Kfar Vitkin, la città dove arabi ed ebrei siedono accanto e mangiano insieme
Kfar Vitkin è un centro urbano non lontano Tel Aviv, che conta poco più di 2.000 abitanti. Una comunità fondata nel 1930, dove oggi le aziende agricole e le piccole imprese sono oltre 150. Ma pur essendo una realtà territoriale fervida ed innovativa, l’attenzione dei media si deve all’iniziativa di un ristoratore che ha proposto ad arabi ed ebrei di pranzare insieme facendo loro un notevole sconto sulle consumazioni. “Avete paura degli arabi? Avete paura degli ebrei? Da noi non ci sono arabi e nemmeno ebrei – si legge sul profilo facebook del locale –. Da noi ci sono solo persone ed un hummus arabo (pasta di ceci) originale ed eccellente”. “Anche il nostro falafel ebraico (polpette vegetali) è prelibato. A chi restasse affamato riempiremo il piatto gratis: sia questi arabo, ebreo, cristiano, indiano o quant’altro”.
In questo momento di scontri sanguinosi che stanno degenerando in una probabile terza intifada, quella del ristorante di Kfar Vitkin è una formula dirompente e rivoluzionaria. Kobi Tzafrir, il proprietario del locale, ha messo in pratica uno sconto del 50% riservato a tutti coloro che di diversa provenienza, religione o cultura si siedono accanto per pranzare e conversare insieme pacificamente. L’iniziativa ha subito riscosso un notevole successo e Tzafrir, intervistato dal Times of Israel, ha dichiarato: “Sono rimasto sorpreso quando ho visto che la notizia ha fatto il giro del mondo […]”. Vorremmo saperne di più per capire l’ontologia della proposta, ma indubbiamente è una sfida positiva, un bell’esempio di civiltà. Ancora una volta il cibo diviene strumento di identità e di comunicabilità al tempo stesso e la tavola un momento dove abitudini alimentari e sapori familiari si uniscono alle sensazioni e ai ricordi che formano l’insieme del proprio retroterra culturale. Ma altresì un’occasione d’inclusione, conoscenza e dialogo per una ritrovata alterità.