Il tema dell’economia sociale e solidale (SSE) al Global Social Economy Forum 2018 di Bilbao
Si è conclusa a Bilbao il 4 ottobre la quarta edizione del Global Social Economic Forum (GSEF), l’evento internazionale che ogni due anni riunisce le autorità locali e le organizzazioni della società civile attorno al tema dell’economia sociale e solidale (SSE) come fattore chiave per la crescita e la resilienza urbana.
Il Forum, che ha visto la partecipazione di circa 1700 partecipanti da 84 Paesi del mondo, ha ospitato decine di interventi di sindaci e amministratori locali (tra le città presenti: Bilbao, Montreal, Seoul, Madrid, Biarritz, Barcellona, Lima (Perù), Lille, Praia (Capo verde), Amsterdam, Lione, Rennes e diverse città coreane) nonché di rappresentanti di enti e associazioni attivi nel campo dell’economia sociale, consentendo uno scambio approfondito di esperienze e di pratiche a livello globale.
I princìpi
Tutti i rappresentanti istituzionali presenti hanno sottolineato l’importanza del ruolo degli amministratori locali nel favorire le strategie locali più avanzate e nel fornire le cornici operative e regolamentari più idonee per poter realizzare – partendo dal livello locale – i 17 Obiettivi dell’Agenda 2030 dello Sviluppo Sostenibile (SDGs).
In particolare, in apertura del Forum, il Presidente del Governo basco Inigo Urkullu ha ricordato i principi fondamentali dell’economia sociale: preoccupazione per la persona che deve essere al centro dei processi e primato degli obiettivi individuali e sociali sul capitale; controllo democratico e partecipazione dei lavoratori nei risultati dell’impresa; attenzione alla sostenibilità mediante il reinvestimento del surplus in attività orientate alla realizzazione degli Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile; un modello di sviluppo parternariale che consiste nella collaborazione tra istituzioni e società civile.
Se per Slawomir Tokarski – Direttore per l’Innovazione e la Produzione avanzata della DG GROW della Commisisone Europea – l’economia sociale è il modo migliore per promuovere equità, giustizia sociale e sviluppo sostenibile, Magdalena Valerio – Ministra del lavoro, dell’immigrazione e della sicurezza sociale del governo spagnolo – ha messo in evidenza come l’economia sociale dimostri che il capitale economico è massimizzato quando si unisce al capitale umano ed ha affermato che l’economia sociale sostiene il pilastro europeo dell’inclusione e dell’innovazione sociale.
“L’ economia sociale dimostra che il capitale economico è massimizzato quando si unisce al capitale umano”| @mvalerio_gu ministra del lavoro, dell’immigrazione e della sicurezza sociale #GSEF2018 @GSEF2018 pic.twitter.com/sbHZdBcBQr
— Cittalia (@Cittalia) 1 ottobre 2018
Il ruolo delle autorità locali e l’approccio local-based dell’economia sociale e solidale
Il fil rouge dell’evento è stato rappresentato dalla consapevolezza, espressa in tutti gli interventi, che l’approccio verso lo sviluppo di una economia sociale e solidale non può che essere un approccio territoriale e fortemente ancorato alle strategie di sviluppo locali di cui sono protagoniste le autorità locali.
Come ricordato da Markku Markkula, primo Vice Presidente del Comitato Europeo delle Regioni, il ruolo delle autorità locali è fondamentale per una innovazione sociale che sia in grado di sostenere processi di inclusione socio-lavorativa, così come emerso anche in occasione degli innovation camps organizzati negli ultimi anni da diversi comuni europei, sia piccoli che grandi, allo scopo di favorire l’incontro tra le diverse autorità locali e lo scambio di pratiche.
