Giornata internazionale dei rom, sinti e caminanti

L’8 aprile di ogni anno è il Romano Dives, la Giornata Internazionale dei Rom, Sinti e Caminanti. (International Roma Day).

Dal 7 al 12 aprile 1971 si svolse a Chelsfield (Londra) il primo congresso mondiale del popolo Rom.

In quell’occasione fu adottata ufficialmente la denominazione rom (che vuol dire uomo in lingua romanì) per indicare la nazione romanì, la bandiera con la ruota rossa in campo azzurro e verde e come inno la canzone “Djelem Djelem” (Camminando camminando) composta da Yarko Yovanovich su un’aria tradizionale in lingua romanì, con riferimenti al Porajmos, ovvero allo sterminio dei rom e sinti per mano dei nazisti

Si stima che oggi i Rom nel mondo siano circa 22-25 milioni di cui circa 10-12 milioni in Europa costituendo la più grande minoranza etnica europea. In Italia, le ultime stime attestano la presenza di un numero che si aggira tra le 130.000 fino alle 170.000 presenze, di cui la metà costituito da cittadini italiani e composta per il 60% da minori di 18 anni.

I Sinti, originari delle regioni del nord-ovest dell’India da cui partirono nell’XI secolo, giunsero in Europa nei secoli successivi, in Italia tra alla fine del XIV secolo.

La comunità dei caminanti è invece diffusa principalmente in Sicilia e la sua origine non ha date certe, essendo presente qualche probabile e più remoto riferimento documentale al XVI secolo.


La Commissione europea celebra la più numerosa minoranza europea con una nota della Vicepresidente per i Valori e la Trasparenza, Vĕra Jourová, della Commissaria per l’Uguaglianza, Helena Dalli, del Commissario per Vicinato e Allargamento, Olivér Várhelyi, nella quale si riafferma l’impegno dell’Unione europea a promuovere l’ugliaglianza e la partecipazione dei rom e allo steso tempo si roicorda come molti Rom affrontano ancora nella loro vita quotidiana pregiudizi, discriminazioni ed esclusione socioeconomica.

Per questo è stato elaborato un nuovo piano decennale nel quadro strategico dell’Unione per i Rom. Si tratta di misure per combattere la discriminazione, promuivere l’inclusione sociale, garamtire la parità di accesso all’istruzione, all’occupazione, alla salute, all’aloggio. Gli Stati membri all’unanimità, il 12 marzo, hanno adottato una raccomandazione su questo impegno, consapevoli che l’Europa ha molta strada da fare per raggiungere una reale uguaglianza per i rom.

Il quadro strategico dell’Unione si collega con tutti gli altri settori relativi ai diritti umani e la democrazia, la non discriminazione, uguaglianza e inclusione, finanziati dai fondi strutturali.

Certamente le azioni di ogni singolo Stato sono fondamentali, ma il coordinamento, il monitoraggio, il sostegno dei fondi europei e lo scambio di buone pratica rivestono un ruolo importantissimo.

Il Consiglio d’Europa affronta oggi, in una conferenza on line, il tema “Giovani rom: lavorare insieme per l’emancipazione e l’empowerment: il ruolo della storia nella partecipazione e inclusione dei giovani rom”.

Marija Pejčinović Burić, segretario generale del Consiglio d’Europa, ha sottolineato infatti l’impegno dei giovani rom a “a creare organizzazioni e reti nazionali e internazionali, a creare legami nei nostri Stati membri”.

L’UNAR, l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, attraverso il Direttore Triantafollos Loukarelis, ha ribadito l’impegno  con la programmazione e l’attuazione di nuovi interventi e misure, “che possano avere efficacia nell’immediato ma anche nel complesso quadro post-emergenziale, nel settore dell’occupazione, nel rafforzamento della capacità di intervento a livello locale e nell’ambito della conoscenza e sensibilizzazione”.