L’innovazione sociale e i Comuni: ma il welfare cosa c’entra?

L’innovazione sociale e i Comuni è il titolo del volume che nasce da una ricerca, realizzata da Cittalia e Anci in collaborazione con l’Agenzia Nazionale Giovani e IFEL, nella quale il tema dell’innovazione sociale viene letto in funzione del ruolo (reale e potenziale) dei Comuni come attori rilevanti dell’ecosistema.

La ricerca è stata realizzata da Valentina Piersanti e da Annalisa Gramigna che abbiamo intervistato per capire in particolare come, secondo loro, l’innovazione sociale si trova in relazione con le politiche del welfare locale.

Innovazione sociale e politiche locali per il welfare: in che relazione stanno?
Ci sono una serie di fattori di contesto (la globalizzazione economica e le misure severe di consolidamento fiscale e di revisione della spesa richieste dall’Europa, insieme al mutamento della domanda: i cambiamenti nei rapporti familiari, l’accresciuto ruolo delle donne, l’invecchiamento della popolazione, la crescita dell’immigrazione ecc.) che stanno richiedendo, anche all’Italia, adattamenti e aggiornamenti sia sul fronte della domanda di servizi di welfare sia su quello delle forme e modalità di risposta. Pur non mettendo in discussione la centralità dell’intervento pubblico è evidente come questi fattori di cambiamento richiedano la ricerca di forme più flessibili ed efficaci di risposta. Le soluzioni che, anche in Italia, si stanno mettendo in campo per far fronte a questa situazione sono diverse tipo il ripensamento dell’offerta di servizi e della tariffazione; il ricorso ad affidamenti e a esternalizzazioni per dare continuità alla gestione dei servizi; la ricerca di nuove fonti di finanziamento, ecc..

Ma accanto a queste soluzioni che si muovono all’interno del modello tradizionale di welfare, emergono altri approcci orientati specificamente ad aree di bisogno alle quali stentano a dare risposta sia gli attori pubblici sia quelli privati. E’ entrato in gioco un nuovo paradigma, quello dell’innovazione sociale, sostenuto e valorizzato anche da politiche europee e nazionali. L’innovazione sociale è l’insieme di “nuove idee (prodotti, servizi e modelli) che soddisfano dei bisogni sociali (in modo più efficace delle alternative esistenti) e che allo stesso tempo creano nuove relazioni e nuove collaborazioni. In altre parole, innovazioni che sono buone per la società e che accrescono le possibilità di azione per la società stessa”. (1)

Ci sono già diverse esperienze, anche in Italia, che stanno andando in questa direzione: nella nostra ricerca abbiamo dedicato un intero capitolo alla presentazione di casi concreti nati proprio su alcuni bisogni di base come mangiare, abitare, muoversi, lavorare e partecipare.

La particolarità di queste esperienze sono le soluzioni generate da una combinazione non tradizionale degli attori in gioco, dei modelli di business, dell’uso delle tecnologie, quindi di aspetti più tradizionali e di altri innovativi, che generano soluzioni non convenzionali.

Chi sono gli attori in gioco e come si muovono?
In questo nuovo paradigma i ruoli degli attori cambiano e a fare da collante è la condivisione di un traguardo, di un obiettivo di cambiamento
. È quest’ultimo il motore delle innovazioni sociali, l’elemento intorno al quale soggetti di natura diversa trovano un allineamento di interessi.

Gli attori che giocano nell’ecosistema dell’innovazione sociale sono sia quelli tradizionali (università, amministrazioni, banche, imprese, terzo settore, …) ma sono anche attori nuovi che svolgono una funzione di facilitatori sia nei processi di creazione di reti, sia nella produzione di nuovi saperi sia nello sviluppo di nuovi servizi (per esempio co-working, incubatori, fab-lab). Molto spesso le attitudini di questi soggetti si intrecciano per cui praticamente tutti sono impegnati su più fronti.

Anche agli attori tradizionali è richiesto un grande cambiamento soprattutto nella capacità di collaborare e nella capacità di immaginare (e realizzare) soluzioni diverse da quelle convenzionali. E fra questi soggetti che possono svolgere un ruolo rilevante nei processi di innovazione sociale ci sono i Comuni, ovviamente.

Cosa devono fare i Comuni?
Quando un’amministrazione pubblica cerca di intercettare l’innovazione sociale come opportunità di risposta alle sfide sociali, deve mettere in gioco la possibilità di negoziare gli obiettivi della propria azione. Si tratta, quindi, di passare ad una logica di co-creazione, cedendo potere pur governando i processi, negoziando gli obiettivi di sviluppo e dismettendo procedure per innovare politiche.

I processi di innovazione sociale sono, per il sistema pubblico, sia un’occasione di innovazione delle risposte ai bisogni, sia un’opportunità per leggere e analizzare la domanda sociale secondo prospettive che non sono quelle tradizionali.

Nella nostra ricerca abbiamo inserito molte interviste e alcuni studi di caso e dai confronti fatti ne abbiamo tratto alcune indicazioni per i Comuni che abbiamo chiamato Istruzioni per l’uso:
• il Comune può (deve) individuare, riconoscere e legittimare le iniziative e i protagonisti dell’innovazione sociale;
• può intervenire per creare spazi e occasioni di connessione;
• deve agire come soggetto che abilita (attraverso risorse, attraverso creazione di occasioni di confronto, attraverso la disponibilità di luoghi fisici, ecc.);
• di conseguenza serve che il Comune adegui le competenze e l’organizzazione per essere effettivamente un soggetto abilitatore;
• deve agire anche la sua funzione regolatoria semplificando, introducendo nuove regole o modificando quelle già in essere
• il Comune deve agire, poi, come hub per attrarre risorse private o utilizzare in modo strategico risorse proprie; agire, dove possibile, sulla fiscalità locale;
• passare da attività di ascolto a forme di co-design e co-progettazione con il sistema dei city makers, delle organizzazioni e dei cittadini;
• il Comune deve assumere la regia dei diversi processi che possono essere generati dall’innovazione sociale;
• infine il Comune deve porsi il problema degli effetti che generano le innovazioni dal punto di vista dell’efficienza e anche dell’efficacia.

Scarica la ricerca “L’innovazione sociale e i Comuni” , realizzata da Cittalia e Anci in collaborazione con l’Agenzia Nazionale Giovani e IFEL 

Scarica “Il libro bianco dell’Innovazione sociale” di Robin Murray, Julie Caulier Grice e Geoff Mulgan – Edizione italiana a cura di Alex Giordano e Adam Ardivsson (dal sito societing.org)