Comuni e imprese, presentato il Rapporto Cittalia e I-Com “Un futuro in Comune”

I governi locali rappresentano sempre più gli snodi vitali attraverso i quali passa la linfa che dovrebbe sostenere lo sviluppo e il rilancio dell’intera economia nazionale, oltre che il rinnovamento del rapporto tra cittadini e classe politica: le relazioni tra impresa e territorio, lo sviluppo delle infrastrutture, i processi inclusivi e di partecipazione pubblica, la trasparenza amministrativa, le città metropolitane. Su questi elementi si gioca il futuro del Paese e i sindaci assumono in questo contesto un ruolo sempre più determinante e attivo.
Lo studio, realizzato da Cittalia e I-Com, presentato nel corso del convegno che ha avuto luogo a Roma il 7 ottobre, presenta un’analisi dettagliata di tre macroaree chiave: la governance degli interessi e la disciplina della trasparenza nelle amministrazioni comunali; il rapporto tra enti locali, comunità e imprese e la nascita delle città metropolitane.

Il governo degli interessi nelle amministrazioni comunali
Cittalia e I-Com mettono al vaglio di un’analisi empirica i rating della Bussola della Trasparenza, lo strumento istituito dal Governo per misurare l’adempienza dei comuni alle norme del Piano Triennale per la Trasparenza e l’Integrità. Che prende in esame criteri quali la disponibilità online di dati di bilancio, interventi straordinari, personale etc., nonché il relativo formato, qualità e accessibilità. Dallo studio emergono criticità nell’implementazione della norma sul territorio, talvolta non registrate dalla Bussola. Ed emergono le difficoltà incontrate anche dai Comuni nel praticare il principio della trasparenza, sia pure in uno scenario in cui esistono buone pratiche consolidate.
Ad esempio, un comune di medie dimensioni come Novara si distingue come caso di eccellenza per accessibilità delle informazioni e per l’introduzione di tavoli permanenti di lavoro con le imprese, per una “trasparenza partecipata” e la riduzione del digital divide.

“Oggi esiste una figura pensata per presiedere alla gestione della trasparenza istituzionale, manca invece una figura analoga che gestisca l’interazione con i portatori di interesse sul territorio – afferma Gianluca Sgueo, direttore dell’Area Istituzioni di I-Com. “Occorrerebbe individuare all’interno dell’amministrazione, senza oneri aggiuntivi, un ‘Responsabile per la Partecipazione’,, incaricato di gestire i processi e redigere, a cadenza periodica, rapporti sulle risposte dei soggetti consultati sui principali provvedimenti”.

Città Metropolitane, un volano per lo sviluppo economico
“La nascita delle città metropolitane apre nuovi scenari nel rapporto tra territorio e imprese” – dice Pierciro Galeone, Segretario generale di Anci-Cittalia – “offrendo alle amministrazioni l’occasione per potenziare e innovare gli strumenti disponibili per attivare relazioni virtuose che consentano nuovi processi di sviluppo. Con la nostra ricerca si vogliono offrire spunti di riflessione, anche a partire da soluzioni già adottate in alcune città europee, su possibili modelli di inclusione degli stakeholders nella governance metropolitana”.

Lo studio analizza infatti compiti e obiettivi delle città metropolitane, offrendo un’analisi comparativa delle soluzioni adottate nei contesti francese, tedesco, e inglese per l’inclusione degli attori economici nella governance, e addentrandosi poi nelle pratiche esistenti in Italia.
I principali risultati emersi dalla rilevazione, effettuata attraverso interviste agli amministratori pubblici, sono così riassumibili:
• È percepito come centrale il ruolo delle imprese, e appare opportuna l’adozione di soluzioni che rendano stabile l’inclusione degli attori economici nei processi di governo;
• La cooperazione con i privati dovrebbe riguardare le politiche per lo sviluppo economico, ma può essere estesa anche ad altri settori di policy;
• L’inclusione dovrebbe riguardare le organizzazioni imprenditoriali del territorio metropolitano.

Non si esclude, tuttavia, la possibilità di coinvolgere anche singole imprese, specialmente laddove si diano eccellenze produttive locali;
• Esistono soluzioni diverse con riferimento alle modalità di inclusione degli attori privati: ciascun territorio può adottare una soluzione ‘place based’ basata su strumenti permanenti o, al contrario, su pratiche ad hoc.
• Laddove già esistano forme di cooperazione con gli attori privati o siano stati avviati processi di pianificazione strategica, viene sottolineata dagli amministratori la necessità di aggiornare questi strumenti e ampliarne il raggio d’azione su scala metropolitana.

“I rapporti tra amministrazioni locali e imprese sono spesso immaginati, talvolta dalle stesse parti in causa, come relazioni conflittuali, dove il guadagno di una delle due parti debba avvenire a scapito dell’altra, in un gioco a somma negativa. E’ arrivato il momento – afferma Stefano da Empoli presidente di I-Com – di provare a trasformare il segno meno in segno più. Questo è certamente vero per le aziende che portano benefici al territorio e alle quali, oggi, è doveroso offrire un canale preferenziale. I Comuni non dispongono naturalmente di tutte le leve per poter attrarre o mantenere investimenti sul proprio territorio. Tuttavia, l’alleanza delle imprese con i Comuni può diventare l’arma in più per fare lobbying positiva sugli altri livelli di Governo, dalla Regione allo Stato, oltre che risolvere le questioni dirimibili a livello comunale. Ma anche nei casi in cui il conflitto può essere dietro l’angolo, perché l’investimento di un’azienda può portare oltre ai benefici anche degli oneri (ad esempio, un impatto ambientale) esistono soluzioni per gestirli meglio di quanto non si faccia oggi. E’ con questo spirito che nasce la nostra iniziativa, non per nascondere i problemi sotto la sabbia, ma per provare a risolverli nell’interesse di tutti e in ultima istanza del Paese”.

Il rapporto tra Enti Locali, Comunità e Imprese nella gestione del territorio
Lo studio esamina i rapporti tra i soggetti coinvolti nella costruzione e nell’esercizio di opere infrastrutturali che possono impattare sul benessere delle comunità locali. Si tratta di un nodo certamente cruciale nel diffondersi, sempre più marcato in Italia, della cosiddetta Sindrome Nimby (not in my back yard).
I-Com e Cittalia esaminano, in particolare, diversi esempi di policy ambientale, di processi partecipativi, di strumenti regolatori e di strumenti per la valutazione ex ante del rischio, delle ricadute economiche positive per il territorio e di conseguenza anche della valorizzazione delle compensazioni.
Il risultato è che non esiste al momento una metodologia standardizzabile che consenta di “mettere d’accordo” tutte e tre le parti coinvolte. Esistono però molti esempi di strumenti incrociati di tipo economico, ambientale e sociale per offrire una misurabilità effettiva dei benefici e delle esternalità delle opere, in grado di favorire la convergenza tra i soggetti interessati. In questo senso, è importante rafforzare gli strumenti di pianificazione e prevedere almeno alcuni criteri generali in materia di compensazioni.

 

Scarica il Rapporto “I nuovi percorsi delle relazioni tra comuni e imprese. Trasparenza e partecipazione, governo del territorio, città metropolitane”