Si apre L’Expo di Shanghai 2010 dedicato alle città e alla loro qualità di vita

altVenerdì 30 aprile il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, ha partecipato all’inaugurazione del Centro Sino-Europeo per l’energia pulita (EC). Alla cerimonia hanno preso parte anche il ministro cinese per l’energia Zhang Guobao, il presidente della Commissione europea Barroso, il rettore dell’Università di Tsinghua e il rettore del Politecnico di Torino. Il Centro è finalizzato alla promozione della collaborazione Unione europea-Cina per lo sviluppo e l’inculturazione nell’economia cinese di tecnologie energetiche e buone pratiche a basso contenuto di carbonio. L’EC ospitato nel Sino-Italian Efficient Building dell’Università di Tsinghua, realizzato dal Ministero dell’Ambiente, è un progetto con una forte impronta del nostro Paese. La realizzazione del Centro è stata, infatti, assegnata dall’Ue dal Consorzio di Università e Centri di Ricerca a guida italiana (Politecnico di Torino come capofila, l’Università della Calabria, il Centro Euro-Mediterraneo per i cambiamenti climatici come partners e la Venice International University e Intesa San Paolo) sostenuto dal Ministero dell’Ambiente. “L’inaugurazione di questo Centro – ha spiegato il ministro Prestigiacomo – costituisce un esempio estremamente positivo di cooperazione internazionale in materia ambientale. Sono state messe assieme risorse, idee, progetti, intelligenze per raggiungere risultati che rappresenteranno un forte contributo nello sviluppo delle energie pulite e rinsalderanno i già intensi rapporti di collaborazione tra Unione europea e Cina in questo campo. Le attività del Centro, inoltre, rappresenteranno una opportunità per le imprese europee di rafforzare la propria presenza in Cina, in un settore che ci vede primeggiare per know-how raggiunto e per tecnologia”.

Il tema scelto per l’Expo di Shanghai 2010 è “Better City, Better Life”, città migliore, vita migliore, quindi un ambito interamente dedicato alla qualità della vita nell’ambiente urbano dove la pianificazione e lo sviluppo sostenibile delle nuove aree cittadine hanno un’importanza determinante. Dal tema principale se ne sviluppano poi altri come l’unione di diverse culture all’interno della città; prosperità economica nelle aree urbane; innovazione della scienza e della tecnologia nelle città; rimodellazione delle comunità cittadine; interazione tra aree urbane e rurali.
Ed ora diamo uno sguardo d’insieme: l’area dedicata all’Expo 2010 si trova sulle due rive del fiume Huangpu, collegate tra loro da un ponte e da traghetti fluviali. L’intero sito copre circa 5,3 chilometri quadrati diviso tra la sezione Pudong, su una sponda (di circa 4 chilometri quardati) e la sezione Puxi (di circa 1,3 chilometri quadrati) posta dall’altra parte del corso d’acqua.
Nella zona denominata A è ospitato il Padiglione cinese e quelli asiatici con l’eccezione dei Paesi del Sud-Est asiatico; nella zona B sono ospitati i padiglioni del Sud-Est asiatico, quelli dell’Oceania, delle Organizzazioni internazionali, i Padiglioni tematici, il World Expo Centre ed un teatro per gli spettacoli (Expo Performance Centre); nella zona C vi sono i Padiglioni d’Europa, America e Africa, oltre ad un parco di divertimenti di circa 10 ettari; la zona D è localizzata nella sezione Puxi e ospita gli edifici recuperati da alcune antiche fabbriche cinesi, tutta l’area è dedicata ad esposizioni pubbliche e scambi culturali; la zona E anch’essa localizzata nella sezione Puxi vede al suo interno i Padiglioni delle aziende, della Civilizzazione Urbana e dell’Esplorazione Urbana, nonché l’ambito dedicato alle urban best practice.
 
