Oggi è la Giornata universale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza che si celebra ogni 20 novembre, giorno in cui l’Assemblea generale ONU adottò la Dichiarazione dei diritti del fanciullo, nel 1959, e la Convenzione sui diritti del fanciullo, nel 1989.

Questa sera i luoghi più importanti e significativi dei Comuni che, su invito di ANCI, aderiscono all’iniziativa del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli psicologi, saranno illuminati da una luce verde che metterà simbolicamente al centro dell’attenzione delle nostre comunità bambini e adolescenti e la loro vulnerabilità.

Bambini e adolescenti sono infatti tra coloro che hanno più sofferto nel corso della pandemia che ha prodotto effetti sociali spaventosi, come ricorda Luca Vecchi, delegato Anci per il Welfare e sindaco di Reggio Emilia: “nuove barriere insorte fra generazioni ed età diverse, difficoltà e sacrifici pesanti nell’ambito educativo e dell’apprendimento, nuove povertà materiali e immateriali.”

“I sindaci italiani, riuniti nell’Anci”, prosegue Vecchi,”- in occasione della Giornata universale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza – non possono che raccogliere questa sfida con lucida speranza, programmi e risorse concreti e con la forza della loro esperienza sul campo, a contatto quotidiano con le loro comunità, di cui i giovanissimi sono un bene inestimabile. Non possono farlo da soli, ma insieme allo Stato nazionale, all’Unione europea ed alle loro stesse comunità, ricche di capitale umano e di risorse economiche anche private, parimenti chiamate in causa nel fronteggiare una crisi trasversale e comune.”

E la giornata di oggi sprona davvero tutti ad un impegno sempre più attivo, proprio partendo da una riflessione sui diritti di bambini e adolescenti. “Non è un paradosso, anzi è necessario in questa congiuntura globale, insistere sul tema dei diritti,” ricorda il sindaco Vecchi, “il primo dei quali è quello all’educazione, quale risposta costruttiva e collettiva a una crisi che non può imporre passi indietro per quanto riguarda i giovanissimi.”

La pausa forzata dalle aule scolastiche ha fatto risaltare con evidenza l’importanza, su più fronti, dell’ istruzione. “L’educazione”, dice Vecchi,  “è elemento costitutivo e prioritario della persona e del suo essere cittadino italiano, europeo e della grande comunità globale. E’ elemento generatore, oltre che di sapere, di cultura del Noi e coesione sociale, indispensabile al superamento delle nuove barriere sociali e generazionali. E’ portatrice di valori condivisi e di futuro, grazie a quei Cento linguaggi dei bambini di cui fu teorico e studioso il filosofo e pedagogista Loris Malaguzzi: un ampio e fertilissimo terreno di incontro fra generazioni diverse per realizzare un diritto alla cittadinanza sempre più compiuto. L’educazione va perciò garantita ed estesa senza riserve, anche nell’età prescolare 0-6 anni, a tutti nel nostro Paese e nel mondo.”

Sono temi cruciali di cui la nostra comunità sembra comunque esserne consapevole. Dalla recente ricerca “Gli italiani e la povertà educativa minorile nell’era Covid”, realizzata dall’Istituto Demopolis per l’impresa sociale “Con i Bambini”, emerge che il 72 % degli italiani ritiene che le disuguaglianze tra i minori siano aumentate nell’ultimo anno, a seguito dell’emergenza Covid-19, mentre il 21% pensa che siano rimaste uguali.

“L’altro diritto che richiede il nostro impegno comune e immediato”, continua Vecchi, ”è quello ad una vita dignitosa e con pari opportunità fra generazioni. Vi sono ricerche che rilevavano, già prima della pandemia, nell’Unione europea, 23 milioni di bambini a rischio di povertà o di esclusione sociale. Le difficoltà finanziarie sopportate dalle famiglie italiane ed europee in questo periodo e le forti modifiche subite inevitabilmente dai servizi sociali ed educativi hanno aggravato ulteriormente una situazione già preoccupante, con un peggioramento delle situazioni di povertà e del benessere psicofisico. Il “mondo adulto”, conclude Vecchi,  “non può attendere: istituzioni e comunità sono chiamate all’adeguamento delle azioni di Welfare, affinché anche questi diritti basilari a una vita dignitosa e a pari opportunità trovino nuovo slancio e restino perno della nostra società.”

E’ dunque necessario un impegno costante delle istituzioni, sia nazionali che europee, e una azione comune.  L’Anci con la sua Commissione Welfare proprio nella sua ultima riunione ha rilanciato il confronto interistituzionale sul tema de bambini e degli adolescenti dopo il lockdown, coordinando le azioni dell’ANCI sui vari tavoli e facendosi portatore delle istanze raccolte dai Comuni, partendo dal documento approvato dal Consiglio Nazionale del 16 gennaio scorso.

Questa sera dunque si accenderanno le luci verdi per dare nuova visibilità a questi temi e per ricordare e far conoscere la Dichiarazione dei Diritti del Bambino, adottata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite proprio un 20 novembre, era il 1959, seguita poi, nel 1989, dalla Convenzione sui diritti del fanciullo, firmata da oltre 200 paesi nel mondo e ratificata dall’Italia nel 1991.