Testo Unico Immigrazione. La Commissione Immigrazione dell’Anci lavora a proposte per il Governo e il Parlamento

Durante la Commissione è stato ricordato anche lo stanziamento di 52milioni del Fondo nazionale per i servizi dell’asilo

“Dal 2015 ANCI chiede una riforma del Testo Unico sull’Immigrazione, che a 20 anni dall’approvazione non risponde più alle esigenze attuali, modificare definitivamente la normativa è un passo necessario per la gestione del fenomeno migratorio sui territori”. Il sindaco e delegato Anci Matteo Biffoni spiega così la decisione dei sindaci di affrontare questo punto all’ordine del giorno della Commissione immigrazione di oggi perché i Comuni possano avanzare le proprie proposte al Governo e al Parlamento. Anci chiede infatti al Governo di aprire una sede di confronto ampia e concreta che definisca le basi di una riforma dell’impianto normativo che consenta ai territori di avere adeguati strumenti di gestione. “Ora finalmente arrivano da più parti, sia di governo che di opposizione, segnali di apertura a cambiamenti nell’impostazione complessiva del Testo Unico.”
“Da ultimo, proprio oggi lo stesso Gianfranco Fini, uno degli estensori della legge, ha evidenziato in un’intervista la necessità di una riforma strutturale a fronte di un cambiamento altrettanto profondo del fenomeno migratorio avvenuto negli ultimi 20 anni.”
“Le proposte di ANCI – continua Biffoni – saranno orientate solo da esigenze concrete non mosse da appartenenze politiche, ma dall’urgenza di affrontare e risolvere questioni lasciare in sospeso per troppo tempo.”
In particolare, si richiede che vengano riattivati meccanismi di programmazione triennale per la definizione del numero di stranieri che possono entrare in Italia per motivi di lavoro e valutare percorsi di ingresso a titolo individuale: “In questo momento la legge non prevede una modalità di ingresso legale in Italia per motivi di lavoro – ricorda Biffoni -. Stabilire un percorso riconosciuto, corretto e determinato nei numeri è fondamentale per dare una via sicura a chi vuole raggiungere il nostro Paese per cercare migliori condizioni economiche e sociali. Il fenomeno non è eccezionale o emergenziale, come diciamo da anni; quindi, va gestito con una normativa adeguata. Il contributo che i Comuni possono dare al Governo per stabilire una nuova normativa è fondamentale, frutto dell’esperienza di chi da anni gestisce gli arrivi anche nel rispetto delle comunità che accolgono”. Inoltre, si chiede un miglioramento delle procedure per il rinnovo del permesso di soggiorno con il coinvolgimento dei Comuni e la valutazione di sistemi che possano sopperire all’evidente impossibilità di rimpatriare tutti i migranti irregolari presenti sul territorio.
Su tutte queste proposte apriremo un confronto ampio in ANCI, avviato proprio oggi nella Commissione Immigrazione, così da poter portare al Governo e al Parlamento una posizione comune e trasversale.
Durante la Commissione è stato ricordato anche lo stanziamento di 52milioni destinati al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo per prorogare fino al 31 dicembre le attività di accoglienza SAI dei progetti scaduti lo scorso 3 marzo: una richiesta avanzata ripetutamente da Anci che è stata così accolta dal ministero. Inoltre, è stato previsto un nuovo fondo di ulteriori 40 milioni di euro da destinare al rafforzamento, in via temporanea, dell’offerta dei servizi sociali da parte dei Comuni che ospitano richiedenti di permesso di protezione temporanea. Per i primi 40milioni i Comuni che hanno fatto richiesta del contributo sono 1869, che hanno dichiarato 102.568 Ucraini richiedenti protezione temporanea.