INDAGINE SULLE CONDIZIONI ABITATIVE DEI MIGRANTI CHE LAVORANO NEL SETTORE AGRO-ALIMENTARE

Caro Sindaco,
lo sfruttamento lavorativo in agricoltura rappresenta una grave stortura del sistema economico e produttivo del nostro paese, arrecando danni incalcolabili innanzitutto alle persone sfruttate, ma anche alle imprese agricole virtuose, , costrette ad agire in un quadro di concorrenza compromesso, e alle comunità residenti nel loro complesso, su cui troppo spesso ricade il degrado che le condizioni di vita connesse al lavoro agricolo sommerso portano con sé….
[continua a leggere la lettera ai sindaci italiani del ministro del Lavoro Orlando e del presidente dell’Anci Decaro]
Lo sfruttamento lavorativo, in Italia, è un fenomeno particolarmente rilevante nel comparto agricolo che, più di altri settori economici (trasporti, logistica, costruzioni, turismo, servizi di cura) è strutturalmente delineato da stagionalità, rapporti di lavoro temporanei, forte presenza di lavoratori stranieri.
La gravità di questo fenomeno ha portato all’approvazione in Conferenza Unificata, lo scorso 21 maggio 2020, del Piano triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato, voluto congiuntamente dal Ministero dell’Interno, dal Ministero delle Politiche agricole e dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali.
Il Piano chiede la collaborazione diretta degli enti locali per l’individuazione di soluzioni strategiche e operative che possano nascere dalla conoscenza diretta dei problemi e delle opportunità presenti sui territori. Gli enti locali (anche in forma associata) potranno redigere dei piani multisettoriali attuativi degli interventi del Piano triennale.
Sono 10 le linee di intervento prioritarie e fra queste, una dedicata a favorire condizioni abitative più dignitose e ad eliminare gli insediamenti spontanei, mettendo a disposizione o favorendo il reperimento di soluzioni alloggiative che consentano condizioni di vita migliori, anche sulla base dei modelli già sperimentati a livello locale.
In questo quadro si inserisce un progetto – finanziato dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali – realizzato da ANCI in partenariato con Cittalia denominato InCas “Piano d’Azione a supporto degli enti locali nell’ambito dei processi di Inclusione dei cittadini stranieri e degli interventi di Contrasto allo Sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato”.
Facilitare la realizzazione dei progetti territoriali di inclusione dei cittadini di paesi terzi promossi dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali è l’obiettivo principale di InCas che prevede anche la realizzazione di una indagine su scala nazionale – rivolta ai Comuni – sulla presenza di lavoratori stranieri impiegati nell’ambito agro-alimentare che vivono in realtà formali e informali, con un’attenzione specifica alle situazioni di precarietà e disagio abitativo.
Tutti Comuni italiani saranno interessati dall’indagine sulle condizioni abitative dei migranti occupati nel settore agro-alimentare e contribuiranno alla rilevazione (di tipo censuario) al fine di costituire una base dati sugli insediamenti formali e informali dei lavoratori impiegati in agricoltura, da utilizzare come indicatori per le politiche del Piano triennale.
E’ importante che tutti i Comuni partecipino alla ricerca così da poter alla fine disporre di una rilevazione statisticamente significativa, che possa rappresentare anche i bisogni dei Comuni in termini finanziari, orientando politiche e interventi rivolti ai territori (come nel PNRR) e consentirà di individuare i territori dove attivare i Piani locali multisettoriali previsti dal Piano triennale.