Rapporto sulla Protezione Internazionale in Italia 2017: accoglienza più sostenibile, diffusa e controllata

Mercoledì 08 novembre 2017 – Presentato oggi a Roma il Rapporto sulla Protezione Internazionale in Italia 2017. Realizzato da Anci, Caritas italiana, Cittalia, fondazione Migrantes e servizio centrale dello Sprar, in collaborazione con Unhcr, il rapporto fa il punto sul fenomeno dei migranti forzati nel mondo e su quello dei richiedenti protezione internazionale in Italia, con un importante approfondimento sulle politiche di accoglienza in Europa.

Alla presentazione sono intervenuti il segretario generale dell’Anci Veronica Nicotra, il presidente della fondazione Cittalia Leonardo Domenici, il direttore di Caritas italiana don Francesco Soddu, il delegato Unhcr per il sud Europa Stephane Jaquemet, il capo di gabinetto del ministro dell’Interno Mario Morcone e il sindaco di Prato e delegato Anci all’immigrazione Matteo Biffoni.

Secondo il Rapporto al 15 luglio 2017 nelle strutture italiane sono ospitati in tutto 205 mila migranti e continua a crescere il numero dei comuni coinvolti nell’accoglienza, che sono ormai il 40% del totale (3.231). Crescono i posti Sprar, da 26 a 35 mila, e contemporaneamente diminuiscono le situazioni di criticità, anche grazie al lavoro operativo della cabina di regia Anci – ministero dell’Interno, istituita proprio al fine di accompagnare l’applicazione del piano di ripartizione.

Negli ultimi 5 anni, il numero dei migranti presenti nelle strutture di accoglienza è cresciuto costantemente, passando dalle 16.844 presenze del 2012 alle 188.084 nel 2016 (+1.017%). Per quanto riguarda la sola accoglienza negli Sprar, tra il 2012 ed il 2016 il numero di persone accolte è quintuplicato, passando dalle 7.823 del 2012 alle 34.039 del 2016.

L’accoglienza Sprar brilla inoltre rispetto al tasso di integrazione delle persone ospitate, che continua ad aumentare, mentre diminuisce di conseguenza il tempo di permanenza nelle strutture di accoglienza e aumentano dunque le persone che possono beneficiare dei progetti di integrazione. Nel corso del 2016, infatti, sono uscite dall’accoglienza complessivamente 12.171 persone. Di queste il 41,3% aveva concluso il proprio percorso di integrazione e di inserimento socio-economico: nel 2015 questa percentuale si fermava al 29,5%.

E’ il segno evidente del successo nel percorso di integrazione che caratterizza l’accoglienza tramite il canale degli Sprar gestiti dai Comuni. E’ per questo motivo che gli oltre 34 mila beneficiari dei progetti Sprar non corrispondono ai posti disponibili (circa 26 mila): i beneficiari restano in accoglienza nei centri Sprar per un periodo più breve, dando così la possibilità a più persone di usufruire dei servizi erogati dai progetti.

Un capitolo a parte merita il tema dei minori: al 25 ottobre 2017 sono sbarcati sulle nostre coste 14.579 minori (in tutto il 2016 erano stati 25.846). Il 93,2% sono minori soli. La maggior parte di essi proviene da Guinea, Costa d’Avorio, Bangladesh. Al 30 settembre 2017 sono 18.491 i minori stranieri non accompagnati presenti in Italia, accolti in 2.039 strutture.

Rimangono ancora criticità legate soprattutto all’eccessiva durata della permanenza nei centri di prima accoglienza e all’esiguo numero di strutture dedicate e di posti nello Sprar, nonché alle difficoltà dei Comuni di attivare una presa in carico economicamente sostenibile. Nonostante ciò, anche nei confronti dell’accoglienza dei Msna è possibile misurare la sempre maggiore affermazione dell’accoglienza diffusa: se nel 2007 erano solo 36 i Comuni che si facevano carico del problema, nel 2016 si arriva a quota 500: merito anche dell’istituzione di un fondo nazionale voluto dall’Anci e dall’apertura, anch’essa ottenuta dall’Associazione, dei posti Sprar anche per i minori stranieri non accompagnati.

 

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