8 marzo Giornata internazionale della donna. Tre recenti pubblicazioni sulle migrazioni femminili in Italia. Le iniziative dei Comuni e dei Progetti SAI

Tre volumi appena pubblicati indagano la realtà migratoria femminile in Italia.

Si tratta di “Le migrazioni femminili in Italia, Percorsi di affermazione oltre le vulnerabilità”, a cura di Benedetto Coccia, Ginevra Demaio e Maria Paola Nanni (Istituto di Studi Politici S. Pio V e Centro Studi e Richerche IDOS) che propone una rilettura dell’immigrazione dal punto di vista delle donne, dall’ambito storico a quello lavorativo, descrivendone vulnerabilità, emancipazioni, affermazioni.

 

Il secondo, “Donne straniere, diritti umani, questioni di genere, Riflessioni su legislazione e prassi”, a cura di Anna Brambilla, Paola Degani Marco Paggi e Nazzarena Zorzella, inquadra il fenomeno migratorio, considerato quasi sempre come esclusivamente maschile, in contesti personali, sociali e istituzionali, con i bisogni, i desideri e le storie delle donne migranti.

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Il terzo infine è il Rapporto 2022 di Slave no more “ Donne gravemente sfruttate, Il diritto di essere protagoniste”, a cura di Maria Grazia Giammarinaro, Francesca Cocchi, Chiara Lavanna, Francesco Carchedi e Pino Gulia, che indaga sul grave sfruttamento delle donne, sia lavorativo sia sessuale.

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I temi, le questioni, le dinamiche che emergono da queste tre pubblicazioni riguardano i 2,6 milioni di donne che rappresentano la metà (50,9%) delle persone straniere in Italia (2021).

E’ a partire dagli anni ’70 del ‘900 che le donne straniere arrivano in Italia con un loro progetto di emacipazione alla ricerca di un lavoro, che trovano quasi esclusivamente nel settore dei servizi (l’assistenza domestica e familiare su tutti).

Gli studi sulle migrazioni, elaborati nel corso degli anni, non hanno tuttavia colto le specificità di genere di tale fenomeno, appiattendo le questioni  femminili sulle esperienze degli uomini.

E come le ricerche, di conseguenza, anche gli interventi delle politiche hanno avuto un approccio “neutro” che si è rivolto, nei fatti, ai soli migranti maschi.

Una vera e propria invisibilità quella femminile,  che ha reso impossibile, in assenza di un’ottica differente,  la presa in considerazione delle ricadute in ogni ambito che il genere differente contempla.

Dalle pubblicazioni emerge dunque la necessità di una visione specifica che si allontani rapidamente da quella prevalente che sottende la donna che migra subordinata all’uomo, incapace di intraprendere percorsi di autonomia, ignorando in sostanza la carica emancipatoria che in realtà la muove.

Di conseguenza anche le stesse politiche d’asilo appaiono costruite su un modello di migrante maschio, escludendo specifiche persecuzioni di cui sono vittime le donne.

Dunque, leggere le migrazioni femminili, considerando certamente le vulnerabilità, ma riconoscendo, nei percorsi di protagonismo femminile, come  i sistemi che accolgono condizionino, se non più delle condizioni dei paesi d’origine,  le donne immigrate.

Cosa suggeriscono dunque queste pubblicazione?

Che certamente occorre percorrere la strada dell’informazione e della conoscenza per formare una coscienza critica, individuale e collettiva, che dia voce a quante e quanti abbiano difficoltà a far sentire la propria.

Facendo innanzitutto conoscere le forme di sfruttamento – e di grave sfruttamento – che coinvolgono le lavoratrici in molti settori della produzione: dall’agricoltura, all’industria alimentare, all’elettronica, all’edilizia, al settore manifatturiero, ai trasporti, alla logistica, al lavoro domestico.

E lo sfruttamento sessuale, una delle forme più violente e coercitive di sfruttamento delle donne, e che coinvolge anche le persone transessuali

Oggi 8 marzo, Giornata internazionale della donna, ma in ogni giorno dell’anno, possa essere costante l’impegno volto a colmare la carenza di comprensione del fenomeno migratorio femminile, favorendo interpretazioni innovative che conducano a tutele adeguate e al riconoscimento del diritto di migrare.

L’Anci ha voluto dedicare la giornata alla condizione femminile in Afghanistan e Iran “per esprimere una ferma presa di posizione contro l’operato dei governi di questi Paesi”. I comuni italiani sono stati invitati ad adottare una mozione unitaria di condanna che li impegni ad organizzare inizitaive dedicate alle donne iraniane e afgane. Tanti sono gli appuntamenti in programma nei Comuni italiani (vedi qui).

 

Iniziative anche in diversi progetti SAI, tra le quali segnaliamo quelle dei progetti SAI dei Comune di Solopaca, Palmoli e Canicattini Bagni.

Qui il messaggio del Segretario Generale dell’ONU

 

La foto è un fotogramma tratto dal video dell’Onu per la Giornata Internazionale della Donna