Acqua, un bene comune

altAlcuni mesi fa l’amministrazione comunale di Sesto San Giovanni ha promosso la campagna “BeneComune” per valorizzare il rapporto tra i cittadini e l’acqua. L’idea è nata da una proposta del Comitato italiano Contratto mondiale sull’acqua con il coinvolgimento del Dipartimento Griss dell’Università Bicocca, Cap Holding, Acea, Acra Accesso e il sostegno della Fondazione Cariplo. Il nostro Paese è il maggior consumatore al mondo di acqua minerale. Ogni anno ne entrano nelle nostre case 12 miliardi di litri, vale a dire circa 200 litri pro capite. Un italiano su due beve esclusivamente acqua imbottigliata considerandola migliore di quella in rubinetto, uno su tre ritiene che sia più buona, uno su sei dice che è meno “dura”. Ma le acque minerali sono realmente migliori di quella distribuita dalla rete idrica? C’è da dire che se è possibile scegliere l’acqua in bottiglia in base alla sua composizione, non si è in grado di fare lo stesso con quella del rubinetto. Tuttavia possiamo conoscere i risultati dell’analisi che la maggior parte degli acquedotti pubblicano su internet, comunicano attraverso la stampa locale o in alcuni casi direttamente in bolletta. In questo modo sarà possibile controllare che il contenuto di sali minerali ed altre sostanze siano adeguati alle nostre esigenze fisiologiche. Non va dimenticato inoltre che l’acqua minerale che sgorga dalle fonti viene analizzata una volta l’anno, imbottigliata e trasportata per chilometri, mentre l’acqua del rubinetto è controllata assai più frequentemente, il contenuto di sali e di altre sostanze è adeguato alle necessità di salute ed ha un impatto ambientale decisamente ridotto.

L’acqua copre circa 2/3 della superficie terrestre, ma gran parte di essa è troppo salata per essere utilizzata dall’uomo per fini alimentari o agricoli. Secondo la Banca Mondiale, nel 2035, 3 miliardi di persone vivranno in Paesi con problemi idrici. In base ai dati del programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, l’area più colpita sarà l’Asia occidentale, che include la penisola araba, con oltre il 90 per cento della popolazione senz’acqua. Notevoli le differenze nell’accesso alle risorse idriche tra città e campagne nei Paesi in via di sviluppo.

L’Unicef calcola che nell’Africa subsahariana solo il 39 per cento della popolazione dispone di acqua potabile, contro il 77 per cento della popolazione urbana. Il tema dell’Expo 2015 sarà centrato sul rafforzamento della qualità e della sicurezza alimentare per contrastare ed eliminare la fame e la sete che colpiscono oggi 850 milioni di persone sul Pianeta, debellando carestie e pandemie. Ma anche sull’’educazione ad una corretta alimentazione per favorire nuovi stili di vita, valorizzando la conoscenza delle tradizioni alimentari e sensibilizzando le giovani generazioni ad uno sviluppo sostenibile basato su un corretto nutrimento del corpo, sul rispetto delle pratiche fondamentali di vita di ogni essere umano sulla salute. Uno sguardo a tutto tondo per assicurare nuove fonti alimentari nelle aree del mondo in cui l’agricoltura non è sviluppata o è minacciata dalla desertificazione dei terreni e delle foreste, dalle siccità e dall’impoverimento dei fiumi e dei mari.
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