I 5 modi in cui i cittadini si attivano per la cura della Capitale

Siamo davvero sicuri che senso civico e di responsabilità non ci appartengano? E’ questo il dibattito che si è scatenato nei giorni scorsi sui social network e che ha coinvolto la città di Roma, sotto la lente anche del New York Times in un articolo pubblicato il 22 luglio.

Dibattito che si è animato soprattutto in seguito alla campagna #Romasonoio lanciata dall’attore Alessandro Gassmann che, dal suo profilo Twitter, ha invitato i cittadini a lamentarsi di meno e ad attivarsi di più per la cura della città e degli spazi comuni.

In tanti hanno risposto all’appello indossando una t-shirt con su scritto #Romasonio, imbracciando scope e palette ritraendosi intenti nella pulizia di marciapiedi e piazze. Altri invece hanno criticato l’attore sostenendo di pagare già le tasse e che dunque non spetterebbe ai cittadini tenere pulita la città. Il punto è che entrambi hanno ragione, ma è pur vero che una cittadinanza collaborativa ed un’amministrazione aperta sono la chiave di volta per garantire il rispetto degli spazi comuni rinsaldando al contempo i legami sociali.

Osservando però la realtà urbana della Capitale tanti sono i cittadini già attivi a Roma, non solo per la “semplice” pulizia di piazze, muri e marciapiedi ma anche nella co-gestione e co-progettazione dei beni comuni di concerto con l’amministrazione locale.
Sintetizzando, ma molti sono i casi che varrebbe la pena di raccontare, potremmo concentrarci su cinque esperienze di progetti e iniziative che vedono i cittadini protagonisti nella cura della Città eterna: in primis l’esperienza di Retake Roma, del Comitato del parco di Villa Flaviana, dei cittadini di Trastevere attiva, del comitato per il recupero del lago Preneste come bene comune e dell’associazione dei genitori attivi della Scuola Di Donato del quartiere Esquilino.

1. Retake Roma: L’organizzazione, attiva già da cinque anni, è nata spontaneamente per volontà di cittadini che amano Roma con l’obiettivo di realizzare interventi di clean up per la lotta al degrado urbano, “per la valorizzazione dei beni comuni e per la diffusione del senso civico sul territorio di Roma Capitale”, come si legge sul loro blog. I retakers, così si chiamano i volontari dell’organizzazione, sono impegnati anche in attività di formazione e sensibilizzazione della cittadinanza per stimolare il senso civico e di responsabilità, collaborano con l’amministrazione locale per la realizzazione di progetti di cittadinanza attiva e puntano alla promozione dell’arte di strada come ad una “medicina contro il degrado” (promuovendo ad esempio accordi con il Comune per creare spazi in cui i giovani writers possano esprimersi). Da poco Retake Roma ha lanciato anche l’iniziativa AdesiviLeaks attraverso cui si invitano i cittadini a segnalare le zone in cui vi sono adesivi abusivi. I dati vengono così raccolti e inviati alla polizia municipale. L’associazione è anche impegnata nella realizzazione di attività formative nelle scuole come nel caso dell’iniziativa che si è svolta presso la scuola Cecchina Aguzzano di Roma. I volontari, insieme ad un gruppo di studenti della St George’s British International School di Roma, si sono attivati per dipingere e decorare i muri dell’istituto insegnando contemporaneamente l’inglese ai bambini. Grazie alla natura bilingue dell’organizzazione i retakers uniscono alla cura della città l’insegnamento della lingua inglese. Inoltre, novità per il 2015, è che con i retakers si potrà parlare anche spagnolo e francese.

Per tutti i retake in programma in città ad agosto e settembre consulta il calendario.

