Bollettino Urbact – Marzo 2015

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Urbact III, al via il nuovo bando del programma europeo per città sostenibili

E’ stato pubblicato il 30 marzo il primo bando del Programma URBACT III (2014-2020) per le “Action planning networks” (Reti per i Piani Locali). Il bando fa seguito alla decisione del Monitoring committee dell’ 11 marzo 2015. La data di scadenza per presentare la propria candidatura è fissata al 16 giugno.

Il principale obiettivo dell’Action Planning Network è quello di migliorare la capacità delle città europee di gestire politiche urbane sostenibili e in particolare di rafforzare la loro capacità di programmare strategie integrate per lo sviluppo urbano sostenibile. Prendendo parte all’Action Planning Network, le città possono scambiarsi pratiche ed esperienze, problemi e possibili soluzioni generando nuove idee per affrontare le sfide legate ai temi dello sviluppo urbano sostenibile. Per tutte le informazioni sulla call e su come candidarsi è possibile consultare questo link e prendere visione dei relativi documenti.
Per coloro che intendono candidarsi e sono alla ricerca di partner e idee di progetto è possibile consultare il link “partner marketplace“. Se invece si ha già un progetto e si è alla ricerca di un partner, oppure semplicemente si intende condividere un progetto su un tema specifico, è possibile consultare il form a questo link.
A breve sarà aperta anche la call per gli esperti della rete Urbact per supportare i network nella progettazione e implementazione di attività transnazionali di formazione e apprendimento.
Le domande vanno presentate entro e non oltre il 16 giugno 2015 – ore 15

 

Governance: la parità di genere nelle città

L’8 marzo celebriamo la Giornata mondiale delle donne, un momento per riflettere sui progressi realizzati, per chiedere un cambiamento e per celebrare gli atti di coraggio e determinazione di donne comuni che hanno giocato un ruolo straordinario nella storia dei loro Paesi e delle loro comunità.

Urbact prende parte a queste celebrazioni presentando sulla pagina web di questo mese dedicata alla governance una serie di articoli sulla leadership delle donne nelle città europee. In questi articoli esploreremo le iniziative sulla parità nelle città e ascolteremo i punti di vista di alcuni leader urbani attuali. Saranno inoltre pubblicati i risultati di un panel di discussione sulla leadership femminile nelle città al Women of the World Festival di Londra.

Partiamo con una disamina dei dati sul livello di rappresentazione politica delle donne nelle città europee.

La leadership femminile a livello urbano

Più di due terzi della popolazione europea vive nelle città. Il modo in cui queste città sono ideate, pianificate e gestite ha un impatto concreto sulla nostra esistenza. Essendo la sfera della governance più vicina alle persone, le autorità locali sono meglio piazzate per combattere la persistenza e la reiterazione delle disuguaglianze e per promuovere una società davvero equa. Le città hanno le competenze per intraprendere azioni concrete in favore dell’uguaglianza delle donne e degli uomini, sia direttamente che in cooperazione con gli stakeholder locali.

L’uguaglianza nei Trattati UE

La parità tra donne e uomini è indicata nei Trattati UE e nella Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE come un principio fondamentale dell’Unione Europea (UE). Il rispetto della parità di genere è uno degli obiettivi e delle azioni principali dell’Unione Europea. Nonostante dei progressi significativi negli ultimi decenni, ottenuti grazie alla pressione normativa e regolamentare, le ineguaglianze continuano ad esistere e ad interessare le posizioni di leadership e il ritmo del cambiamento è ancora lento in molti Stati membri.

I fatti che contano

Non è facile trovare o raccogliere dati comparabili sulla rappresentazione femminile, a causa delle differenze tra le strutture di governo a livello locale e regionale. Esiste una tendenza a monitorare e a riconoscere il ruolo politico delle donne ai livelli nazionali ed internazionali, meno a livello urbano. La disponibilità e la disseminazione di dati sulle percentuali di donne che siedono nei parlamenti nazionali nei vari Paesi UE nell’arco del tempo (per esempio attraverso il sito web dell’InterParliamentary Union) ha consentito ai ricercatori di studiare questo tema e ha fornito ai policy-makers e ai gruppi di interesse grafici e trend della situazione. Ad ogni modo, il quadro varia molto di più quando si parla di eletti a livello sub-nazionale.

I dati che abbiamo mostrano un quadro molto sbilanciato a livello dei Paesi membri dell’UE.

Allora, qual è lo stato attuale della parità di genere nella leadership delle città europee?

