Giornata mondiale del migrante e del rifugiato

Domenica 14 gennaio la Chiesa cattolica celebra la 104a Giornata mondiale del migrante e del rifugiato.

La Giornata del migrante è stata istituita nel dicembre 1914, a pochi mesi dall’inizio del pontificato di Papa Benedetto XV, per rendere solidale la Chiesa nei confronti delle migliaia di emigranti italiani che all’inizio del ventesimo secolo cercavano lavoro e condizioni di vita migliori in altri Paesi in Europa, America e Australia. L’invito era a sostenere spiritualmente ed economicamente le opere pastorali che si interessavano di aiutare gli emigranti italiani.

Nel 1952 il sostegno della Chiesa si amplia anche ai migranti di altre nazionalità trasformando la Giornata da nazionale a mondiale, mentre nel 2004 l’istruzione “Erga migrantes caritas Christi” del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti estese la Giornata anche ai rifugiati stabilendo che “al fine di sensibilizzare tutti i fedeli ai doveri di fraternità e di carità nei confronti dei migranti, e per raccogliere gli aiuti economici necessari per adempiere gli obblighi pastorali con i migranti stessi, le Conferenze Episcopali e le rispettive Strutture Gerarchiche delle Chiese Orientali Cattoliche fissino la data di una ‘Giornata (o Settimana) del migrante e del rifugiato’ nel periodo e nel modo che le circostanze locali suggeriscono, anche se in futuro si auspica ovunque una celebrazione in data unica”.

Sempre nel 2004 per volere di Papa Giovanni Paolo II la data di celebrazione viene fissata nella prima domenica dopo l’Epifania, la seconda quando il 6 gennaio cade di domenica. 

Giovanni Paolo II è anche il primo Papa che nel 1986 firma il messaggio scritto per l’occasione con un tema specifico: “Per la Chiesa non ci sono frontiere. Emigrazione: incontro di fratelli”. Ogni anno da allora, da più di trent’anni, ogni Papa che si è susseguito ha invitato tutti attraverso un messaggio a riflettere sul tema dell’immigrazione e sulle sue complessità.

Nel 2017 Papa Bergoglio ha scelto di affrontare il tema dei minori migranti, mentre quest’anno il Santo Padre nel suo messaggio si sofferma su quattro verbi: accogliere, proteggere, promuovere e integrare, quattro azioni atte a salvaguardare in primo luogo la dignità della persona.

Il Papa ricorda infatti che “accogliere significa innanzitutto offrire a migranti e rifugiati possibilità più ampie di ingresso sicuro e legale nei paesi di destinazione”. Il riferimento è a visti umanitari, ricongiungimenti familiari, creazione di corridoi umanitari, formazione del personale di frontiera affinché si operi nel rispetto della dignità umana.

Proteggere si declina in tutta una serie di azioni in difesa dei diritti e della dignità dei migranti e dei rifugiati, indipendentemente dal loro status migratorio”. Per il Papa la protezione si applica particolarmente ai minori con il riconoscimento e l’opportuna certificazione della nazionalità al momento della nascita.

Promuovere vuol dire essenzialmente adoperarsi affinché tutti i migranti e i rifugiati così come le comunità che li accolgono siano messi in condizione di realizzarsi come persone in tutte le dimensioni che compongono l’umanità voluta dal Creatore e che l’integrazione non è un’assimilazione, che induce a sopprimere o a dimenticare la propria identità culturale. … È un processo prolungato che mira a formare società e culture”. Per Papa Francesco è dunque necessario aprirsi a una maggior conoscenza reciproca e imparare ad accogliere gli aspetti validi di cui ogni cultura è portatrice.

Quello che emerge da questo ricco messaggio sono proposte e azioni concrete che il Papa offre allo studio di tutta la comunità cristiana e internazionale affinché tutti si impegnino in prima persona a rispondere alle numerose sfide che pongono le migrazioni contemporanee con “generosità, alacrità, saggezza e lungimiranza, ciascuno secondo le proprie possibilità”.

L’incontro del Papa con i sindaci in Vaticano

Nel mese di ottobre del 2017 il Papa ha incontrato in Vaticano l’Associazione Nazionale Comuni Italiani e una delegazione di sindaci provenienti da tutta Italia per parlare di accoglienza e solidarietà.

Nel suo discorso il Pontefice ha esortato i sindaci a portare avanti una politica di integrazione verso città più umane e aperte alle quali servono “una politica e un’economia nuovamente centrate sull’etica: un’etica della responsabilità, delle relazioni, della comunità e dell’ambiente“.

Ha poi continuato: “Un sindaco deve avere la virtù della prudenza per governare, ma anche la virtù del coraggio per andare avanti e la virtù della tenerezza per avvicinarsi ai più deboli”. Rivolgendosi ai primi cittadini Bergoglio ha detto: “Comprendo il disagio di molti vostri cittadini di fronte all’arrivo massiccio di migranti e rifugiati. Esso trova spiegazione nell’innato timore verso lo ‘straniero’, un timore aggravato dalle ferite dovute alla crisi economica, dall’impreparazione delle comunità locali, dall’inadeguatezza di molte misure adottate in un clima di emergenza“.

Con l’occasione il Pontefice ha incontrato quattro richiedenti asilo ospiti in strutture Sprar sul territorio che hanno omaggiato il Santo Padre con doni realizzati durante il loro percorso di accoglienza.