilizzo di edifici vuoti di una città (TUTUR), o quello sul tema delle città come destinazioni gastronomiche (Gastronomic Cities).

Tuttavia, sono le reti di implementazione (Implementation Networks) che saranno particolarmente interessanti per tutte le città dell’Articolo 7 perché queste reti consentiranno alle città che hanno le risorse dai loro programmi operativi di imparare le une dalle altre nel corso dei primi anni di attuazione dei loro piani e strategie di azione. Anche se queste reti di implementazione saranno aperte a tutte le città che hanno un piano delle risorse in atto, saranno probabilmente più interessanti per quelle città che hanno in programma degli Investimenti Territoriali Integrati, perché è probabile che vi sia un notevole valore aggiunto al livello europeo nel condividere le prime esperienze. I primi bandi sono attesi per la fine del 2015.

Accanto alla attività del network, per il quale vengono spesi la maggior parte delle risorse di URBACT ci sarà anche lo sviluppo delle capacità per le città coinvolte nelle reti in modo che possano sviluppare le loro competenze a livello locale con le altre parti interessate. Attività di capitalizzazione e di comunicazione permetteranno alle città che non hanno partecipato direttamente alle reti di beneficiare del know-how e delle conoscenze che sono state scambiate.

Questioni legate alle città

La chiave del successo con i nuovi strumenti territoriali come l’ITI sarà quello di portare lo spirito della Carta di Lipsia nel quadro di attuazione. Ciò significa che i pacchetti di progetti dovrebbero essere basati su una solida analisi dei problemi affrontati, che dovrebbe esserci la co-produzione di strategie e piani con una vasta gamma di soggetti interessati e che l’enfasi sulle soluzioni di integrazione deve essere mantenuta anche nella fase in cui la consegna dei progetti è in corso. Le città che intendono approfondire la partecipazione possono combinare un ITI con una Comunità di sviluppo locale e adottare un approccio bottom-up per lo sviluppo di strategie e azioni. Questo è probabile che sia particolarmente importante nello sviluppo di nuove soluzioni per le zone svantaggiate, che durante la crisi hanno spesso subito le maggiori perdite economiche.

Il periodo fino al 2020 vedrà una notevole sperimentazione su come utilizzare al meglio le risorse del programma nelle città. URBACT lavorerà con le città per contribuire a garantire che le lezioni apprese siano comprese in tutta Europa.

Per saperne di più:

URBACT 2014-2020 – URBACT website

Community-Led Local Development or How to Put People at the Center of Policy-Making – Articolo URBACT

Ten differences between Integrated Territorial Investments (ITI) and Community Led Local Development (CLLD) – URBACT blog