Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne
Eliminare la violenza contro le donne riguarda tutti.
Questa la verità lanciata attraverso i social media da UN Women (l’ente delle Nazioni Unite nato per favorire crescita e sviluppo della condizione delle donne e la loro partecipazione pubblica), in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, che si celebra oggi con lo slogan: “Orange the World: Fund, Respond, Prevent, Collect!”
Ending violence against women is everyone’s business.
Here are 10 ways you can #orangetheworld and make a difference during the #16Days of Activism against Gender-Based Violence, and every day, even during the #COVID19 pandemic. #GenerationEqualityhttps://t.co/igOOztmQnP
— UN Women (@UN_Women) November 22, 2020
La giornata, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999, ricorda a tutti che la violenza contro le donne è una violazione dei diritti umani.
Una violenza che nasce dalla discriminazione e dalla disuguaglianza ancora esistente tra donne e uomini.
E la sua sconfitta, oltre ad affermare prioritariamente il diritto umano, è presupposto senza il quale non sarà possibile realizzare un mondo sostenibile, di pace e prosperità, come ricorda il quinto dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile che l’umanità si è impegnata a raggiungere con l’Agenda 2030.
A partire da oggi hanno inizio i Sedici giorni (fino al 10 dicembre, Giornata dei diritti umani) di attivismo contro la violenza basata sul genere, che solleciteranno l’opinione pubblica ad azioni per il cambiamento, soprattutto ogni giorno di questa emergenza Covid-19.
“Persino in un’epoca che si professa civilizzata come la nostra il fenomeno della violenza sulle donne sta raggiungendo dimensioni drammatiche. Nel primo semestre del 2018 il Telefono Rosa ha registrato più di 4500 chiamate. La violenza di genere non è solo l’aggressione fisica, ma include vessazioni psicologiche, ricatti economici, minacce, violenze sessuali”. Lo ricorda la neodelegata Anci alle Pari opportunità e sindaca di Termini Imerese, Maria Terranova. “Un fenomeno strutturale – ha aggiunto la sindaca – che richiede uno sforzo di cambiamento comune, perché rappresenta un costo di vite umane, di sofferenza, così come un costo sociale che non possiamo più permetterci”. (leggi ‘La delegata Pari opportunità Anci: “Fenomeno strutturale. Serve sforzo di cambiamento comune” su anci.it)
IN ITALIA
L’Italia ha ratificato nel 2013 la Convenzione sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica, che impegna gli Stati ad adottare una legislazione specifica, basata su prevenzione, protezione delle vittime, perseguimento dei colpevoli e, importantissimo, l’attuazione di politiche integrate.
Nel 2009 era stato introdotto il reato di stalking, che sanziona gli atti persecutori, mentre è dello scorso anno l’approvazione da parte del Parlamento del “Codice Rosso”, che inasprisce le pene per violenza sessuale, maltrattamenti e stalking e che ha creato nuove fattispecie penali come il revenge porn (la diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti senza il consenso delle persone che vi compaiono), la costrizione o l’induzione al matrimonio, la violazione dell’allontanamento dalla casa familiare e il delitto di sfregio.
I dati dell’ultimo anno della realtà italiana sono spaventosi: l’Istat (qui i dati) stima che il 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni ha subito nel corso della vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale, nel 13,6% dei casi dal partner o l’ex partner.
Nel 2019, la Polizia di Stato (qui il dossier “Questo non è amore”) ha registrato 88 casi di violenza di genere ogni giorno: uno ogni 15 minuti.
Il Dossier del Viminale (1° agosto 2019- 31 luglio 2019) a pagina 16 rileva che durante i 69 giorni di lockdown 44 donne sono state uccisa in famiglia.
LE INIZIATIVE
Quest’anno, nonostante l’impossibilità di realizzare momenti collettivi in presenza, sono organizzate comunque iniziative sul web dalle scuole, dalle università, da parte delle amministrazioni regionali, in tantissimi Comuni.
Tre esempi tra i tanti: a Massa Lombarda (Ravenna), oltre a una lettura dedicata alle bambine dalla pagina facebook del Centro Culturale Venturini, questa sera la torre dell’orologio sarà illuminato da una luce rossa, colore simbolo della lotta contro la violenza di genere; a Rango, frazione del comune di Bleggio Superiore (Trento), come ogni anno tra varie iniziative, è stata realizzata una sciarpa con migliaia di “mattonelle” all’uncinetto con centro e bordo rosso, che avvolge il borgo, in segno di solidarietà, calore, amore; stasera il comune di Orvieto, come molti altri comuni, illuminerà di rosso la facciata del Palazzo Comunale.
La Commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio ha tenuto già ieri un incontro dal titolo “Dalla parte delle donne. Il ruolo fondamentale dei centri antiviolenza”, a cui ha indirizzato il suo messaggio a Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati
#25novembre #GiornataControLaViolenzaSulleDonne.👠Per l’occasione, incontro in #SalaZuccari #DallaPartedelleDonne, tenuto da Commissione #Femminicidio, con @Pres_Casellati, senatrice @ValeriaValente_, ministro @elenabonetti, Premier @GiuseppeConteIT👠https://t.co/jj4MMI195P pic.twitter.com/eV18HJijOD
— Senato Repubblica (@SenatoStampa) November 24, 2020
Alcune iniziative da seguire oggi nel web:
Domani alle 10 – in diretta webtv – il videoracconto “Non chiedermelo. Non è importante” con @paolacortellesi, in occasione della Giornata contro la #violenzasulledonne. Iniziativa con @mariaederaM5S @Roberto_Fico @elenabonetti. Saperne di più: https://t.co/Pf7I6AR0m6 #OpenCamera pic.twitter.com/2Siaheokf2
— Camera dei deputati (@Montecitorio) November 24, 2020
L’iniziativa della Rappresentanza in Italia della Commissione europea da seguire in diretta sulla pagina facebook e sul canale youtube @europainitalia
All’Università La Sapienza di Roma si svolgerà, alle 16.00 di oggi, in modalità telematica l’evento conclusivo del Corso di formazione in “Culture contro la violenza di genere: un approccio transdisciplinare”, trasmesso qui dal canale youtube dell’Università
Perché il 25 novembre Il 25 novembre del 1960 nella Repubblica Dominicana vennero uccise le tre sorelle Mirabal, Patria, Minerva e Maria Teresa. Erano attiviste politiche. Le fece uccidere il dittatore Rafael Leónidas Trujillo. Le sorelle Mirabal stavano andando a trovare i loro mariti in prigione. Agenti del Servizio di informazione militare le fermarono, le portarono in un luogo nascosto e lì le stuprarono, torturarono, massacrarono con bastoni e le strangolarono. Furono gettate in un burrone a bordo della loro auto per per simulare un incidente.