 

 

 

2. Comitato parco Villa Flaviana: siamo a Cinecittà est a due passi dalla metro Anagnina ed è qui che i cittadini si sono organizzati per ridare vita ad uno dei polmoni verdi della città: il parco di Villa Flaviana minacciato dalla cementificazione per la realizzazione di servizi integrati del Punto verde qualità. Con il rinvenimento di reperti archeologici i lavori si sono bloccati e l’area è stata completamente abbandonata all’incuria. Per il suo recupero sono scesi in campo i cittadini. “A seguito dell’iniziativa del Comitato di quartiere e alle segnalazioni di numerosi cittadini, il Comune provvedeva con un intervento di bonifica dell’area rivolto, fra l’altro, a rimuovere la massa di rifiuti più ingombranti. C’era ancora molto lavoro da fare, così i cittadini si sono fatti parte attiva e hanno intrapreso una serie di iniziative di pulizia, conservazione e riqualificazione dell’area, donando vita e valore ad un polmone verde del quartiere che sembrava destinato a morire. Nasce così, nel febbraio del 2014 il comitato parco Villa Flaviana”, come si legge sul blog dedicato. Ognuno può dare il suo contributo alla cura del parco, ad esempio “annaffiando quando passi”, “portando piantine” e fornendo i materiali per l’arredo dell’area. I cittadini sono stati impegnati anche in attività di pulizia e riqualificazione dell’aiuola che circonda la fontanella di Via Stefano Oberto con la messa a dimora di piantine ornamentali e nel restauro del muretto con delle pitture murali. Tra i sostenitori dell’iniziativa sono stati coinvolti anche i bambini dell’asilo Bechelet, che si trova di fronte al parco, mentre l’attività di riqualificazione urbana ha visto anche la partecipazione di quattro street artist che hanno decorato le mura della scuola dell’infanzia ColorArtè di via Edoardo Martini con le loro opere.

Il comitato ha una propria pagina Facebook e un blog dove sono documentate tutte le attività realizzate.

3. Trastevere attiva: da azioni di pulizia ad attività di sensibilizzazione della cittadinanza sono tante le iniziative promosse dal gruppo di cittadini attivi di uno dei più famosi quartieri romani. I volontari di Trastevere attiva dal loro profilo Facebook lanciano iniziative e progetti a cui tutti possono aderire per la riqualificazione partecipata del quartiere coinvolgendo anche le scuole per diffondere il senso civico, soprattutto tra i più giovani. Lo scorso mese, ad esempio, tra i tanti appuntamenti in programma, i volontari di concerto con l’associazione Retake Roma, JCU Grassroots, Tevereterno, con la Comunità romena di Roma e con la collaborazione di Ama e Pics (un’unità della polizia municipale che si occupa di decoro urbano) hanno organizzato una giornata dedicata alla pulizia del quartiere Trastevere. L’iniziativa, che ha visto anche il coinvolgimento dei commercianti della zona, è partita da Porta Settimiana fino ad arrivare a Piazza Trilussa con la pulizia dell’area da adesivi, tag e rifiuti. I cittadini attivi di Trastevere sono anche impegnati nel progetto “Ceppi d’arte” che si concluderà a fine estate e che punta a riqualificare gli spazi urbani attraverso la street art. “E’ iniziata l’attività di riqualificazione artistica dei ceppi di via Mameli che stiamo trasformando da cestini di rifiuti in opere artistiche in un percorso di ‘street art’. Piante grasse e aforismi selezionati completano l’opera di ciascun artista (…) Se vuoi partecipare, contattaci!”, annunciano così l’iniziativa dalla loro pagina Facebook. Infine da giugno l’associazione collabora con l’Ama per garantire la corretta raccolta dei rifiuti urbani.

 

4. Associazioni territoriali per il Lago ex Snia-Viscosa: i cittadini si attivano anche per salvare i beni comuni naturali come testimonia la storia del lago di Largo Preneste nato per caso circa vent’anni fa. Nei primi anni Novanta una ditta incaricata di avviare una massiccia opera di cementificazione per la costruzione di un centro commerciale nell’area tra Prenestino e Portonaccio fora accidentalmente la falda acquifera presente nel sottosuolo. L’incidente dà vita ad un inaspettato lago: 500 metri di perimetro, 10mila metri quadri di superficie, nove di profondità, per il quale i cittadini del Comitato di quartiere Pigneto-Prenestino, assieme al sostegno delle associazioni locali come il Forum del Parco delle energie, si sono mobilitati sin da subito al motto “Parco subito, lago per tutti e cemento per nessuna”. Un’area, quella tra Prenestino e Portonaccio, dove il grigio del cemento la fa da padrone, per questo il lago diventa l’unico spazio naturale della zona da preservare. La cementificazione viene scongiurata solo nell’agosto dello scorso anno, quando il comune di Roma consegna il lago ai cittadini trasformando l’area attigua, dopo l’esproprio, in un parco pubblico. Oggi l’obiettivo è quello di istituire un “Monumento naturale” perché il lago dell’ex Snia-Viscosa venga tutelato e vincolato. “Vogliamo che l’area sia soggetta a vincoli paesaggistici, storico-architettonici, naturalistici, ambientali”, hanno dichiarato Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio e Amedeo Trolese presidente del Circolo Legambiente Città Futura, nel corso di un convegno pubblico nell’ambito del quale è stato sottolineato come “dal punto di vista storico, naturalistico e identitario i 123mila metri quadri che un tempo furono della fabbrica, oggi sono un patrimonio inestimabile per il quartiere e per Roma tutta”, si legge su RomaPost.

