Intervista al presidente dell’Osservatorio ANCI Smart City Francesco Profumo: “Al via una regia collettiva dei percorsi di innovazione”

L’edizione appena conclusa di SMAU Roma ha fatto il punto sull’avanzamento delle strategie smart nelle città italiane e sull’Agenda digitale: il presidente dell’Osservatorio Smart City dell’Anci Francesco Profumo spiega le azioni realizzate negli ultimi mesi e le sfide future che le città italiane dovranno affrontare rafforzando la collaborazione con il mondo dell’università e dell’impresa. L’Agenzia per l’Italia Digitale sta lavorando alacremente per colmare i ritardi degli ultimi mesi e promuovere sempre più e meglio l’innovazione nelle città italiane, in che modo ciò si lega all’azione dell’Osservatorio ANCI Smart City?

L’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) coordina le azioni in materia di innovazione per promuovere le tecnologie ICT nella pubblica amministrazione, garantendo la realizzazione degli obiettivi dell’Agenda digitale italiana in coerenza con l’Agenda digitale europea.
Al suo interno è stato costituito il Gruppo di lavoro per le Smart City, che opera in stretta connessione con l’Osservatorio ANCI, anzi possiamo affermare che tra i due organismi c’è forte sintonia e sinergia circa gli obiettivi da perseguire. La prima attività’ che sarà messa in atto dall’ANCI a breve riguarderà la creazione di una piattaforma contenente le applicazioni e i sistemi realizzati negli ultimi anni sul tema della Smart city. Saranno messi a disposizione delle città dati e indicazioni sui diversi progetti.
Dobbiamo ammettere che nonostante, negli ultimi anni, siano state realizzate nel nostro Paese moltissime attività in favore delle Comunità intelligenti, è mancata una regia collettiva, sono stati finanziati a volte progetti simili e ciò ha limitato l’efficacia degli investimenti. E’ giusto quindi indirizzare i finanziamenti futuri su quanto non è stato ancora fatto ma prima è necessario realizzare un masterplan di quanto è stato prodotto finora e fornire supporto ai Comuni di medie dimensioni.
Le grandi città, infatti, hanno una capacità progettuale maggiore che ha consentito a molte di loro di partecipare a progetti europei sul tema ma è intervenendo a supporto dei Comuni medi e piccoli che si può alzare l’asticella della qualità degli interventi nel Paese. Questa è la mission dell’Osservatorio ANCI, che non solo sta lavorando per censire e classificare le iniziative e le soluzioni tecnologiche realizzate nei Comuni ma contestualmente sta approntando un catalogo di professionisti che possano offrire questo tipo di supporto.

Come sta evolvendo la collaborazione con il mondo dell’impresa e dell’Università?
Nei progetti realizzati negli anni scorsi c’è stata una buona, e in qualche caso ottima, collaborazione con le imprese, le startup e il mondo della ricerca. Ora, una volta monitorato quanto fatto e quanto è ancora da farsi, bisognerà indirizzare attentamente gli investimenti futuri. In particolare va alimentato l’istituto del riuso di quanto è stato realizzato in alcune realtà urbane e che può essere utile ad altre città.

Su quali priorità e obiettivi deve concentrarsi il Governo per rilanciare l’Agenda digitale a partire dalle esigenze reali dei contesti urbani?
E’ indubbio che per il Governo questo tema rivesta un ruolo centrale. Ci si aspetta senz’altro un’accelerazione sulla via delle riforme, per altro già definite, nel senso che tutto è già scritto nelle norme, ora si tratta solo di applicarle. Questo significa non solo attuare le tre priorità relative a fatturazione elettronica, anagrafe unica e identità digitale, ma risolvere tutti i dossier dell’Agenda. Ne abbiamo parlato insieme ai rappresentanti del Governo, dei Comuni e delle aziende in occasione dell’evento organizzato da ANCI all’interno di SMAU il 20 marzo a Roma. Al mattino, i principali attori istituzionali hanno presentato i loro diversi punti di vista sulle attuali e future politiche di innovazione, nel pomeriggio è stato dato ampio spazio alle città impegnate nei percorsi verso la Smart City e alle migliori start up. Questo è stato un primo momento di confronto per dare concretezza al percorso digitale che il nostro Paese ha delineato

Più che sugli aspetti meramente infrastrutturali, le Smart City italiane si sono spesso concentrate su esperienze di innovazione sociale: a suo avviso in che modo i sindaci di medie e grandi città devono concentrarsi su questo tema?
La social innovation rappresenta la vera via italiana alle Smart City, nel senso che la promozione di azioni e applicazioni che favoriscano l’inclusione sociale nei contesti urbani rappresenta la nostra priorità . Anche in questo caso, visto che nel recente passato, sono state investite risorse significative per promuovere progetti di social innovation da parte di giovani ricercatori, è importante che, laddove questi progetti si dimostrino efficaci, possano essere replicati in altre realtà, ampliando la platea dei beneficiari senza affrontare ulteriori costi di progettazione. Ai Sindaci si chiede di contribuire alla creazione di condizioni che favoriscano lo sviluppo della progettualità dal basso, che possa soddisfare bisogni sociali emergenti ai quali spesso non è possibile dare risposte nell’immediato.

@Simonedantonio