Lo scambio di esperienza acquisisce, infatti, nell’ambito dell’economia sociale e solidale un valore particolare, come ricordato anche da Antonella Noya responsabile del forum OECD la quale, in proposito, ha annunciato il lancio a Bruxelles il 9 ottobre durante gli Open Days di uno strumento di autovalutazione sull’economia sociale, per sostenere in maniera strutturata i processi di scambio ed aiutare i policy maker locali e gli attori dell’economia sociale a livello locale ad incontrarsi e discutere. Ciò che è emerso con forza a Bilbao è che un equo sviluppo e il sostegno al benessere delle persone sono possibili solo se esiste un forte patto territoriale sociale con al centro le autorità locali.
.@antonellanoya: “@OECD ha creato un self-assessment tool sull’#economiasociale per aiutare i policy maker e gli attori dell’economia sociale ad incontrarsi e discutere”. Il tool sarà lanciato il 9 ottobre a #Bruxelles agli Open Days | #gsef2018 pic.twitter.com/nKkbGonU9B
— Cittalia (@Cittalia) 3 ottobre 2018
In Europa, la Commissione Europea sostiene fortemente il ruolo delle autorità locali, e in particolare dei Comuni, per la crescita di un’economia imperniata sul benessere sociale ed individuale più che sul profitto: Ulla Engelmann, Capo dell’Unità Tecnologie avanzate, Cluster ed Economia Sociale, nel suo intervento e nell’intervista rilasciata a Cittalia ha sottolineato l’importanza delle autorità locali per l’economia sociale, ricordando proprio come quest’ultima – nonostante i processi di globalizzazione in atto – non possa prescindere da un approccio fortemente “local-based”. Proprio in quest’ottica, la Commissione Europea ha lanciato l’iniziativa pilota “European Social Economy Regions”, che vede tra i partecipanti anche le città italiane di Milano e Firenze.
Nel corso del GSEF è stata sottolineata non solo l’importanza del ruolo delle autorità locali come “regolatori” e “decisori” pubblici, ma anche l’importanza del lavoro che i Comuni possono svolgere in quanto “datori di lavoro” mediante l’inserimento di clausole sociali nei contratti locali, al fine di attivare a livello territoriale delle reti responsabili e di incoraggiare un’economia locale inclusiva e sostenibile. È stata inoltre messa in risalto la rilevanza del ruolo delle autorità locali, in ottica multi-stakeholder, nel contribuire alla valutazione delle conseguenze non economiche di attività economiche, sia con riferimento alle attività direttamente realizzate, sia con riferimento a tutte le altre attività sul territorio: in questa ottica, la misurazione e valutazione dell’impatto sociale in ambito locale rappresentano degli elementi fondamentali per le strategie urbane di sviluppo integrato sostenibile e per l’economia sociale nel suo complesso.
Esperienze e pratiche locali di successo
Nel corso dei workshop organizzati durante le tre giornate del Forum sono state presentate numerose esperienze tra le quali si sono distinte, per valore e per importanza, quelle realizzate da alcune città che hanno dimostrato una particolare consapevolezza del ruolo dei decisori locali per la costruzione di “eco-sistemi” urbani solidali e competitivi allo stesso tempo.
La città di Siviglia ha realizzato un Piano di Innovazione Sociale per l’Occupazione, unica città in Europa ad averlo fatto, per ottimizzare le potenzialità delle nuove cooperative al fine di dare una risposta alle esigenze sociali emergenti. Il Comune guida, in pratica, il processo di innovazione sociale sul territorio con un ruolo da protagonista. Anche Madrid ha messo al centro delle sue attività una visione strategica incentrata su sostenibilità e solidarietà, che la città fa valere nel rapporto con tutti gli attori economici e sociali del territorio. Il Sindaco di Bilbao Juan Mari Aburto ha poi ricordato che l’economia sociale risponde meglio dell’economia “convenzionale” ai periodi di crisi, che è più paritaria e che il suo modello solidale è anche più “resiliente”. Ha inoltre raccontato alcune delle tante esperienze di economia solidale attive in città grazie ad accordi multi-livello e all’approccio multi-stakeholder del comune.
