L’ accoglienza diffusa è stata sperimentata con successo dai comuni attraverso gli Sprar

La Gazzetta del Mezzogiorno e Baritoday.it riferisccono che più di 20 associazioni baresi hanno firmato un appello che consegneranno il 21 novembre, vigilia della discussione alla Camera del decreto Sicurezza e Immigrazione, al Prefetto di Bari.

 “Sentiamo forte l’ urgenza – è scritto nell’ appello – di far arrivare la nostra voce nell’ Aula in cui si deciderà la posizione del nostro Paese sulla salvaguardia dei Diritti Umani”. Le associazioni baresi chiedono di “accogliere le proposte migliorative, come l’ emendamento 6 proposto dall’Amci” sugli Sprar, e di “non approvare norme che rischiano di far aumentare l’ irregolarità”. Vedi qui gli emendamenti proposti dall’Anci. 

E sabato era Forlitoday.it a segnalare la presentazione di un ordine del giorno da parte di associazioni e sindacati e “indirizzato al Sindaco e al Consiglio Comunale di Forlì, col quale si richiede la sospensione del decreto- legge 4 ottobre 2018, n. 113, conosciuto come “decreto sicurezza” e promosso dal Ministro dell’ Interno.” Scrivono, tra l’altro, i promotori: “lo smantellamento del sistema Sprar (servizio protezione richiedenti asilo e rifugiati) a vantaggio dei Centri di Accoglienza straordinaria (CAS) non farebbe che favorire l’ approccio assistenzialista all’ accoglienza, a danno del reale inserimento sociale ed economico dei richiedenti asilo e della pace sociale tra residenti italiani e persone migranti, di certo a beneficio delle forze politiche che sulla propaganda anti-migranti costruiscono le proprie fortune elettorali. Per questi ed altri motivi puntualmente espressi nell’ istanza presentata, ci auguriamo che il Sindaco e il Consiglio Comunale si facciano carico della nostra richiesta con responsabilità e tempestività.”

Domenica la Repubblica (pagine di Firenze) di domenica il sindaco di Firenze Dario Nardella: «Anche la gestione dell’ immigrazione, prevista nel decreto sicurezza, porta di fatto i Centri di Accoglienza Straordinaria a creare centri con numeri troppo grossi e difficilmente gestibili di richiedenti asilo e riducendo l’ accoglienza diffusa che è stata sperimentata con successo dai comuni attraverso gli Sprar porta a riversare nelle strade e nelle piazze tanti immigrati che non hanno ancora lo status di rifugiato, quindi il risultato sarà quello di peggiorare la situazione e tutti devono sapere che se da qui in poi i problemi legati all’ immigrazione nelle nostre città aumenteranno, i cittadini sapranno a chi addebitare questa responsabilità » .

Sempre domenica, il Corriere della Sera (Bergamo) riferisce del convegno organizzato da “Giovani Idee”, cui ha partecipato anche l’ex Presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni. Scrive il quotidiano: Per Maroni, «il modello italiano funziona e andrebbe valorizzato: la collaborazione tra governo, regioni, enti locali, pur tra mille problemi e mille polemiche, però è un modello che funziona, il sistema Sprar funziona, e soprattutto la rete straordinaria delle associazioni di volontariato e la Caritas, in primo luogo, che al di là delle polemiche quotidiane con la parte politica (che ci stanno, perché in Italia la politica è tifoseria), però è un modello che funziona. Io credo che alle prossime elezioni, bisognerebbe chiedere all’ Europa di adottare il modello italiano nella gestione e di darci una mano in più, rispetto a quello che ha fatto finora, nel controllo. Ci sono le regole per l’ integrazione e l’ accoglienza. Si può discutere, com’ è nel decreto Sicurezza, se vanno stretti un po’ i bulloni o se vanno allargati, però ci sono le regole per accogliere. La mia idea, che credo sia giusta, consiste nel dire che se uno ha diritto alla protezione internazionale, alla protezione umanitaria, se ha diritto d’asilo, viene integrato e ha gli stessi diritti dei cittadini italiani. Se invece una persona non rientra in queste categorie non può stare qui, dev’essere rimpatriato e questo non è razzismo, non è xenofobia, ma l’ attuazione di norme europee. Questo è lo sforzo da fare: lasciare da parte la retorica e chiedere all’ Europa di fare una cosa che finora non ha mai fatto, occuparsi seriamente del tema dell’ immigrazione.”

Sabato il manifesto riferiva, in occasione della presentazione dell’Atlante Sprar 2017, le dichiarazioni del presidente dell’Anci Antonio Decaro: «Stiamo registrando negli ultimi giorni, a partire dall’ incontro con il sottosegretario Molteni, un’ apertura, una disponibilità al dialogo da parte del governo con i Comuni».

