Ripensare l’accessibilità urbana

altaltPresentiamo il primo dei contributi scientifici del Call for Paper di Cittalia del 2008, il concorso di idee lanciato nella primavera dello scorso anno volto a raccogliere documenti scientifici a carattere interdisciplinare, focalizzati sulle diverse tematiche di interesse per le città.

Attraverso i paper che verranno pubblicati da oggi e nelle prossime settimane, Cittalia intende fornire strumenti conoscitivi per il ragionamento riguardo l’insieme dei fenomeni (istituzionali, culturali, sociali, economici) che coinvolgono le Amministrazioni comunali nelle diverse problematiche gestionali, connesse alla crescita e alla qualità di vita delle città.

Il lavoro di B.Borlini e F.Memo, Ripensare l’accessibilità urbana, si concentra sul problema dell’accessibilità nelle aree urbane e delle nuove forme di disuguaglianza nell’accesso alle risorse urbane emergenti tra le persone, i gruppi sociali e i territori della città contemporanea.

Inizialmente riferito ai luoghi di destinazione degli spostamenti e ai costi diretti e indiretti sostenuti per raggiungerli, il concetto di accessibilità urbana ha allargato la sua valenza e riguarda oggi le differenziate abilità/possibilità che individui e gruppi sociali hanno di contrattare a proprio favore i tempi e gli spazi della vita quotidiana, in modo da compiere le pratiche e mantenere le relazioni che essi ritengono significative per la propria vita sociale.

L’insieme delle trasformazioni che si sono dispiegate negli ultimi decenni a livello urbano – la suburbanizzazione e la diffusione metropolitana; la riorganizzazione e allocazione dei servizi nello spazio metropolitano; i mutamenti nei modelli di relazione e integrazione sociale tra gli abitanti e le altre popolazioni urbane; la differenziazione dei tempi e dei ritmi della vita urbana – hanno modificato profondamente l’assetto e la morfologia delle città, rendendole sistemi sempre più complessi e frammentati che faticano a riprodurre una buona ed equa accessibilità.

Guardare alla città attraverso la lente dell’accessibilità può aiutare ad individuare una nuova griglia di lettura del fenomeno urbano contemporaneo e della complessa morfologia fisica e sociale che lo contraddistingue. L’auspicio è che a partire da questa nuova griglia di lettura si potrà costruire un telaio di proposte concrete, differenziate ma il più possibile integrate, in grado di affrontare le sfide che l’attuale sviluppo delle città pone sul piano della sostenibilità ambientale e sociale.

Piuttosto che promuovere acriticamente una crescita della mobilità, gli interventi a favore dell’accessibilità si domandano se i cittadini hanno accesso alle attività a cui devono o vogliono partecipare e si pongono l’obiettivo di portare le risorse più “vicine” alle persone, aumentando i modi alternativi con i quali raggiungerle ed espandendo la scelta tra differenti attività.
Lavorare per l’accessibilità significa inoltre lavorare per l’inclusione sociale. Una politica dell’accessibilità non può infatti prescindere dalle difficoltà di accesso sperimentate dai gruppi sociali e dai territori urbani più fragili e vulnerabili e dal miglioramento dell’accesso innanzitutto a quelle risorse che impattano maggiormente sulle chance di vita e sulle opportunità di inclusione sociale.

Il documento