Diversi sondaggi e report indicati qui sotto ce ne danno un’idea:

Secondo il report della Commissione Europea pubblicato nel 2013 “Donne e uomini in posizioni di leadership nell’Unione Europea” c’è un equilibrio leggermente migliore della rappresentazione politica di donne e uomini a livello regionale e locale rispetto al livello nazionale. Nell’UE, le donne rappresentano quasi un terzo (32%) dei membri delle assemblee regionali (dati del 2012) e dei consigli comunali (dati del 2011), rispetto al 27% nei Parlamenti nazionali (dati del 2013) – Tabella 19. Una rappresentazione bilanciata (che può considerarsi tale quando vi è almeno il 40% di ciascun genere) è stata raggiunta in quattro Paesi (Francia, Svezia, Finlandia e Spagna) a livello regionale ma solo in un Paese, la Svezia, ciò avviene anche a livello locale. D’altra parte, nelle assemblee regionali gli uomini sono di gran lunga la maggioranza in Ungheria (91%), Italia (87%), Romania (85%), Slovacchia (84%), Grecia (83%) e Repubblica Ceca (81%). Nelle autorità locali ci sono meno disparità ad eccezione dell’Irlanda e della Grecia che sono gli unici Paesi dell’UE nei quali le donne costituiscono meno di un quinto degli eletti. La percentuale di donne nelle assemblee regionali era già del 30% nel 2004 ed è cresciuta solo del 2% da allora.

Nel 2013 Aksel Sundström, dell’Università di Goteborg, ha pubblicato La rappresentazione politica delle donne a livello locale in 30 Paesi europei. La mappa dell’UE inclusa in questo documento dà un quadro interessante della quota di consigliere comunali, anche se l’autore insiste sul fatto che è spesso difficile ricostruire un quadro omogeneo della situazione a causa della variabilità delle strutture istituzionali, della mancanza di dati esistenti e delle diverse competenze e responsabilità dei consiglieri comunali.

L’effetto “soffitto di vetro” (glass ceiling)

Sembra che, così come in altri settori, vi sia un effetto “soffitto di vetro”, che significa che la percentuale di donne che raggiungono le posizioni più elevate nella politica locale è ancora molto basso. La ricerca mostra che le donne sono spesso molto attive nei livelli più bassi delle organizzazioni a livello locale, ma questo dato non riesce a tramutarsi in numeri significativi rispetto al raggiungimento di posizioni di leadership come quelle di assessori con deleghe, sindaci e vice sindaci. Gli ostacoli sono sempre gli stessi: la mancanza di un sostegno per permettere alle donne di avere un lavoro, una famiglia e di diventare al contempo politicamente attive e una cultura persistentemente maschilista che attecchisce nei sistemi e nei partiti politici.

L’analisi del CEMR Women in Local Politics in Europecontiene i dati del 2008 relativi a 34 Paesi europei membri del CEMR, anche quelli relativi ai sindaci donna in 31 Paesi europei. La percentuale di donne sindaco varia dal 3 al 30% nei vari Paesi, ma nella maggior parte dei casi si attesta ben al di sotto del 20%.

In definitiva, il bilancio di questi dati ci dice che dobbiamo fare di più. Uno sforzo maggiore è richiesto per mettere in valore il talento politico delle donne e per consentire loro di far sentire la loro voce e il loro peso nella leadership europea.

Si ringrazia Jenna Norman per la ricerca integrativa.

di Sally Kneeshaw, URBACT Thematic Expert 

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Dal BLOG di URBACT – La rigenerazione dal basso e il co-working nelle città

 

Come già scritto in un precedente post, in Slovenia le pratiche collaborative per il recupero e l’uso degli spazi sono spuntate in questi anni come funghi dopo la pioggia. La pubblicazione Prostori sodelovanja (“Spazi di collaborazione”), pubblicata da IpoP, e un sito web dedicato si occupano di una grande varietà di queste pratiche in relazione a sette temi: co-mobilità, comunità abitative, rigenerazione dal basso, uso temporaneo degli spazi, co-working, economie locali e orti urbani. Alcuni dei temi e degli esempi di esperienze di collaborazione spaziale sono brevemente descritti in questo post.

Rigenerazione dal basso

La rigenerazione dal basso, simile alla rigenerazione partecipativa o guidata dalle comunità locali, è la rivitalizzazione e la rigenerazione di uno spazio pubblico avviata dalla comunità locale o da una ONG locale. Spesso, è connessa all’uso temporaneo di spazi vuoti o di edifici abbandonati fino a quando questi non acquisiscono una nuova finalità. Uno di questi spazi a Lubiana ha avuto una nuova vita quando una ONG locale ha deciso di usarlo per un orto urbano. Una cosa simile è avvenuta con la fabbrica di Tobačna, dove il creativo ambiente locale ha favorito la nascita di uno spazio di co-working. A Lubiana, ci sono due progetti di rigenerazione dal basso di grande successo, il Parco Tabor e Savsko naselje, entrambi avviati da una ONG locale.

La rigenerazione urbana è stata associata a vari approcci nel corso della storia, comportando a volte una ricostruzione fisica massiccia dei quartieri e producendo molti effetti negativi. Un denominatore comune di questi approcci tradizionali alla rigenerazione urbana è che sono stati condotti in maniera centralizzata. Al contrario, la rigenerazione dal basso si riferisce a pratiche che sono sì finalizzate a contribuire a creare condizioni di vita migliori nelle città, in particolare in relazione alla vivibilità di spazi pubblici aperti, ma che avvengono dal basso e sono avviate dai cittadini e dagli imprenditori locali che usano tutti i giorni lo spazio pubblico urbano, e sono realizzate attraverso eventi ed interventi nello spazio pubblico.