Il Padiglione italiano è una costruzione simbolo della capacità del nostro Paese di innovare nel rispetto della tradizione, un edificio composto da materiali innovativi, tecnologie bioclimatiche d’avanguardia, particolari strutture e giochi di luci e di acqua per offrire una sintesi delle conoscenze della creatività tutta italiana.
“Ispirato dal concetto della concordia nella diversità – ha spiegato il commissario generale del Governo per l’Expo di Shanghai 2010, Beniamino Quintieri – il progetto dell’architetto Giampaolo Imbrigli rappresenta uno sguardo verso il futuro attraverso una struttura tenuta insieme dalla luce che è la più grande metafora di speranza. Il progetto è riuscito a trasmettere l’immagine di un Paese in movimento, che intende essere protagonista originale e competitivo nel mondo della globalizzazione. L’edificio si caratterizza per uno spazio interno molto duttile nel quale prende corpo un paesaggio artificiale fatto di vicoli, stradine e piazze. Il Padiglione appare come una città il cui attraversamento è scandito da un’alternanza di chiusure e aperture suggerite dalla luce, che illumina le varie aree con giochi suggestivi e coinvolgenti. Una narrazione che inizia già dall’ingresso del Padiglione attraverso superfici trasparenti che stanno a simboleggiare una gemma preziosa”.
 
Anche il Padiglione francese per l’Expo 2010 a Shanghai, progettato da Jacques Ferrier, porta con sé un’immagine positiva della città e del suo rapporto con l’uomo: un universo in cui si intrecciano costruzioni antropiche e “costruzioni” naturali. Con una particolare forma cartesiana di quadrilatero abbracciato da una sottile griglia in calcestruzzo, appare subito sospeso sopra ad un grande specchio d’acqua in cui si riflette. Nel cuore di questa “vetrina” si trova un giardino francese che si sviluppa verticalmente per creare uno scenario quasi teatrale del tutto inatteso. Il percorso espositivo è organizzato come una rampa in lieve pendenza che circonda il giardino sottostante, in modo che il paesaggio venga posto al centro della “questione urbana”. Il Padiglione che si attraversa come spazio di dialogo privilegiato tra le culture francese e cinese, ha per tema la “Sensual City” ossia un luogo in cui esaltare sei sensi: gusto, olfatto, tatto, udito, vista ed anche dinamicità come risultante mediana di equilibrio/movimento. Superando il tradizionale contrasto tra eredità e modernità, questa arte di vivere la città invita ad un atteggiamento sereno e fiducioso nei confronti del secolo in cui viviamo.

Il Padiglione tedesco, infine, è stato chiamato “Balancity”, una città in equilibrio che vuole esprimere l’idea di un’urbanità in armonia. “Una città può essere un buon posto per vivere se fornisce il giusto equilibrio tra rinnovamento e conservazione, innovazione e tradizione, urbanizzazione e natura, comunità e individuo, dovere e piacere – ha detto il commissario generale del Padiglione tedesco per l’Expo 2010 di Shanghai, Dietmar Schmitz”. Balancity è un porto che prosegue attraverso giardini e parchi, passa per un Comune, una fabbrica e la piazza per poi terminare alla centrale elettrica.

La geopolitica ha da sempre a che fare con le Esposizioni Universali ed oggi più che mai ne vive senso e spessore. Geopolitica è divenuto altresì un termine utilizzato ampiamente non più solo negli specifici ambiti accademici, ma in circuiti di uso comune come quello giornalistico, politico, diplomatico, se vogliamo, una vera inflazione semantica. Il gran numero di aggettivazioni che la accompagna (geopolitica delle fonti energetiche, geopolitica economica, geopolitica dell’Asia, degli assetti regionali e così via) ne conferma quindi la peculiarità trasversale.
La riscoperta di questa disciplina è legata soprattutto alle trasformazioni sempre più evidenti che il contesto internazionale ha subito nel corso degli anni. Il termine geopolitica venne usato per la prima volta verso la fine del XIX secolo dallo svedese Rudolf Kjellen, per indicare l’influenza che l’ambiente ed i suoi fattori (gli aspetti geografici, gli orientamenti sociali e culturali) possono avere sulla politica  dei diversi Stati. Ciò che in sostanza Kjellen fece, fu fornire un “metodo” innovativo con cui analizzare la politica: il suo studio mise infatti in relazione i condizionamenti esercitati dai fattori spaziali e ambientali con la localizzazione dei tanti soggetti politici nel contesto internazionale. E se torniamo al tema dell’Expo 2010 di Shanghai “Better City, better life” non possiamo fare a meno di considerare, anche in quest’ottica, l’importanza delle politiche di sviluppo economico, ambientale, di coesione sociale perché è da qui che deve aprirsi il dibattito sulle politiche urbane per offrire ai cittadini città sempre più attrattive, ben infrastrutturate ed un complesso di servizi e di capitale relazionale che divenga davvero qualità urbana per una vita migliore.

Fonte: www.minambiente.it
Fonte: www.archiportale.com