L’impegno ambientale dell’Europa in vista della prossima conferenza di Nagoya

altA metà degli anni Ottanta gli scienziati iniziarono a preoccuparsi per l’estrema gravità della diffusione dei tanti diversi fattori inquinanti. Si era pensato fino a quel momento che le popolazioni delle zone artiche fossero incontaminate: al contrario, analizzando il latte delle donne inuit, nell’area artica del Canada venne rilevata una grande quantità di sostanze chimiche inquinanti, chiamate POP, in grado di accumularsi negli organismi viventi. Nel corso dei decenni poi ci si è resi conto di quanto il fenomeno dell’inquinamento abbia una diffusione capillare, dalle acque all’aria fino al degrado dei suoli. Proprio riguardo ai cambiamenti climatici l’Europa deve quindi essere capace di trovare in uno sforzo corale e condiviso nuove risposte che consentano di superare le attuali criticità legate ai problemi ambientali.

Nel corso del simposio dei ministri dell’Ambiente tenutosi la scorsa settimana a Bruxelles è stato confermato dai Paesi Ue l’obiettivo condiviso di contenere l’incremento della temperatura globale entro i 2 gradi centigradi. “Dopo Copenhagen – ha detto il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo – il processo negoziale si è ulteriormente complicato e non si leggono segnali positivi né dagli Usa né dai Paesi come Cina, India, Brasile e Sud Africa. In questa situazione dovremmo anche chiederci se la continuazione dei negoziati impostati sui due pilastri:  la prosecuzione dell’Accordo di Kyoto e la costruzione di un accordo non vincolante per tutti gli altri Paesi sia destinata al successo o se invece rischia di riproporre a Bonn prima e Cancan a fine anno gli stessi problemi”.

Nel corso della riunione ministeriale è stato anche affrontato il nodo della Strategia europea in vista della prossima Conferenza di Nagoya sulla Biodiversità. I ministri dell’Ambiente hanno concordato l’approvazione di una strategia europea sulla biodiversità per il prossimo decennio con l’obiettivo di fermare entro il 2020 la perdita di molti organismi vegetali e animali avviando entro la medesima data programmi volti al ripristino delle condizioni naturali laddove siano state danneggiate. L’Unione europea ha inoltre riconfermato l’impegno a concludere positivamente il negoziato per giungere all’istituzione di un regime internazionale sull’accesso alle risorse genetiche e l’equa condivisione dei benefici che ne derivano. La biodiversità come volano di crescita economica è stata, inoltre, indicata tra le filiere nell’ambito  delle quali promuovere lo sviluppo e l’incremento dell’occupazione in Europa in seno alla Strategia di Lisbona.  

Fonte: www.minambiente.it