L’esempio più ambizioso di questa rigenerazione dal basso a livello di quartiere a Lubiana è Savsko naselje. Si tratta di una forma di rigenerazione incentrata tanto sulla partecipazione della comunità che sul recupero dello spazio fisico. Quattro organizzazioni – V.I.B.E., MHP, Saprabolt! e prostoRož – e alcuni abitanti del quartiere hanno collaborato nel 2013 alla formazione di un piano di rigenerazione attraverso la socializzazione e degli incontri tra residenti. Dopo un lungo processo di community-building, hanno realizzato alcuni miglioramenti dello spazio pubblico aperto e degli edifici comuni. Un esempio è “Lokalc”, un piccolo spazio situato vicino all’ufficio postale e alla banca, disponibile gratuitamente per tutti i residenti di Savsko naselje per diverse attività. Lì, ciascun residente che passa può informarsi sulle attività e sugli eventi del quartiere. Nei pomeriggi, lo spazio è reso disponibile per varie attività, come le feste di compleanno, gli incontri dei consigli locali, workshop per i bambini e persino prove musicali.

L’uso temporaneo dello spazio

L’uso temporaneo di spazio è normalmente un uso intermedio di uno spazio che avviene quando lo scopo originario di quello spazio è venuto meno e non ne è stato ancora definito uno nuovo. Può trattarsi di un evento unico o di un uso che può durare per decenni. L’uso temporaneo ha un grande potenziale per la rivitalizzazione degli spazi abbandonati o inutilizzati – siano essi spazi aperti, edifici o parti di edifici. Laddove esistono degli spazi inutilizzati che sono segni della stagnazione, della crisi, di inerzia e che spesso portano al declino e di conseguenza al degrado di un’area più ampia, l’uso temporaneo rivitalizza lo spazio con piccoli interventi e aumenta il valore dello spazio stesso così come quello degli spazi e degli edifici circostanti.

Beyond a Construction Site  (Onkraj gradbišča) è un intervento di orto urbano nato a Lubiana grazie alla comunità locale, avviato nel 2010 dalla Obrat Culture and Art Association in collaborazione con i residenti del quartiere e altre persone interessate. Questi hanno trasformato un lungo appezzamento di terreno recintato non lontano dalla stazione ferroviaria e dalla città vecchia di Lubiana in uno spazio comune dedicato agli orti urbani, alla socializzazione, all’istruzione e alla cultura. In questo modo, sono riusciti a dimostrare il potenziale contenuto in alcune aree degradate e la possibilità che queste ricevano un nuovo valore attraverso l’uso temporaneo e gli interventi dal basso delle comunità locali di residenti. Parallelamente a questo, il progetto valorizza e promuove le opportunità di orti urbani così come una partecipazione più attiva degli abitanti del quartiere alle decisioni che riguardano la pianificazione, lo sviluppo e la gestione di spazi urbani. Al momento, circa 100 persone si occupano di 40 orti e prendono parte a diversi eventi pubblici locali.

Co-working

Il co-working definisce una modalità di produzione che coinvolge singoli individui o membri di organizzazioni che usano in maniera permanente oppure occasionalmente uno spazio comune dove hanno luogo attività indipendenti. Il co-working è un evento sociale che permette a persone con valori e interessi comuni di incontrarsi e di esplorare sinergie che possono evolversi col tempo. Le forme molto diverse di co-working spaziano da autentici garage-workshop e associazioni di lavoratori creativi fino a forme organizzate di co-working che hanno luogo in luoghi di lavoro accessibili a pagamento o gratuitamente.

Il centro creativo Poligon è un centro di formazione per i lavoratori autonomi e per le comunità creative che operano nel campo delle economie creative, delle imprese sociali e della cultura. E’ stato costituito sulla base di un’iniziativa di Slovenia Coworking, Slovenia Crowdfunding, Kreativna cona Šiška e Ljudje.si, che hanno arredato e attrezzato lo spazio di co-working in maniera user-friendly con un budget molto basso. Poligon oggi anima uno spazio di Tobačna che precedentemente era vuoto, un ex sito industriale e un progetto immobiliare fallito. Il numero di residenti di Poligon che hanno bisogno di un ambiente lavorativo creativo sia permanente che temporaneo è cresciuto ad un ritmo incoraggiante. Inoltre, le caratteristiche dei residenti che frequentano lo spazio si stanno sempre più diversificando: oltre alla comunità originaria di designer, programmatori, ricercatori e architetti, ci sono sempre più nuovi profili di lavoratori autonomi e di dipendenti che ogni tanto scelgono di cambiare il loro ambiente di lavoro.

Vuoi saperne di più sulle pratiche spaziali collaborative in relazione alla co-mobilità, comunità abitative, economie locali e orti urbani? Segui il Blog di Urbact!

Di Marko Peterlin e Petra Očkerl, IPoP

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