L’evoluzione del fenomeno migratorio in Italia negli ultimi vent’anni
La migrazione è un fenomeno che caratterizza in modo fondamentale l’epoca in cui viviamo e oggi più che mai, con l’aumento costante del flusso di persone che attraversano i confini nazionali, c’è bisogno di ricorrere a dati e numeri certi per non generare una distorsione della realtà o peggio la creazione di climi di forte ostilità nei confronti degli stranieri.
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In questo approfondimento, che parte dall’articolo “Riconosciuti e “diniegati”: dietro i numeri le persone” pubblicato su Questione giustizia, riconoscendo nella migrazione un fenomeno fondamentale che caratterizza l’epoca globale in cui viviamo, proveremo ad indicare dei dati concreti sul fenomeno migratorio in Italia a partire dagli anni duemila e dare così la giusta evidenza alle donne e agli uomini che sono fuggiti dal loro Paese e sono giunti in Italia.
Da più di vent’anni l’Italia si confronta con il fenomeno delle migrazioni internazionali, ma è soprattutto nell’ultimo biennio che la nostra penisola è diventata, tra i Paesi europei, il luogo di primo approdo per tante persone che fuggono dalla guerra, dalle persecuzioni e dalla carestia.
Nel corso degli anni novanta gli sbarchi dei migranti, soprattutto albanesi e kosovari, hanno fatto registrare punte di 50mila persone (nel 1999), ma è soprattutto con gli anni duemila che gli arrivi sulle coste italiane si palesano come un flusso continuo e costante con una media di 23mila persone all’anno. Gli anni a seguire, dal 2008 al 2013, sono i più instabili: il 2011 e il 2013 registreranno gli sbarchi più consistenti, con 63mila persone nel 2011 e 43mila nel 2013, entrambe le annualità caratterizzate da eventi storici importanti in Nord Africa e nel vicino Medio Oriente. Dal 2014 al 2017 si apre una nuova fase di flussi migratori e l’Italia arriva ad accogliere oltre 600mila migranti (170mila nel 2014, 153mila nel 2015, 181mila nel 2016 e 120mila nel 2017), più di quanti siano stati accolti nei vent’anni precedenti.
Quali sono i Paesi principali di provenienza? La maggior parte delle persone che giungono nel nostro Paese è partito quasi esclusivamente dalle coste della Libia coinvolgendo cittadini sub sahariani. Sono soprattutto uomini e provengono dalla Nigeria, dalla Guinea, dalla Costa d’Avorio, dal Bangladesh, dal Mali, dall’Eritrea, dalla Tunisia, dal Marocco e dal Senegal.
Già dagli anni novanta l’Italia si è rivelata non solo un “Paese di transito”, ma anche un “Paese di asilo permanente”. Fino al 2014 il numero dei migranti sbarcati in Italia e coloro che facevano domanda di asilo è stato sostanzialmente coincidente. Con l’aumento esponenziale degli arrivi in Italia dal 2014 fino al 2016 si è incrementato anche il numero dei migranti che presentano la richiesta di protezione internazionale.
Nell’articolo “Riconosciuti e “diniegati”: dietro i numeri le persone” l’autrice fa un’analisi accurata dei dati relativi agli arrivi dei migranti in Italia e delle domande di protezione internazionale. Nell’articolo si può leggere che “tra il 2014 e il 2016 il numero di persone che hanno fatto richiesta di protezione internazionale è raddoppiato, passando da poco più di 63.000 a 123.600 e nel corso del 2017 le istanze avanzate sono state oltre 130.000, ovvero il numero più alto registrato in Italia, più del doppio rispetto a quattro anni fa e 6 volte in più rispetto al 2013”.
Chi fa domanda di protezione internazionale in Italia? Nella maggior parte dei casi sono uomini (84%) provenienti dal continente africano per lo più appartenenti alla fascia d’età 18-34 anni. Nel 2017 i Paesi di provenienza della maggior parte dei richiedenti asilo sono stati la Nigeria, il Bangladesh, il Pakistan, il Gambia, il Senegal e la Costa d’Avorio.
Dedicheremo al tema delle domande di protezione internazionale un prossimo articolo.