Le donne nello Sprar

Ogni anno sono numerose le donne che, sole o accompagnate dalla famiglia, vengono accolte nel Sistema di Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR).

Nel settembre 2017 un’analisi della presenza femminile nello SPRAR ha prodotto un dossier dal titolo “La popolazione femminile nello Sprar”. Da questo documento si evince che nel 2016 l’incidenza della presenza femminile sul totale dei beneficiari accolti è stata di circa un ottavo rispetto al totale delle accoglienze, in sensibile aumento rispetto ai dati del 2015. Si è passati infatti da un 12% del 2015 a un 13,38% del 2016 per un totale di 4.554 beneficiarie. Gli uomini soli e in giovane età rimangono i più rappresentati, ma la percentuale di donne che giungono nel nostro paese in cerca di protezione sta progressivamente crescendo.

I paesi di provenienza di queste donne sono principalmente la Nigeria con 1.821 beneficiarie (pari al 40% del totale delle beneficiarie accolte), la Somalia con il 6,7%, la Siria (5,6%), l’Eritrea (4,1%), il Pakistan (3,7%) e la Costa d’Avorio (3,5%).

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Fonte Atlante Sprar 2016

Inoltre, rispetto all’intero gruppo di provenienza nigeriana la percentuale di donne rappresenta il 32,5% del totale dei beneficiari connazionali accolti, un aumento di quasi il 20% rispetto al dato generale della popolazione SPRAR.

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Fonte Atlante Sprar 2016

La maggior parte delle beneficiarie sono giovani donne tra i 18 e i 25 anni, ma sono molto presenti anche donne tra i 26 e i 30 anni. Le minori straniere non accompagnate (MSNA) nel 2016 costituivano circa il 2,8% del totale dei minori non accompagnati presenti e provenivano per lo più dalla Nigeria, dalla Costa d’Avorio e dal Gambia.

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Fonte Atlante Sprar 2016

Nel mese di luglio del 2017 è stata effettuata un’ulteriore indagine su un campione di 106 realtà territoriali della rete SPRAR riferite a 1.000 beneficiarie accolte singolarmente, in nuclei familiari o monoparentali, e minori straniere non accompagnate. L’indagine ha permesso di acquisire dati specifici riguardanti la vulnerabilità delle beneficiarie accolte, come ad esempio il basso livello di istruzione, la provenienza da famiglie con problemi economici, condizioni di vulnerabilità o fragilità psico-sociale e vissuti di natura traumatica durante il viaggio migratorio.

Dall’indagine è emerso che il 60% degli SPRAR interpellati accoglie più del 50% di beneficiarie con un basso livello d’istruzione, mentre il 43,40% accoglie un 50% di donne provenienti da una famiglia numerosa e con problemi economici.

I progetti SPRAR coinvolti nello studio hanno inoltre indicato che più della metà delle beneficiarie accolte vive condizioni di vulnerabilità psico-sociale, fragilità accentuata da un vissuto fortemente traumatico del viaggio che le ha condotte in Italia durante il quale hanno subito le più diverse forme di violenza e/o abuso.

 

Esempi di comuni impegnati nell’accoglienza femminile 

Sono numerosi i comuni titolari di progetti SPRAR che, con i loro enti attuatori, sono impegnati nell’accoglienza di donne beneficiarie con le quali danno vita ad altrettante iniziative di inclusione, convivenza e cittadinanza.

Ad Asti, ad esempio, l’accoglienza di giovani donne all’interno dello SPRAR è incentrata sulla promozione dell’empowerment delle stesse attraverso percorsi di emancipazione e di inserimento socio-lavorativo. Terre di Monale è un esempio di iniziativa imprenditoriale incentrata principalmente sul recupero di lavorazioni artigianali tradizionali con l’ausilio di giovani donne vittime di tratta. Nel laboratorio si producono terrecotte e ceramiche con una creta locale.

A Santorso (Vi) le donne accolte nello SPRAR sono state coinvolte negli anni in progetti di sensibilizzazione e di animazione nelle scuole con la realizzazione di laboratori per la produzione artigianale di oggettistica con il riciclo della carta. Dallo SPRAR è nato anche un interessante laboratorio di sartoria, l’Atelier Nuele, in cui donne rifugiate producono abbigliamento ed accessori realizzati attraverso stili e tecniche di diversi paesi con un’attenzione particolare alla riduzione degli sprechi e scarti di tessuto.

Negli SPRAR di Reggio Emilia e di Campi Salentina (Le), dedicati all’accoglienza di minori stranieri non accompagnati, viene prestata una particolare attenzione e cura alla presa in carico delle giovani ragazze accolte. In entrambe le realtà, i comuni titolari dello SPRAR e i loro enti attuatori hanno sviluppato rapporti di collaborazione con le autorità giudiziarie e le forze di polizia per garantire protezione alle minori identificate come vittime di tratta o sospette tali.

Il comune di Ispica (Rg) è titolare anche di uno SPRAR riservato all’accoglienza di donne che necessitano di un’assistenza sanitaria specialistica, con o senza figli. Ente locale ed ente attuatore investono molto nel rafforzamento dei percorsi di inclusione sociale e inserimento lavorativo – formazione, tirocini formativi, laboratori – considerati in maniera strumentale per l’emancipazione delle singole donne accolte, nonché con valenza terapeutica per la loro presa in carico sanitaria. A questo si aggiunge un affiancamento alla genitorialità – con misure socio-educative per i minori – che consente alle donne di seguire serenamente le attività previste nei loro progetti personalizzati di accoglienza. Una buona percentuale delle donne accolte nello SPRAR esce dall’accoglienza con un inserimento lavorativo già avviato, grazie anche al lavoro di sensibilizzazione e coinvolgimento con le aziende locali che consente inserimenti protetti.