Incoraggiare pratiche ed esperienze di economia sociale e fornire ad esse una cornice favorevole da un punto di vista regolamentare all’interno di una visione sistemica incentrata sulla collaborazione tra i vari stakeholders locali, significa per le città contribuire anche a sostenere l’occupazione – soprattutto quella giovanile – e migliorare i processi di inclusione sociale e sostegno alle persone. Come evidenziato dal vice sindaco di Barcellona Gerardo Pisarello, l’economia sociale può essere contagiosa e promuovere un modello solidale che agisce come “moltiplicatore” del benessere (sociale e individuale) e delle opportunità.
Non solo Europa: tutto il mondo al GSEF
A Bilbao sono state presentate anche numerose pratiche e iniziative da tutto il mondo extra-europeo.
Manoj Kumar Teotia, Professore al Centro di Ricerca in Sviluppo Rurale e Industriale di Chandigarth, in India, ha affermato che nell’esperienza indiana le esperienze di economia sociale di maggior successo sono proprio quelle che i governi locali attivano o favoriscono partendo dai “quartieri”, cioè dalle comunità territoriali più piccole.
In Uganda, a Kampala esistono diverse esperienze di economia sociale, che il governo cittadino punta a sostenere attraverso la sua azione pubblica. In Cameroon, la capitale Yaoundé collabora da diversi anni col Governo e con il Parlamento camerunensi per realizzare un network per l’economia solidale, sia su scala locale che su scala nazionale, tramite una governance multilivello che è particolarmente sensibile ai temi dell’economia sociale: in Camerun, quest’ultima viene vista come un settore particolarmente utile per l’empowerment e il miglioramento della condizione sociale della donna.
In Costa d’Avorio e in Congo, le diverse esperienze di economia sociale presentate – rispettivamente, la Plateforme des Organizatios de jeunesse di Toulépleu e la cooperativa CENADEP-Red Proddes di Kolwazi – sono accomunate dal focus sul ruolo dei giovani e sul loro empowerment, sia sotto il profilo dell’educazione civica e dell’istruzione dei giovani inseriti in questi progetti locali, sia nel senso della spinta a liberare la loro creatività e il loro potenziale per una migliore e maggiore occupabilità nell’economia locale.
Conclusioni
Nella dichiarazione finale,i membri del GSEF hanno richiamato i principi dello sviluppo sostenibile e l’importanza della cooperazione come approcci all’economia sociale.
Dal GSEF2018 è emersa in particolare l’importanza della leadership politica locale per guidare i processi di inclusione, innovazione e cambiamento sociale, mediante un approccio collaborativo basato sulla co-costruzione delle politiche pubbliche finalizzate a sostenere l’economia sociale e il reinvestimento del surplus a beneficio della collettività: se la maggiore difficoltà è rappresentata, in ciascun contesto locale, dall’avvicendamento di amministrazioni di segno politico diverso fra di loro, una soluzione per rendere stabili le pratiche di economia sociale avviate è quella di rendere le comunità locali direttamente partecipi e protagoniste dei processi di cambiamento (ownership diffusa), perché l’appartenenza dei cittadini ai processi di cambiamento rappresenta la migliore cambiale per il loro successo.
I governi locali sono di grande importanza nel sostenere una maggiore equità e una maggiore sostenibilità di tutti i processi economici e sociali, come dimostra il fatto che molte città di tutto il mondo hanno già adottato strategie di successo per l’innovazione sociale, sostenuto processi di inclusione sociale e inserito clausole sociali nella contrattazione pubblica. Bisogna, però, fare ancora di più e proprio in quest’ottica, per sostenere le ragioni fondanti del successo dell’economia sociale e solidale, sempre di maggiore aiuto potrà essere in futuro per le autorità locali la possibilità di misurare con modelli e strumenti analitici e statistici sempre più utili e precisi l’impatto sociale di questo tipo di economia, per fornire informazioni sul reinvestimento dei profitti per finalità sociali e per meglio orientare le scelte strategiche in favore di una economia comunitaria alternativa a quella “convenzionale”.
Dopo gli incontri di Seoul (2013 e 2014), Montreal (2016) e Bilbao (2018), nel 2020 toccherà a Città del Messico ospitare la prossima edizione del GSEF.
Gabriele Guazzo