Un film documentario sul dialogo tra diverse culture
È uscito il 30 aprile il film documentario “Celio azzurro” presentato alla Festa del Cinema di Roma, che racconta la storia di una piccola scuola materna nel cuore capitolino, frequentata da 45 bambini di 32 Paesi diversi: un reale modello all’educazione dei più piccoli e al dialogo tra le culture.
Il film di Edoardo Winspeare, girato nel corso di un anno scolastico è un’immersione nella vita reale di un team di appassionati insegnanti ed un invito gioioso a trarre esempio dalla loro peculiarità didattica per ritrovare il significato e la profondità dell’infanzia.
Pedagogia dell’interculturalità
Spesso l’estraneo, il diverso provoca in noi adulti in particolar modo, ma anche nei bambini, diffidenza. Le agenzie educative e tra queste la scuola, pur percependo il problema spesso non riescono a cogliere costruttivamente questa sfida. Come far comprendere allora, soprattutto ai più giovani, che l’accoglienza è un valore? Ciò diviene possibile quando l’educazione interculturale diventa un’attitudine alla relazione, una vera e propria pedagogia relazionale che promuove l’incontro tra persone di culture diverse che dovranno, non solo convivere in uno stesso ambito, ma anche interagire. Riconoscere inoltre che tutte le culture hanno pari dignità comporta l’apertura al confronto facendo venire meno il pregiudizio. Nell’incontro dialogico una cultura non intende infatti negare l’altra, anzi nel dinamismo insito nello scambio relazionale si trovano spesso elementi comuni. Per un modello pedagogico interculturale l’incontro tra una cultura d’origine e una di accoglienza avviene secondo modalità di confronto dove l’ospite valuta le condizioni di vita ed i nuovi compiti in base a ciò che conosce, in base a quella che può essere definita la sua identità che è comunque sempre qualcosa di dinamico. Di conseguenza lo scambio che avviene a contatto di nuovi ambienti non significa chiudersi all’interno del proprio sistema, né abbracciare totalmente la cultura del Paese d’accoglienza, ma piuttosto creare le premesse per una nuova sintesi di reciprocità.