5. Associazione Genitori Scuola Di Donato: la scuola si apre al quartiere mettendo a disposizione di tutti i bambini dell’Esquilino spazi per giocare e per svolgere attività ricreative, diventando così punto di riferimento e di incontro tra culture diverse che animano piazza Vittorio. Così potremmo sintetizzare i tanti progetti realizzati dall’associazione di genitori attivi della Scuola Di Donato nel quartiere dell’Esquilino che, nata nel 2003 su iniziativa dei genitori degli alunni della scuola per recuperare i vecchi seminterrati della struttura sommersi dall’immondizia, si sono attivati non solo per la cura dell’edificio scolastico ma hanno anche realizzato diverse attività ludiche, ricreative ed educative permettendo l’apertura degli spazi scolastici e della palestra a tutti i bambini del quartiere anche nelle ore extrascolastiche. Gli spazi e i locali vengono gestiti dagli stessi genitori, tutti volontari, per una scuola partecipata in cui coltivare anche il seme della conoscenza e dell’inclusione sociale. L’associazione è capofila del progetto Polo Intermundia dell’assessorato alle politiche educative e scolastiche del Comune di Roma, che punta a favorire la conoscenza reciproca delle comunità migranti ed italiane, facendo sì che la scuola e il quartiere diventino luogo di scambio e di partecipazione. “Uscendo dalla scuola – si legge sul loro sito – l’associazione è inoltre diventata un importante riferimento per la vita del quartiere Esquilino, inserita in una rete di rapporti con altre associazioni, progetti, enti che lavorano per la costruzione di una città a misura di bambino”.

Esperienze queste che hanno aperto la strada dell’amministrazione condivisa anche a Roma che sta virando sempre di più verso il coinvolgimento dei cittadini nella gestione e nella cura di spazi abbandonati (basti pensare al progetto “Roma sei mia” o all’avviso pubblico del municipio V rivolto ad associazioni, comitati, singoli cittadini e scuole per la cura e riqualificazione del verde urbano). Cittadini come risorsa, portatori di capacità e competenze, che possono dare il proprio contributo attivo per una città più vivibile, aperta, partecipata e accogliente. In questa direzione, da ricordare, sono gli sforzi dell’amministrazione capitolina che sta vagliando l’opportunità di adottare il primo regolamento comunale sulla cura condivisa dei beni comuni urbani (lanciato dall’associazione Labsus – Laboratorio per la sussidiarietà per la prima volta a Bologna), già adottato da circa una quarantina di comuni (mentre circa un’ottantina hanno avviato l’iter di adozione), per riconoscere ai cittadini, che vogliono attivarsi per la propria città, la possibilità giuridica di farlo sottoscrivendo un patto di collaborazione con il Comune. Un rapporto, dunque, non più verticale ma orizzontale in cui i cittadini siano alleati dell’amministrazione. Patti che potrebbero coinvolgere anche i cittadini stranieri, e perché no, anche i turisti che abbiano intenzione di attivarsi per la città eterna.

Tante sono le esperienze e le potenzialità di una stretta collaborazione tra cittadini attivi e amministrazione locale che non possono spingerci a pensare che a Roma ci siano solo spettatori inerti dell’incuria e del degrado urbano. La strada è già tracciata basta percorrerla e mettere in rete le buone pratiche di cittadinanza attiva già presenti sul territorio.

 

La foto di copertina è tratta dall’account Twitter di CityNews.

 

Angela Gallo
Twitter: @AngelaGallo1