Uno studio presentato dall’ISS sui comportamenti di fronte alle bevande alcoliche

altIl 6% degli adulti italiani, dai 18 ai 69 anni, ha guidato (negli ultimi 30 giorni) sotto l’effetto dell’alcol, cioè dopo aver bevuto nell’ora precedente alla guida almeno due unità alcoliche. Lo evidenziano i dati diffusi il 29 aprile dall’Osservatorio Nazionale Alcol-CNESP dell’ISS, che presentando l’indagine condotta nell’ambito dell’Alcol Prevention Day.

Nel corso dell’anno in media 4 milioni di italiani di tutte le età si ubriacano. Ma non sono tutti uguali i comportamenti di fronte alle bevande alcoliche, in particolare si manifestano differenze tra generazioni. Per quanto riguarda i giovanissimi la tendenza sembra essere quella della poliassunzione ed il nuovo trend è quello di miscelare energy drink con superalcolici come vodka o gin. Il tutto per “facilitare un tono – spiega il direttore dell’Osservatorio Nazionale Alcol dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), Emanuele Scafato – una effimera vigilanza indispensabile per affrontare contesti in cui luci, ritmi, suoni, dominano limitando la possibilità di relazioni interpersonali e spingono senza alternative a partecipare alle ritualità correnti di aggregazione giovanile. Un rimedio anestetizzante, dissociante rispetto all’esigenza di una socializzazione che molti giovani sono sospinti ad assimilare come l’unica forma possibile di divertimento”.

Nel 2008, come riferisce l’ISS si è registrata una prevalenza di “binge drinkers”, ovvero riuscire a bere più di sei bevande alcoliche insieme, nel 22,1% tra i maschi tra i 18 e i 24 anni e del 6,5% tra le coetanee donne. La distribuzione territoriale rileva il valore più elevato in riferimento al genere maschile, indipendentemente dall’età, nell’Italia Nord-Orientale (15,5%), seguita da quella Nord-Occidentale (12,5%) e dal Mezzogiorno (12,3%).
Gli over 65 consumano oltre 4 milioni di bicchieri (i maschi) e 1 milione (le donne) in eccesso ogni giorno. Dati che fanno capire perché tra gli anziani si registra la più elevata frequenza di patologie alcol-correlate come cirrosi epatica, tumori, malattie cardiovascolari, incidentalità stradale e domestica con il conseguente ricorso ai ricoveri.
Anche se con forti differenze nelle modalità di consumo, adolescenti ed over 65 sono accomunati dalla capacità di metabolismo delle sostanze alcoliche: “la fisiologia degli anziani, in termini di metabolismo dell’alcol è del tutto sovrapponibile a quella degli adolescenti e ridotta ad una capacità soggettiva di metabolizzazione di un solo bicchiere di bevanda alcolica al giorno (12 grammi circa), con picchi alcolemici post-assunzione che accomunano le capacità di smaltimento nella giovane e nella terza età”. Un fatto che si correla agli incedenti d’auto legati all’abuso di alcol: “non avrebbe senso diminuire a zero l’alcolemia alla guida per i giovani sino ai 21 anni senza diminuire parallelamente a zero l’alcolemia per gli ultrasessantacinquenni – ha concluso Scafato. Tanto più che il numero dei decessi a causa di incidenti stradali è il medesimo al di sotto dei 24 anni e al di sopra dei 65 anni”.

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