La partecipazione politica dei cittadini secondo un’indagine Istat

altDall’indagine Istat su “La partecipazione politica: differenze di genere e territoriali” risulta che il 60,7% delle persone di età dai 14 anni in su, si informa di politica almeno una volta alla settimana e il 35,9% ogni giorno, ma il 23,3% della popolazione italiana, sempre a partire dai 14 anni di età, non si informa mai di politica e in valori assoluti quest’ultimo dato si traduce in quasi 4 milioni di uomini e di 7 milioni e 847 mila donne. Uno spunto per riflettere.

La partecipazione politica è molto differenziata sul territorio: il Nord-Est e il Nord-Ovest raggiungono livelli di partecipazione più alti rispetto al resto del Paese. Parla di politica almeno una volta alla settimana rispettivamente il 44,5% e il 43,1%  della popolazione contro il 33,5% di coloro che stanno al Sud. Del resto nel Mezzogiorno si registra anche la percentuale più alta di cittadini che  non ne parlano mai (40,2%) o che non si informano mai di politica. Le regioni in cui l’interesse in quest’ambito è più forte sono il Friuli Venezia Giulia, il Trentino Alto Adige, la Liguria, l’Emilia Romagna, il Veneto e la Sardegna. Dallo studio Istat le regioni del Sud si pongono invece tra quelle con i livelli d’interesse più bassi. La Calabria, seguita dalla Sicilia e dalla Puglia registra il numero più elevato di persone che non parlano mai di politica.

Anche l’ascolto di dibattiti politici coinvolge una percentuale piuttosto bassa di cittadini. Il 23,6% della popolazione, ovvero solo 12 milioni di persone, dichiara di aver ascoltato dibattiti politici almeno una volta nell’anno. Nel rapporto con la politica, come detto all’inizio, emergono profonde differenze di genere dove questa continua ad essere percepita da molte donne come una dimensione lontana dai propri interessi e solo il 53,6% delle donne s’informa settimanalmente di politica, contro il 68,5% degli uomini. Se si considera poi lo scambio di opinioni sui temi politici, le differenze di genere sono ugualmente elevate: le donne, infatti, parlano di politica almeno una volta a settimana solo nel 31,3% dei casi contro il 48,1% degli uomini. Indipendentemente dal sesso il grado di coinvolgimento è più forte per le persone con maggiori risorse culturali ed economiche e  che occupano posizioni lavorative più elevate. Tra coloro che possiedono titoli di studio più alti sono meno numerosi quelli che guardano alla politica con distacco e indifferenza. Quasi la totalità dei laureati parla di politica: il 61,9% almeno una volta a settimana, il 25,3% più raramente. I diplomati che parlano di politica settimanalmente scendono al 50,1%, coloro che possiedono la licenza media al 35,5% e quelli con licenza elementare al 23,1%. Anche la condizione lavorativa rappresenta una componente esplicativa importante: il 40% della popolazione in condizione non professionale non parla mai di politica, mentre il dato si dimezza (20,8%) per gli occupati. Inoltre, chi ricopre posizioni lavorative più elevate è anche più coinvolto dalla politica, infatti, il 61,8% dei dirigenti, imprenditori o liberi professionisti parla di politica almeno una volta a settimana, percentuale che scende al 55,6% nel caso degli impiegati e al 36,4% per gli operai. La televisione è il canale di informazione che in assoluto viene utilizzato di più (93,5%). Seguono i quotidiani (49,9%), anche se in misura decisamente inferiore la radio (31,2%), le discussioni con amici (24,9%), con parenti (18,8%) e con colleghi di lavoro (15,4).

A molti italiani dunque, ed in particolare alle donne, la politica non sembra interessare molto colpa della sfiducia, del linguaggio troppo complesso di chi ne è protagonista, della distanza che la politica sembra avere rispetto ai problemi reali dei cittadini e magari anche dalla mancanza di tempo da dedicare ad un ambito che, comunque, per la percezione di molti rimane distante dalla propria quotidianità.
 
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