Repubblica.it (pagina di Napoli) riferisce che: “richiedenti asilo chiedono che il Comune assegni i buoni libro alle famiglie disagiate, utilizzando i fondi premiali che il Ministero dell’ Interno ha assegnato al progetto Sprar di Caserta e Cronache di Caserta: “Nell’ incontro che si è tenuto in prefettura il Comune di Caserta ha dato il suo assenso ad utilizzare i fondi premiali ricevuti grazie ai progetti di accoglienza Sprar.” Il Fattto quotidiano racconta come è nata l’idea: “Mamadou viene dalla Costa d’ Avorio, per anni ha lavorato anche 12 ore al giorno a raccogliere pomodori nel Foggiano e tabacco in Campania, e oggi è mediatore culturale molto attivo che tiene anche corsi di inglese e francese per i bambini delle elementari: “Ero alla riunione settimanale del coordinamento – racconta – quando esce fuori il problema dei buoni libro per le famiglie italiane più bisognose. Il fatto cioè che il Comune non ha abbastanza soldi. Io che vengo dall’ Africa ho visto con i miei occhi i danni che crea alle nuove generazioni il fatto di non poter studiare. E allora mi è venuta l’ idea. Ho alzato la mano e l’ ho detta”. La reazione di volontari, genitori e soprattutto dei rifugiati dello Sprar è stata concorde e si è votato all’ unanimità.

Su lastampa.it, si riferisce, dell’operazione di polizia municipale, carabinieri e ispettorato del lavoro che hanno denunciato lo sfruttamento di 18 richiedenti asilo, in accoglienza presso cooperative, che venivano reclutati, trasportati e impiegati in “nero” come manodopera nella raccolta di pomodori, di 18 richiedenti asilo che, da Alessandria, venivano caricati su un autocarro telonato per essere trasportati in direzione Spinetta Marengo-Pozzolo Formigaro.

Scrive lastampa.it: “I braccianti stipati sul camion erano 18, tutti provenienti da Ghana e Benin, tutti tranne due richiedenti asilo e affidati a cooperative. Sul coinvolgimento di quest’ ultime non ci sarebbero elementi, anzi Cortellino (comandante del nucleo carabinieri presso l’ispettorato del lavoro, ndr) ha precisato che non sapevano ciò che facevano i loro «assistiti» fuori dai luoghi d’accoglienza. «Sotto certi aspetti è ancora più inquietante – ha sottolineato il sindaco Gianfranco Cuttica -, invece negli Sprar (il sistema d’ assistenza migranti gestito dai Comuni, fra cui Alessandria; ndr) la situazione è diversa: vengono seguiti passo passo».

Il Sindaco infatti in una nota pubblicata sul sito del Comune di Alessandria dice:Lo sfruttamento venuto alla luce nelle nostre campagne è di fatto figlio di un’immigrazione incontrollata. Pertanto, mentre guardo con favore e interesse alle finalità perseguite in ambito  S.P.R.A.R. (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) in cui vige un sistema di maggiore vigilanza, dico un “no” fermo e deciso ai C.A.S. (Centri Accoglienza Straordinaria) e ai rischi per la sicurezza pubblica e per l’effettivo rispetto della dignità delle persone da essi derivanti.

Venerdì MicroMega online ha pubblicato un’intervista di Giacomo Russo Spena al costituzionalista Gaetano Azzariti, che indica gli elementi di incostituzionalità del decreto.

Chiede, tra l’altro, Russo Spena: Professore, perché il decreto sicurezza sarebbe incostituzionale? Ci vuole spiegare le ragioni?

Penso di peggio: nel testo ci sono una summa di incostituzionalità. Dallo strumento utilizzato, il decreto legge, al contenuto del provvedimento che va in conflitto coi principi della nostra Carta. 

Lei critica la formula del decreto perché dice che in questo momento non esiste un’emergenza tale da giustificare un provvedimento simile? Però posso ribattere, facendo l’avvocato del diavolo, che da anni è prassi che i nostri governi adottino la formula del decreto esautorando il Parlamento…

C’è una sentenza della Corte Costituzionale del 2007 che ci spiega come non sia sufficiente che il governo dichiari la necessità di urgenza per emanare un decreto. Illegittimo è quindi l’uso del decreto legge per regolare fenomeni – quali le migrazioni – di natura strutturale che non rivestono alcun carattere di straordinarietà ed urgenza. In questo caso la palese mancanza dei requisiti costituzionali è dimostrata dal fatto di cui il governo si vanta di aver ridotto dell’80 per cento il problema dell’immigrazione. E allora non le sembra una contraddizione logica dichiarare l’emergenza quando lo stesso governo festeggia per i risultati ottenuti? Il governo ha pieno diritto di legiferare in materia, anche secondo il principio di contenimento dei flussi, ma tramite un disegno di legge. 

E più avanti: E sul taglio degli Sprar che ne pensa?

È una delle parti più odiose del decreto. Si cancella quella normativa che definiva le politiche di integrazione cercando di realizzare anche un altro principio fondamentale: quello di solidarietà (articolo 2 della Costituzione).